Sanità a Napoli, Verdoliva: «In tutti i pronto soccorso filtro per i casi meno gravi»

Il manager: codici bianchi in ambulatorio

Ciro Verdoliva
Ciro Verdoliva
di Ettore Mautone
Martedì 15 Agosto 2023, 10:32
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Pronto soccorso sempre più affollati e impraticabili, penuria di personale sanitario che diserta i concorsi per le prime linee e lascia appena può le trincee dell'emergenza. Aggressioni e violenze di un'utenza sempre più intollerante ai disagi e alle attese. E poi: ospedali da rifondare dopo la pandemia da Covid, un filtro territoriale tutto da costruire, l'incognita delle Case e Ospedali di Comunità che nessuno sa con quale personale funzioneranno. Sono tante le domande a cui dare risposta a cui Ciro Verdoliva, direttore generale della Asl Napoli 1 non si sottrae.

A Bergamo, per controlli, visite e altre prestazioni a bassa urgenza ha esordito il pronto soccorso a pagamento e senza file. Qual è il modello della Asl Napoli 1 per venire a capo degli ingorghi in pronto soccorso?
«Abbiamo attivato nei pronto soccorso gli ambulatori a bassa complessità da quasi un anno».

Di cosa si tratta?
«Sono postazioni di medici di continuità assistenziale e non sono a pagamento. Stanno andando molto bene con grande soddisfazione dei pazienti. Il modello Bergamo è inaccettabile, aumenta la disparità tra chi ha possibilità economiche e chi no».

Come è organizzato questo servizio?
«È stato attivato sia all'Ospedale del mare che al Pellegrini ed al San Paolo.

I pazienti con codici bianchi o bianco-verdi non attendono più ore per entrare nei Pronto Soccorso ma vengono dirottati - con attese brevissime - verso questo ambulatorio e ne escono dimessi con già la prenotazione per eventuali ulteriori esami».

Quante prestazioni vengono effettuate al giorno?
«All'Ospedale del mare sono circa 30, al Pellegrini circa 60 ed al San Paolo 40. In quest'ultimo abbiamo un grande accesso di pazienti in codice bianco o verde. Collaborano anche personale infermieristico ed Oss in sinergia con i servizi i sociali. È attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 ed il sabato dalle 9 alle 13.30. In qualsiasi momento, l'infermiere di triage può consultarsi con il dirigente medico in servizio al Ps».

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Quali gli obiettivi di questo nuovo servizio?
«La riduzione di tempi di attesa per i pazienti a cui è stato assegnato il codice a bassa complessità, una proporzionata riduzione dei tempi d'attesa per gli altri pazienti, un'apprezzabile riduzione della conflittualità. I pazienti devono essere auto-sufficienti, sintomatici, ma non sofferenti, e dotati di una sufficiente capacità cognitiva o adeguato supporto familiare».

Veniamo alle aggressioni: un nodo irrisolto che pesa tanto sulle scelte dei medici che lasciano le prime linee.
«Episodi gravi, segnale di un'insofferenza alle regole introdotte da qualche anno. Dall'accesso ai Pronto soccorso alla presenza di visitatori nei reparti a qualsiasi ora, la musica è cambiata. Servono, però, anche processi immediati e pene esemplari a carico di chi si macchia di questi reati. Siamo solidali con il nostro personale. È necessario che si intervenga in analogia a come lo si è giustamente fatto nei confronti della violenza contro le donne. Serve certezza della pena con processi rapidi e condanne esemplari. Che siano proiettili, pugni, schiaffi o insulti, ogni colpo è un colpo che alla fine si ritorce contro tutta la collettività. Una parte della popolazione si sente al di sopra della legge, c'è un senso di impunità, ed è su questo aspetto che bisogna assolutamente lavorare».

Come riaprire i pronto soccorso chiusi (Santa Maria di Loreto e San Giovanni Bosco) ed evitare altre chiusure per mancanza di personale?
«Il problema è complesso e non riguarda solo la Campania. I numerosi concorsi pubblicati da quest'Azienda negli ultimi anni finalizzati al reclutamento di personale hanno visto una scarsissima partecipazione e, soprattutto, anche la rinuncia di chi aveva vinto e ricevuto la nota di assunzione. Tutto questo non ha permesso di ampliare la pianta organica in relazione alle effettive necessità dopo anni di blocco del turn-over negli anni del Commissariamento».

La soluzione?
«Passa da decisioni relative al contratto, ai trattamenti economici e di carriera che sono assunte soprattutto dal livello nazionale di governo».

Il problema è nazionale ma la Campania sembra soffrire di più?
«La Campania è stata mortificata dal blocco del turn over nei tanti anni del Commissariamento che ha provocato una vera e propria frattura generazionale tra il passato e il presente».

Lei è preoccupato?
«Sono molto preoccupato ma oltre che dell'attuale situazione di mancanza di personale, lo sono estremamente della mancanza di soluzioni che non arrivano. Dispiace che si arrivi a ricevere domande quando da mesi, ma forse anche da anni, ad alta voce gridiamo che la mancanza di personale nelle aree di emergenza è un problema serio».

Dal prossimo anno dovrebbero arrivare più soldi in busta paga ai medici di pronto soccorso?
«Con un'inflazione alle stelle come si possono accettare pochi spiccioli di aumento, tra l'altro in un frangente nel quale lo sforzo e l'impegno è moltiplicato oltre misura».

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