Terra dei fuochi, Costa: «Roghi zero,
task force ma rafforzare differenziata»

Terra dei fuochi, Costa: «Roghi zero, task force ma rafforzare differenziata»
di Daniela De Crescenzo
Lunedì 23 Dicembre 2019, 08:17 - Ultimo agg. 09:26
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«Cinquanta carabinieri in più per stanare i criminali delle Terre dei Fuochi»: il ministro dell'Ambiente Sergio Costa commenta il provvedimento approvato all'interno del cosiddetto Milleproroghe e spiega: «In consiglio dei ministri abbiamo detto sì all'unanimità e tutte le compagini hanno assentito convintamente all'assunzione di cinquanta militari destinati alle indagini sui roghi tossici delle province di Napoli, Caserta, ma anche su quelli di Battipaglia, e di tante zone del Nord. La spesa sarà interamente a carico del ministero dell'Ambiente».

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Cinquanta militari, qualcuno dice che sono pochi...
«Non è così. I carabinieri che andranno ai Noe (Nuclei operativi ecologici, ndr) non svolgeranno quelle attività di controllo che pure sono necessarie, ma si interesseranno esclusivamente delle indagini. Per raggiungere l'obiettivo di roghi zero è necessario far scendere in campo anche chi ha un'esperienza propria nel campo delle inchieste. Cinquanta investigatori in più non sono pochi per arrivare alle aziende in nero e ai trafficanti di rifiuti. Lo dico per esperienza: quando da generale prima della Forestale poi dei carabinieri indagavo sulla Terra dei Fuochi il mio pool era formato da sei persone, le altre erano tutte operative».

Le proteste per i cattivi odori sono diffuse in Campania. Che fare?
«Alla Regione ho chiesto di acquistare i cosiddetti Nasi elettronici e il vicepresidente Fulvio Bonavitacola mi ha detto che sono già state avviate le pratiche necessarie. Ma non basta. Palazzo Santa Lucia deve aderire alle linee guida tracciate dal ministero approvando il provvedimento in giunta. Solo così ci potranno essere dei riferimenti certi».

La sensibile riduzione della plastic tax in sede di discussione nel governo non è la dimostrazione di una scarsa sensibilità ai temi ambientali?
«No, premesso che le tasse possono essere proposte solo dal ministero dell'Economia, devo ricordare che abbiamo approvato molte norme che incentivano la riduzione degli imballaggi e che sono materie di competenza dei ministero. Ma torniamo alla plastic tax: il governo ha ritenuto che non sia utile gravare sui produttori di plastica, visto che abbiamo varato una serie di incentivi per convincerli a riconvertirsi. E attenzione: il denaro per gli incentivi proviene dalle tasse sulle dalle emissioni del carbonio. Così si applica il principio: chi inquina paga».

In questi giorni in Campania c'è stata una grande polemica sulla indagine del professor Antonio Giordano che evidenzia la presenza di metalli pesanti nel sangue degli ammalati di tumore del giuglianese. Lei che ne pensa?
«Sappiamo tutti che bisogna analizzare il rapporto tra ingiuria ambientale e malattia. Quello di Giordano è un contributo, ma è importante che la comunità scientifica affronti il problema con spirito di collaborazione. La politica ha il dovere di non intervenire sulle ricerche, ma di accettarne i risultati e realizzare in conseguenza le norme. Per Terra dei fuochi bisogna dire basta alla sterile contrapposizione. Io, ad esempio, sono lieto che il governatore De Luca abbia deciso di utilizzare i medici di base che sono la prima sentinella sul territorio. Noi avevamo chiamato Epica il progetto che li includeva, lui lo ha chiamato Sinfonia, ma la sostanza non cambia».

E quando il danno è accertato, come a Taranto, cosa si fa?
«Io ho fatto introdurre la valutazione sanitaria predittiva nell'Aia. Ed è prima volta nella storia d'Italia. Anche la ArcelorMittal non ha obiettato perché si è resa conto che è necessario fare chiarezza».

In Campania la differenziata crolla. Perché questo smacco?
«Io avrei fatto un piano regionale diverso, ma adesso bisogna realizzare quello che è stato approvato e che scade nel 2022. E, soprattutto, bisogna far partire gli impianti di compostaggio necessari per la lavorazione dell'umido. Altrimenti la differenziata va in difficoltà visto che l'umido costituisce tra il 35 e il 40 per cento dei rifiuti raccolti separatamente. Io sto rinegoziando con il sistema di filiera il sistema premiale: bisgna incentivare chi ricicla più che chi differenzia».

Più facile fare il ministro con la Lega o con il Pd?
«Sui temi ambientali alla fine ci sono interessi comuni tra tutti i partiti: l'ambiente è di tutti.

Certo, con il Pd ci sono sensibilità più vicine».

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