Incubo Quota cento, più vuoti gli uffici della Procura di Napoli

di Viviana Lanza
Sabato 2 Marzo 2019, 08:30 - Ultimo agg. 10 Marzo, 18:04
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Quota 100 rischia di svuotare molti uffici della Procura di Napoli. Il procuratore Giovanni Melillo ha già segnalato il problema al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Quello di Napoli è il più grande d'Italia, ufficio pilota in molti programmi proiettati verso l'innovazione e il miglioramento del servizio giustizia, la digitalizzazione dei fascicoli e il processo penale telematico. Ma tutti questi sforzi potrebbero essere vanificati dagli effetti causati dall'uscita anticipata dal lavoro di moltissimi dipendenti del settore amministrativo.
 
I numeri sono utili a comprendere la realtà, ma occorre leggerli tenendo conto che dietro statistiche e percentuali ci sono professionalità con livelli di specializzazione e di esperienza necessari per un lavoro delicato come quello di chi affianca i magistrati nelle sezioni indagini, chi crea, custodisce e cura la tenuta dei fascicoli, chi assiste i pm nelle udienze dei processi, chi si occupa di notifiche e incombenze amministrative varie. Da lunedì in Procura a Napoli arriveranno 3 nuove unità a rinfoltire la pianta organica degli assistenti giudiziari. Una goccia nell'oceano se si considera che il personale in servizio negli uffici del Centro direzionale è composto da 419 unità a fronte delle 538 previste. Dunque, resta un vuoto di circa il 22%, che si tramuta in un surplus di lavoro per chi è già impiegato negli uffici. E i conti non tornano, perché per tre nuovi assistenti che entrano, ce ne sono 17 prossimi al pensionamento per raggiunti limiti di età. E poi c'è Quota 100 che, stando alle richieste finora pervenute, contribuisce a rendere allarmanti le previsioni per un futuro nemmeno tanto lontano. Nel triennio 2019-2021 si stima un esodo di 150 unità dalla sola Procura di Napoli (fino a 700 in tutto il distretto giudiziario). Dei 150 previsti nel prossimo triennio, 120 potrebbero andare in pensione già entro quest'anno. E se non ci saranno un turnover e misure per bilanciare il numero di pensionati con quello di neoassunti, la situazione sarà destinata a peggiorare. Perché, tenendo conto che l'età media del personale amministrativo è superiore ai 56 anni, per il futuro non si possono che prevedere ancora altri pensionamenti.

Più drammatica appare la situazione dei commessi. Diversamente dagli assistenti giudiziari che vengono assunti con concorso per titoli ed esami, le assunzioni per i commessi possono avvenire anche attingendo alle liste di collocamento ma al momento sembrano ferme. Attualmente nella Procura di Napoli sono in servizio in 50, con un buco del 27% nella pianta organica. L'età media è alta e circa l'80% dei commessi in servizio ha limitazioni per motivi di salute, per cui soltanto il 20% risulta in condizione di poter spingere carrelli e trasferire fascicoli da un ufficio all'altro o dagli uffici della Procura alle aule del Tribunale, che è poi la principale mansione di questa figura del comparto giustizia.

Il ministro Alfonso Bonafede, annunciando pochi giorni fa le iniziative adottate per fronteggiare il problema della carenza di risorse negli uffici giudiziari, li ha definiti «rinforzi». Chi vive la realtà del distretto di Napoli li vede più come dei palliativi, rimedi che alleviano ma non risolvono il problema, anche e soprattutto nell'ottica dei pensionamenti imminenti e di quelli previsti con Quota 100. Lunedì, tuttavia, nuovi assistenti giudiziari saranno in arrivo in varie sedi del distretto di Napoli. Oltre ai tre destinati alla Procura, ci saranno un nuovo assunto in Corte d'Appello, uno in Procura generale e cinque in Tribunale. Un'altra nuova unità si unirà al personale amministrativo in servizio presso la Procura di Torre Annunziata, mentre a Napoli nord i «rinforzi» saranno destinati agli uffici del giudice di pace (un nuovo assunto), Procura (uno), Tribunale (due unità). Infine Santa Maria Capua Vetere: due nuovi assistenti giudiziari lavoreranno in Procura, due in Tribunale e uno nell'ufficio notifiche e protesti.

Il più recente è il Comitato idonei assistenti giudiziari, costituitosi ad ottobre 2017, in seguito al concorso pubblico nel settore giustizia: chiede lo scorrimento totale della graduatoria in tempi rapidi per l'assunzione dei 1857 idonei. L'altro è il Comitato lavoratori giustizia che dal 2013 sostiene la battaglia per progressioni di carriera e meccanismi di incentivazione che valorizzino il lavoro dei dipendenti giudiziari, chiamati a collaborare per fronteggiare riforme, innovazioni e gravi e ataviche carenze di organico a fronte di competenze non sempre riconosciute, di confusione nelle attribuzioni dei ruoli e di quella che in una recente lettera al ministro Bonafede hanno definito «caotica e difforme gestione delle risorse umane negli uffici giudiziari».
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