Porto turistico, a Capri
scoppia la parentopoli

Porto turistico, a Capri scoppia la parentopoli
di Annamaria Boniello, Leandro Del Gaudio
Martedì 19 Marzo 2019, 09:24
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Assunzioni di parenti o amici nel porto turistico di Capri, liste civiche alle elezioni che si confrontano, vincitori e vinti per un posto da ormeggiatore. E il caso finisce in Procura. È di ieri mattina la decisione della Procura di Napoli di notificare tre avvisi di conclusione di indagine a carico di esponenti di vertice della società partecipata comunale - Porto turistico di Capri - nell'ambito di una inchiesta che punta a fare chiarezza sulla selezione di quattro candidati per un posto di lavoro sulle banchine più famose del golfo.

GLI ACCUSATI
Ma andiamo con ordine, a partire dal lavoro svolto in questi mesi dai carabinieri del capitano Marco La Rovere, sotto il coordinamento del pool mani pulite della Procura di Gianni Melillo. Abuso d'ufficio è l'accusa mossa a carico di Fabrizio De Maddi, all'epoca dei fatti direttore generale della società Ptc; a carico di Costantino Esposito, consigliere di amministrazione della Ptc; e di Luigi De Martino, consulente della società e fratello dell'attuale sindaco, in una vicenda che prende le mosse dalla denuncia di alcuni candidati rimasti esclusi dalle assunzioni. Tutto ruota attorno a quanto deliberato dalla società partecipata il 14 marzo del 2016, con assunzioni destinate a sollevare critiche e ricorsi. Stando alle conclusioni della pubblica accusa, rappresentata dal pm Sergio Amato, sarebbero stati violati i principi di imparzialità, di trasparenza e di pubblicità imposti a chi seleziona personale dipendente per conto della pubblica amministrazione. Alcuni dei vincitori sono parenti di soggetti di peso dell'apparato politico e amministrativo caprese, anche se - alla luce delle verifiche effettuate dall'Arma - al centro del procedimento sono finite le griglie adottate per la selezione e il valore dato ai singoli titoli dei candidati, piuttosto che i rapporti di amicizia o di conoscenza con questo o quell'esponente dell'ente locale.

 

Ma proviamo a seguire il ragionamento investigativo, a carico di Fabrizio De Maddi, Costantino Esposito e di Luigi De Martino. In sintesi, gli indagati «avrebbero provocato un ingiusto vantaggio» a carico di M.Z., parente di «Roberto, a sua volta sindaco supplente della società Porto turistico di Capri, e candidata non eletta alle elezioni amministrative del 25 maggio del 2014, nella stessa lista La primavera del sindaco Giovanni De Martino, a sua volta fratello di Luigi De Martino». Stesso ingiusto vantaggio - a seguire la prosa del pm - per R.C. che viene indicata come «conoscente di un dipendente della società porto turistico».
GLI SCONFITTI
Ad essere svantaggiate dalle due candidate risultate poi assunte, Manuela e Roberto Damino, a loro volta indicati dalla Procura come parte offesa del presunto abuso d'ufficio contestato a carico dei tre vertici societari. E anche in questo caso, il ragionamento degli inquirenti tocca il livello della consultazione politica che si è tenuta a Capri nel 2014: Manuela e Roberto Damino - scrivono gli inquirenti - sono figli di Aldo, a sua volta candidato nella lista Avanti Capri, contrapposta alla lista La Primavera del sindaco Giovanni Di Martino. Poi ci sono altri due «perdenti», indicati come parte offesa del presunto abuso (Alessandra Staiano e Francesco Di Sarno), mentre sotto i riflettori anche altre due assunzioni ritenute sospette, vale a dire quella di A. C. e M. O., a danno dei «perdenti» Carmine Aiello, Claudio Conforti e Stefano Castellano.
Insomma una vicenda stracittadina, che ruota attorno all'ingresso nella società Porto turistico di Capri, che merita comunque una premessa: i tre indagati avranno modo di dimostrare la correttezza della propria condotta nel corso del prosieguo delle indagini, mentre anche l'assunzione dei quattro impiegati indicati come ingiustamente favoriti va considerata corretta almeno fino a un nuovo provvedimento amministrativo. Uno scenario complesso, quello isolano, dove è quasi impossibile trovare contatti tra pubblico e privato senza entrare nella sfera dei rapporti personali, privati: uno scenario reso ancora più delicato anche dalle scadenze elettorali a cavallo delle quali sarebbero state formalizzate le assunzioni. Due liste civiche in campo, decisioni assunte dal Consiglio di amministrazione, ricorsi e denunce. Ora gli indagati hanno venti giorni per replicare alle accuse, in vista di una probabile richiesta di processo da parte della Procura. E in vista di un procedimento che metterà insieme, nella stessa aula, vincitori e vinti, indagati e presunte parti offese.
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