Pescivendolo ucciso a Boscoreale, cero e palloncini ma in piazza non più di 50 persone

Pescivendolo ucciso a Boscoreale, cero e palloncini ma in piazza non più di 50 persone
di Raffaele Perrotta
Lunedì 24 Gennaio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 16:32
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Un cero e palloncini bianchi, ma la città praticamente assente, così come la politica: hanno partecipato solo il sindaco Antonio Diplomatico e il deputato grillino Luigi Gallo. Una decina di boschesi o poco più su una cinquantina di persone in tutto, la maggioranza dai territori limitrofi hanno reso omaggio ad Antonio Morione a un mese dal folle omicidio del 23 dicembre scorso quando il commerciante, originario di Torre Annunziata, fu barbaramente ucciso solo perché aveva tentato di difendere da tre malviventi l'incasso dei giorni di festa.

Una storia che si ripete, come ha ricordato ieri mattina don Ciro Cozzolino che ha acceso il «cero della giustizia» davanti alla saracinesca della pescheria di Morione.

Ricorrenze, quelle legate alle vittime innocenti di camorra o di malaffare, che non suscitano quasi più sdegno, che non animano manifestazioni partecipate, che rischiano di passare indifferenti nello scorrere quotidiano della vita. Ieri è stato l'ultimo di tanti momenti di disinteresse di cittadini e istituzioni che spesso voltano le spalle, guardano altrove, fingono di non aver visto e sentito. È assurdo e disarmante che territori ad alta presenza camorristica come Torre Annunziata e Boscoreale non abbiano affatto, o sia molto carente, un sistema di videosorveglianza cittadino.

A nulla sono valse le parole dell'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia che ai funerali del commerciante ucciso aveva invitato ancora una volta tutti a ribellarsi alla camorra e alla prepotenza: «È arrivato il momento che la parte buona si faccia sentire e vedere. Ancora troppi sono i silenzi che fanno male», aveva detto don Mimmo il 29 dicembre scorso, ricordando che nella stessa chiesa oplontina dello Spirito Santo era già stato nella sua prima uscita pastorale per celebrare altri funerali, quelli di Maurizio Cerrato, altra vittima innocente di una mentalità camorristica.

Storie che si ripetono, famiglie che si distruggono, vedove, figli e familiari costretti a vivere gran parte della loro vita senza l'affetto della loro persona cara. «Quello che hanno fatto ad Antonio (Morione, ndr) ci ha lasciato senza parole. Dopo Cerrato abbiamo dovuto vivere e subire altra violenza», ha detto don Ciro, referente di Libera, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti che dalla metà degli anni 90 lotta contro le mafie. «La camorra prova ancora una volta a imporre la sua presenza con la violenza», ha continuato il sacerdote, ricordando il lungo elenco delle vittime innocenti, quel «sangue versato che chiede giustizia. Questo cero l'abbiamo acceso per le vittime del crollo di Rampa Nunziante (il palazzo caduto all'alba del 7 luglio 2017, il cui processo è arrivato al primo grado con diverse condanne, ndr) e per l'omicidio di Maurizio Cerrato dell'aprile scorso. Non ci siamo a questo gioco al massacro», ha aggiunto don Ciro. 

 

Il sindaco di Boscoreale, Diplomatico, ha consegnato a Tancredi, il giovanissimo figlio del commerciante assassinato, la copia di una recente delibera di giunta, approvata su indicazione del consiglio comunale, con la quale l'amministrazione ha restituito le tasse pagate dai Morione l'anno scorso. «È un piccolo ma concreto gesto che facciamo alla famiglia. Antonio, da cittadino esemplare che era, aveva già pagato i contributi dovuti al Comune. Con questa nostra azione ha affermato il sindaco vogliamo ribadire loro che gli siamo vicini. Speriamo che la giustizia arresti i killer quanto prima». 

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