Procura di Napoli, il «grande orecchio»: intercettazioni milionarie

Procura di Napoli, il «grande orecchio»: intercettazioni milionarie
di Leandro Del Gaudio
Martedì 9 Giugno 2020, 08:19 - Ultimo agg. 11:19
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Intercettazioni prima voce di spesa della Procura di Napoli. Aumentano i costi per un servizio essenziale nell'attività investigativa, sia per quanto riguarda il numero di bersagli preso di mira negli ultimi anni, sia per quanto riguarda il ricorso - ormai sempre più frequente in tutte le Procure d'Italia - agli strumenti informatici come i virus spia trojan. Indagini, spese, priorità e progetti in cantiere, tutta la Procura di Gianni Melillo in oltre 260 pagine, a due anni dal suo insediamento.

INTERCETTAZIONI
Le spese per le intercettazioni sono la voce più rilevante delle spese di giustizia della Procura di Napoli, in uno scenario altalenante, almeno per quanto riguarda gli ultimi tre anni. Proviamo a rimanere ai dati numerici: nel 2017, si spendevano 13,4 milioni di euro; nel 2018, 10,8 milioni; nel 2019, invece, la Procura di Napoli ha speso 12,3 milioni di euro. Quindi: nel 2019, c'è stato un boom del 13,7 per cento dopo il -19,3 per cento del biennio 2017-2018.

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Poi vale la pena ricordare anche le altre voci del capitolo «spese giustizia», che riguardano la custodia dei beni posti sotto sequestro, gli onorari dei consulenti, interpreti e traduttori, indennità spettanti agli ausiliari, mentre le spese generali sostenute per lo svolgimento dell'incarico, quali ad esempio spese di viaggio, stampa, rappresentano solo il due per cento del totale delle spese di giustizia. Ma restiamo nel campo delle intercettazioni. Cosa è cambiato da un anno all'altro? Cosa ha fatto lievitare i costi? Perché nel 2018 la Procura spende un totale di 10.808.369,11 e nel 2019 si arriva a 12.300.016,14? A leggere i dati scorporati, a far lievitare i costi sono le intercettazioni informatiche che gravano più del doppio da un anno all'altro: si passa da un tetto 978.837,88 euro a 2.670.929,25 da un anno all'altro, segno evidente di un boom di acquisizioni informatiche.

I TARGET
Ma quanti sono i cittadini spiati (legalmente) a Napoli? Quanti i bersagli dell'attività investigativa? Nel 2019, la Procura ordinaria ha raggiunto le utenze telefoniche di 1959; mentre sono 199 le persone raggiunte in modalità «da presenti» (formula che sta per eventuali intercettazioni ambientali); 118 gli intercettati in via telematica (virus spia), per un totale di 2276. Più alto è il numero degli intercettati dalla Dda di Napoli: sono 7307 bersagli diretti; a cui si aggiungono altri 873 target «tra presenti», 358 quelli intercettati in via informatica, per un totale di 8538. Numeri alti anche per quanto riguarda i target del pool antiterrorismo, con 125 bersagli telefonici, 7 soggetti raggiunti «da presenti», 13 in modalità informatica, per un totale di 145 target raggiunti.

LE PRIORITA'
Fatto salvo il principio della obbligatorietà dell'azione penale, nella Procura di Melillo c'è spazio per le priorità e per il cosiddetto ufficio sdas, servizio di definizione degli affari semplici: mafia, terrorismo, pubblica amministrazione, ambiente sono tra le priorità indicate, in una trama di competenze (e di responsabilità) intersezionali che punta a coinvolgere l'intero organico della Procura (oltre al Procuratore e agli 8 procuratori aggiunti, al 31 dicembre scorso in servizio 89 pm).

I PENTITI
Non manca un capitolo sui collaboratori e i testimoni di giustizia, nel bilancio sociale della Procura di Napoli: attualmente l'ufficio inquirente gestisce 404 collaboratori sottoposti a programma speciale di protezione, di cui 14 testimoni di giustizia; per 63 (di cui 2 testimoni di giustizia) è in corso la procedura per la capitalizzazione. Si legge nel documento: «I dati flussi raccontano di una progressiva riduzione del numero dei soggetti per i quali l'ufficio ha avanzato richiesta di programma di protezione, specie se paragonato ai 1105 tra testimoni e collaboratori di giustizia ammessi al programma speciale di protezione a partire dal 1991; sono state avanzate nel corso dell'ultimo biennio 29 proposte rigorosamente ancorate ai requisiti di notevole importanza dell'apporto informativo e probatorio, oltre che della gravità del pericolo di ritorsioni criminali».

AREA RELAX
Uno studio realizzato anche in collaborazione con l'università Federico II di Napoli, non manca il livello progettuale, che punta a creare area relax, collegamenti tra i vari piani della cittadella giudiziaria, oltre a palestra, mensa, centro medico e asilo nido per i dipendenti. Due anni dopo l'insediamento del nuovo capo (e in ricordo della statura di Filippo Beatrice scomparso prematuramente), il bilancio sociale della Procura guarda decisamente in avanti.
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