San Giorgio, raid contro il sindaco:
«Omofobia oppure un ricatto»

San Giorgio, raid contro il sindaco: «Omofobia oppure un ricatto»
di Francesco De Sio
Domenica 13 Ottobre 2019, 09:47 - Ultimo agg. 09:48
3 Minuti di Lettura
Invertendo l'ordine dei fattori il prodotto, a San Giorgio a Cremano, non cambia. In sei giorni si passa dagli spari tra la folla in piena zona movida all'incendio di natura dolosa che l'altra notte ha carbonizzato due moto e un'automobile in un parco privato, nella zona residenziale di San Giorgio Vecchia. Ancora una volta la città si scopre ostaggio dei criminali. Ma questa volta c'è un motivo di preoccupazione in più: nel mirino del raid di venerdì notte è infatti il sindaco, Giorgio Zinno. Le piste sono tutte aperte, compresa quella dell'omofobia: Zinno, primo sindaco a usufruire della legge sulle unioni civili, ha ricevuto mesi fa una lettera minatoria con un messaggio inequivocabile.

 

I BOATI
L'orologio segna l'1.30 quando una serie di boati attira l'attenzione dei residenti del Parco dei Pini. Nei vetri delle finestre delle abitazioni rimbalza un bagliore insolito, con il fuoco che in pochi minuti inghiotte due scooter e una monovolume nel bel mezzo del parcheggio. Le fiamme vengono notate anche dai clienti di un pub adiacente. Quando partono le prime chiamate alle forze dell'ordine, praticamente tutti hanno colto la portata dell'accaduto. I vigili del fuoco lo certificano in breve tempo: il rogo è stato appiccato di proposito e il motociclo sul quale è stata versata un'abbondante quantità di benzina è proprio quello del primo cittadino. Con la zona rimessa in sicurezza in meno di un'ora, la palla è quindi passata ai carabinieri della stazione di via Bachelet, accorsi per primi sul posto. Il bilancio finale è di sette mezzi coinvolti in totale, di tre di essi resta riconoscibile solo la carcassa. Le indagini, condotte dal comandante Gerardo Avolio e supervisionate dalla compagnia di Torre del Greco, sono partite già in nottata: a risaltare, visto il coinvolgimento di più veicoli e la portata dell'incendio, l'inesperienza dei piromani, i quali hanno probabilmente ecceduto con il quantitativo di combustibile per andare sul sicuro. I malviventi avrebbero sfruttato il fermento della movida del vicinissimo locale per entrare in azione nella proprietà privata e dileguarsi senza dare nell'occhio. Si attende un responso dalle telecamere.
IL MOVENTE
Riflettori puntati poi sul movente dell'intimidazione. Già a giugno dello scorso anno, alla vigilia del Gay Pride di Pompei, Zinno aveva ricevuto per posta una busta minatoria anonima contenente due proiettili e un biglietto di insulti omofobi. Gli investigatori non escludono a priori un possibile collegamento, ma nel mirino ci sono anche le delicatissime dinamiche della politica locale, a pochi mesi dalle elezioni amministrative di maggio. Il clima teso dell'ultimo periodo aveva portato la settimana scorsa al rinvio dell'approvazione del regolamento per la disciplina delle sale slot cittadine, normativa approvata poi venerdì sera, poche ore prima dell'episodio incriminato. Complicato, anche in questo caso, ipotizzare un collegamento diretto. Più semplice - ma decisamente più torbido - pensare a dinamiche che leghino indirettamente la macchina amministrativa con il microcosmo della criminalità locale. In questo senso potrebbero entrare in gioco, secondo i più maliziosi, promesse a qualche personaggio scomodo non mantenute nel corso della consiliatura. Solo congetture, per ora. Nel frattempo Zinno ha fatto il pieno di messaggi di vicinanza, non ultimo quello del consigliere di opposizione Aquilino Di Marco, anch'egli colpito da un episodio analogo ai tempi dell'ultima sua candidatura a sindaco nel 2014: «Atti di sciacallaggio politico non mi appartengono - ha sottolineato - per questo oggi esprimo la mia piena solidarietà al sindaco».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA