Strage familiare nel Napoletano:
uccide moglie e figlio e si impicca

Strage familiare nel Napoletano: uccide moglie e figlio e si impicca
di Marco Di Caterino
Lunedì 5 Dicembre 2016, 09:07 - Ultimo agg. 20:01
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Tre morti, tra cui un bimbo di appena tre anni. E sua madre. L'ultima tragedia familiare nel Napoletano si è consumata nel silenzio, in una casa e nell'androne di un palazzo. È avvenuta nella notte scorsa a Frattaminore, in via Liguori 51, dove la polizia ha trovato un uomo impiccato, e moglie e figlioletto di tre anni morti per cause da accertare. Una strage. Gennaro Iovinella, di 50 anni, è stato trovato impiccato nell'androne del palazzo dove la famiglia abitava. Il corpo senza vita della moglie Catia Perrotta, 40 anni, e del figlio di tre anni sono stati invece trovati in casa. Secondo fonti investigative la coppia era in procinto di separarsi.
 

 

Gli investigatori non hanno dubbi: si  è trattato di un omicidio-suicidio. A trovare il cadavere dell' uomo è stato un vicino di casa. L'uomo era disoccupato e lavorava saltuariamente (era in attesa di uno posto presso una ditta di pulizie) Questa circostanza, secondo quanto si apprende, era all'origine dei litigi. Il gesto è avvenuto in una palazzina signorile di due piani nel centro di Frattaminore, nei pressi della chiesa di San Maurizio. All'esterno del civico 51 di via Liguori si è radunata una folla di amici e vicini della coppia, originaria della vicina Frattamaggiore dove la donna, Catia Perrotta, ha lavorato come commessa.
 

Uno dei cognati ha invece un negozio a Frattaminore, nei pressi dell' abitazione dove è avvenuta la tragedia. «Tempo fa - racconta un conoscente - i due gestivano una pizzeria, a Frattamaggiore, che però sono stati costretti a chiudere». Sul posto sono al lavoro gli agenti della polizia scientifica mentre si sta attendendo l'arrivo del pm di turno della Procura della Repubblica di Napoli Nord

Una famiglia segnata da lutti e violenze, nelle cui pulsioni c'è forse la ragione del tragico gesto di Gennaro Iovinella, l'uomo che nelle prime ore di questa mattina ha ucciso la moglie e il figlio di appena tre anni. Quattro anni fa, il padre di Gennaro Iovinella, si tolse la vita in carcere, nel quale scontava una pena per violenze in famiglia e in particolare nei confronti della moglie. «Mio fratello - ha detto Sofia Iovinella - ha ricevuto un brutto colpo quando si è visto notificare la richiesta di divorzio. Aveva chiesto alla moglie di aspettare qualche anno, in modo tale da poter crescere il piccolo Luigi in una famiglia unita. Così non è stato. Lo abbiamo visto ieri, e non ci è sembrato che avesse qualche problema». Intanto è stato chiarito anche il "giallo" di una presunta denuncia ai carabinieri, presentata da Katia Perotta. Le donna, un mese fa, accompagnata dal suo legale, aveva chiesto ai militari se poteva abbandonare il tetto coniugale e se questo avrebbe poi inciso negativamente nella causa del divorzio. 

«Non si era rassegnato alla separazione, voleva che il rapporto andasse avanti, almeno fino a quando Luigi non fosse stato più grande. Non ci sono parole per descrivere quello che è accaduto» hanno detto Agostino e Sofia, fratelli di Gennaro Iovinella.
Stamattina molti parenti della coppia, sorelle e cognati di lei e di lui, si sono recati nell'abitazione dove è avvenuta la tragedia. Quasi nessuno ha voglia di parlare. Chi li conosceva sapeva dei loro problemi sentimentali e di lavoro.


«Qualche segnale, quando accadono cose del genere, c'è sempre. Si volevano separare e la sentenza era attesa per il prossimo aprile». Lo dice don Maurizio Patriciello, il parroco anti roghi di Caivano, originario di Frattaminore, che si è recato stamattina nell'abitazione di via Liguori 51 dove Gennaro Iovinella, 50 anni, ha ucciso la moglie Caterina Perotta, 40 anni, il figlioletto di appena tre anni, e poi si è tolto la vita. «Stare in una casa piccola come quella dove abitavano, fino ad aprile, era impensabile», ha detto ancora don Patriciello. «Non li conoscevo, io abito qui vicino, loro sono di Frattamaggiore».

Nell'abitazione vicina a quella dove si è verificata la tragedia ci sono ora le due sorelle di Catia: «sono distrutte - fa sapere don Maurizio - della famiglia di lui, invece, non ho visto nessuno».

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