Sigarette, a Napoli arriva il contrabbando avvelenato dalla Bielorussia

Sigarette, a Napoli arriva il contrabbando avvelenato dalla Bielorussia
di Pietro Treccagnoli
Sabato 14 Ottobre 2017, 23:58 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 08:49
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Sono sottili, superslims, come recita la scritta sul pacchetto. Bianche, finanche nel filtro. Sono le «cheap white», tradotto: le bianche economiche, a buon mercato. Nel gergo di chi combatte il contrabbando sono etichettate come «illicit white». Addio bionde, quindi. E addio Italia. Le bianche vengono dalla Bielorussia, ovvero la Russia Bianca. E, tanto per non sbagliare, la marca più diffusa si chiama Minsk, come la capitale del Paese del discusso Aleksandr Lukashenko. L’altra marca che troneggia nelle bancarelle di Porta Nolana, del Bùvero e (meno) di Forcella è la Nz, nello specifico la Black, più forte, si fa per dire, perché, per un fumatore incallito, è roba leggera, neanche tanto differente nel gusto dalle abituali sigarette che si trovano dal tabaccaio. Ma è pure roba illegale e probabilmente pericolosa, perché non risponde ai protocolli europei.

Nei mercatini popolari di Napoli si vendono più del pane. A via Sopramuro, in meno di cento metri di banchetti di sigarette se ne trovano almeno una dozzina, talvolta uno accanto all’altro. La merce è sempre la stessa. È il trionfo del cirillico. Perché pure i pacchetti delle marche conosciute in Italia si presentano con caratteri slavi, in particolare nelle scritte che mettono in guardia minacciosamente verso i pericoli del fumo. Winston, Chesterfield, Marlboro, Diana, Regina, American Legend, in fila con altri pacchetti meno noti. Le immagini dissuasive delle Minsk e delle Nz sono molto più esplicite di quelle alle quali siamo abituati. Puro terrorismo: il busto di un pover’uomo così scarnificato, con le costole in evidenza scheletrica, tanto da sembrare uno scampato da un lager; o un tonico torso nudo maschile con una mano femminile dalle unghie smaltate di rosso che copre il sesso e fa il gesto del pollice verso, e su tutto, in cirillico, la scritta «Impotenza». Minacce da farti strozzare alla prima boccata.

Le «cheap white» sono prodotte legalmente in un Paese con lo scopo di immetterle in commercio di contrabbando in un altro Paese. Non sono sottoposte né ai controlli di qualità europei né alle tasse. E secondo le stime più recenti rappresentano il 5,6 per cento del mercato italiano. Ma girando per i mercati popolari napoletani siamo piuttosto vicini al 100 per cento. Sono prodotte direttamente una società, la Grodno Tobacco Factory Neman di proprietà del governo bielorusso. Ma chi le compra? Perché, se dilagano, il mercato è fiorente assai. Franco (così dice di chiamarsi), con il banchetto all’imbocco della storica porta aragonese, non esita un secondo a rispondere: «Tutti». Quindi non solo gli immigrati dell’Est? «Sesé, dovessi campare con quelli là. Comprano soprattutto gli italiani. Dotto’, la miseria che ci sta in giro è troppa». 

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