Rissa a Sorrento, dopo le denunce il Daspo: tre violenti in «esilio» dalla penisola

Rissa a Sorrento, dopo le denunce il Daspo: tre violenti in «esilio» dalla penisola
di Dario Sautto
Venerdì 22 Luglio 2022, 08:00
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Dopo le denunce e gli arresti per rissa, arrivano anche i provvedimenti del Questore, che vieta l'accesso in determinati luoghi ai violenti e anche a parcheggiatori abusivi e spacciatori. Da Napoli a Sorrento, passando per Castellammare di Stabia, i provvedimenti hanno colpito undici persone che, negli ultimi mesi, si sono rese protagoniste di una serie di reati. Per loro sono scattati anche il divieto di accesso nei locali o in alcune aree urbane per uno-due anni, come previsto dalle nuove norme sui daspo.

Il primo provvedimento riguarda tre persone coinvolte nella maxi rissa dello scorso primo maggio all'esterno della discoteca Filou di Sorrento, alle spalle della centralissima piazza Tasso. Due gruppi vicini agli ambienti del clan Di Martino di Gragnano e Pimonte da un lato, e della famiglia Imparato del rione Savorito affiliata al clan D'Alessandro di Castellammare dall'altro, erano stati coinvolti in una maxi rissa prima all'interno del locale, poi all'esterno. In strada, accoltellato e gravemente ferito Ciro Romano, 29enne di Pimonte, cognato di Vincenzo Di Martino, figlio del boss detenuto Leonardo «'o lione». Per quei fatti, i carabinieri della compagnia di Sorrento hanno identificato tutti i partecipanti denunciandoli a piede libero e arrestando anche il 21enne Baldassarre Genovese, autore della coltellata. Nel gruppo era presente anche una minorenne. Adesso, per due uomini e una donna del gruppo del «bronx Faito» del rione Savorito di Castellammare è arrivato anche il divieto di accesso ai pubblici esercizi o locali di pubblico trattenimento. La donna è Virginia Imparato, nipote del boss della zona Salvatore «'o paglialone».

A notificare il provvedimento, emesso dal Questore di Napoli, sono stati i poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, che hanno raggiunto nelle loro abitazioni i tre stabiesi notificando loro il divieto di entrare nei locali. Per le tre persone, almeno un anno di esilio da Sorrento e dai locali della movida. 

A quella maxi rissa parteciparono una decina di persone riferite ai due gruppi, tra cui un giovane con precedenti per spaccio, la sorella di un boss stabiese, e ancora la mamma e la fidanzata di uno dei presunti killer condannati per l'omicidio del 17enne di Gragnano Nicholas Di Martino. Mentre gli uomini si azzuffavano, le donne si lanciavano le scarpe, tanto che alcune tornarono a casa scalze. Per un'altra rissa, avvenuta in via Partenope a Napoli a febbraio dello scorso anno, erano state denunciate a piede libero per rissa aggravata, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e porto di armi od oggetti atti ad offendere due napoletani che ieri sono stati colpiti dallo stesso divieto. Tali provvedimenti, istruiti e predisposti dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura partenopea, prevedono il divieto, da uno a due anni, di accedere ai pubblici esercizi e ai locali di pubblico trattenimento dell'intera provincia di Napoli e nelle strade in cui si sono svolti i fatti nonché di stazionare nelle loro immediate vicinanze. Per due pusher di 31 e 35 anni, sorpresi a spacciare nei pressi di una scuola di via Carbonara a Napoli, il questore ha emesso il divieto di accedere ai pubblici esercizi e ai locali di pubblico trattenimento di quella zona nonché di stazionare nelle immediate vicinanze degli esercizi e dei locali delle aree interessate per la durata di quattro anni. 

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Infine, altri 4 provvedimenti di divieto di accesso alle aree urbane sono stati emessi nei confronti di quattro napoletani, tra i 41 e i 77 anni, sorpresi a svolgere attività di parcheggiatore abusivo tra via Mergellina e piazza Sannazzaro, tra via Vespucci e viale delle Metamorfosi, in via Marco Aurelio e da via Pietravalle a via Cavone delle Noci allo Scudillo. I quattro parcheggiatori abusivi dovranno tenersi alla larga dai territori in cui avevano svolto illegalmente l'attività per periodi che vanno dai tre mesi a un anno. 

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