Torturarono un cane fino alla morte: scovati e condannati nel Napoletano

Torturarono un cane fino alla morte: scovati e condannati nel Napoletano
di Francesco Gravetti
Domenica 2 Giugno 2019, 09:00
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Cinquanta anni uno, quasi 70 l'altro. Due adulti. Non una baby gang, non ragazzini incoscienti. Due persone consapevoli che nell'agosto 2016 si resero protagonisti di un gesto barbaro, per certi versi incredibile: legarono un cane alla loro automobile, lo trascinarono per chilometri e poi lasciarono il corpo senza vita dell'animale in aperta campagna, ancora col cappio al collo. Tre anni dopo, per quel gesto assurdo è arrivata una condanna: un anno di reclusione per A. A. e G. D., più il pagamento delle spese processuali. La pena è stata sospesa perché entrambi risultano incensurati.
 
I responsabili della morte di «Triste», così fu battezzato il cane quando fu trovato senza vita dai cittadini, hanno dunque un nome: merito dell'associazione animalista «Nerone and friends» che ha presentato la denuncia, di un cittadino di Palma Campania, della testardaggine di Giovanni De Pietro, che ha acceso i riflettori sulla vicenda rifiutandosi di chiudere gli occhi di fronte a una morte violenta, e dei carabinieri, che non hanno smesso di indagare, supportati da altri cittadini che hanno dato una mano come hanno potuto. Il fatto avvenne a Palma Campania: il cadavere del cane randagio fu trovato all'interno di una traversa di via Nuova Sarno, in periferia. Il corpo era ai margini della strada, con una corda ancora stretta al collo ed evidenti segni di percosse: era la prova che il cane non poteva essere morto per cause naturali, che qualcuno lo aveva torturato. Il caso fu segnalato sui social da Giovanni De Pietro, che allertò l'associazione «Nerone and friends», che da anni a Palma Campania si occupa di diritti di animali. La denuncia portò all'acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Fu la svolta: dai frames si vedeva in maniera chiara la macchina con la quale il cane era stato trascinato, prima lungo la Circumvallazione, poi lungo via Nuova Sarno. Non solo: anche i volti dei due balordi si vedevano piuttosto bene. Risalire alla loro identità non è stato difficile e così i due sono finiti alla sbarra.

I due hanno provato a difendersi, ma le prove sono apparse inoppugnabili: il giudice monocratico del tribunale di Nola Laura Sabato ha condannato entrambi ad un anno di reclusione, con la sospensione della pena. «Ma, al di là dell'entità della condanna, è significativo il fatto che dopo due anni quella morte atroce abbia trovato giustizia. È un messaggio importante: chi maltratta gli animali non sempre la passa liscia», dice Alessandro Lauri dell'associazione «Nerone and friends». Il ritrovamento del cadavere del cane, del resto, suscitò grande commozione: in tanti condivisero sui social network la notizia del povero animale morto dopo essere stato torturato. Il cane fu ribattezzato «Triste», perché triste era la sua vicenda di randagio che, per l'incoscienza di due esseri umani, aveva concluso anzitempo la sua vita e, per giunta, nel peggiore dei modi. Del resto, anche dalla relazione del veterinario nominato dalla procura di Nola è emerso che il cane è morto per soffocamento ma anche per le numerose ferite ed escoriazioni riportate durante il trascinamento: una sofferenza tremenda che, almeno, ha avuto giustizia.
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