Registro dei tumori, il grande flop
Napoli 1: unica Asl campana senza

Registro dei tumori, il grande flop Napoli 1: unica Asl campana senza
di Ettore Mautone
Lunedì 19 Marzo 2018, 10:27
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Inquinanti e veleni, smaltimenti illeciti, matrici ambientali a rischio, stili di vita errati, prevenzione. La correlazione tra fattori ambientali e l'incidenza di tumori, tra qualità delle cure sanitarie e mortalità, ovvero i tassi di sopravvivenza, non può prescindere dai numeri. A fornire dati certi e validati scientificamente sono i registri tumori. Dei 7 registri istituti in Campania nel 2012 (già con un ritardo di almeno 10 anni), l'unico che ancora manca all'appello è quello della Asl Napoli 1. Un registro quello della Asl Napoli 1 che per anni è stato frenato da carenze di uomini e mezzi. Solo negli ultimi mesi con l'arrivo del nuovo manager Mario Forlenza si intravede la luce in fondo al tunnel. Un'accelerazione imperniata anche su una convenzione stipulata con il dipartimento di Sanità pubblica dell'Università Federico II diretto da Maria Triassi e sulla valorizzazione del lavoro di alcuni funzionari interni alla Asl, epidemiologi, statistici e informatici.

Ciò dovrebbe consentire di recuperare il tempo perso e approdare in tempi brevi alla pubblicazione e certificazione dei primi dati, si stima già entro la prossima estate. Intanto il gruppo di lavoro procede anche alla rapida raccolta dei dati relativi ai codici 048 inseriti sulle ricette mediche di chi si ammala di tumore (per ricevere l'esenzione dal ticket), Dati da cui è possibile ricevere una prima immediata fotografia della incidenza di malattia. Un'analisi tuttavia incompleta e che, da sola, non ha valore certificato. Che solitamente si ritiene sia sovrastimato di almeno il 10% rispetto al valore reale di incidenza (residenti in altre province potrebbero ad esempio usufruire a Napoli di tale codice). Un dato che va integrato e incrociato con i complessi controlli previsti dalla griglia dell'ente certificatore nazionale (Airtum) con quelli di mortalità e sopravvivenza.

 

Ma che ha comunque il vantaggio di essere facilmente registrabile consentendo di recuperare anche i dati recenti insieme a quelli disponibili presso le banche dati dei medici di base organizzati in cooperative, laddove invece i registri, proprio a causa del lento recupero di dati, si fermano al 2012, 2013 e 2014. Avere tuttavia una fotografia della situazione di incidenza nei vari territori (a Napoli si parla di quartieri) consente di mitigare alcune fonti inquinanti, intervenire in maniera puntuale su altre aree a rischio senza perdere di vista le principali sorgenti dell'inquinamento in città rappresentate dalle polveri sottili del traffico veicolare, dalle ricadute di porto e aeroporto. Dal punto di vista ambientale registro o non registro è indispensabile a Napoli come in provincia intervenire con politiche di salvaguardia della salute pubblica imperniate su bonifiche, abbattimento delle polveri sottili, riqualificazione del verde urbano, interdizione, tracciabilità e smaltimento non solo e non tanto dei rifiuti solidi urbani ma di quelli tossici e speciali provenienti dalle attività industriali in nero, dall'edilizia (amianto) e dagli ospedali a fronte della totale mancanza di impianti per smaltire tali sostanze sul territorio regionale. Il registro infatti serve solo a dare indicazioni sullo stato dalla situazione sanitaria riguardo a incidenza e mortalità del cancro. In Campania oggi circa il 72% della popolazione campana risulta censita (una delle percentuali più alte d'Italia) e si lavora a individuare picchi localizzati per determinati tipi di tumori, (sia pediatrici sia dell'adulto), potrebbero emergere dal prosieguo dell'analisi di singoli territori, ovvero di gruppi omogenei di Comuni. Attualmente lo screening avviene per confini amministrativi mentre sarebbe preferibile lavorare su aree più vaste.
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