Duemila persone fragili (a prescindere dall’età e definite tali in ragione delle patologie croniche da cui sono affette) e 800, tra pazienti vulnerabili e disabili, sono state chiamate ieri a vaccinarsi dalla Asl Napoli 1 alla Mostra d’Oltremare (di cui cieca il 90 per cento dei vaccinati) e oggi si replica, con altri 1.600 fragili. Uno sprint finale - prima dell’apertura della piattaforma di prenotazione senza limiti di età - che mira a completare l’immunizzazione delle categorie considerate prioritarie. Questo almeno per i deambulanti. Per i pazienti non autonomi si procede invece a rilento. I non deambulanti prenotati e non ancora vaccinati con la prima dose a Napoli erano, al 30 maggio scorso, il 37 per cento su una platea di prenotati di circa 9 mila tra gli over 80 (3.400) a cui vanno aggiunti oltre 2 mila (su 3.550) tra i fragili e oltre mille (su 2.400) tra i disabili. In totale si tratta di 6.400 individui che si sono autodichiarati, all’atto della prenotazione, non deambulanti e pertanto da raggiungere al loro domicilio per essere vaccinati. Una platea da sottoporre a vaccinazione nel più breve tempo possibile con le articolazioni della medicina territoriale.
La vaccinazione a domicilio, tuttavia, è una funzione espletata soltanto dalle sei Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) attive in città e dai medici di famiglia vaccinatori che hanno stipulato un’intesa con l’Asl cittadina.
Un lavoro che portiamo avanti con notevoli difficoltà in quanto il tempo da dedicare a questa attività è insufficiente e va sottratto all’orario di studio. I nostri pazienti li abbiamo vaccinati tutti. Ora stiamo prendendo appuntamenti giornalieri per smaltire questa ulteriore massa di persone. Personalmente ho trovato una modalità alternativa, una sorta di “drive-in” organizzato davanti al mio studio dove c’è spazio a sufficienza. Chi riesce ad accompagnare in macchina un genitore o un nonno riceve la vaccinazione direttamente in auto. Attendono 15 minuti per verificare che non ci siano reazioni allergiche e il paziente torna a casa. Una modalità che facilita molto un compito gravoso ma essenziale di cui la medicina di famiglia si è fatta carico. Nel mio quartiere su una popolazione di 100 mila abitanti sono 200 i pazienti di altri colleghi che tocca a noi tre vaccinare, 80 sono in carico a me». «Andare al domicilio non è semplice, ci sono problemi di parcheggio, di ascensori che spesso mancano, di tempi. In una giornata se ne riesce a fare massimo uno o due» aggiunge Silvestro Scotti, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Napoli con studio a Bagnoli anche lui tra i prestatori d’opera per i medici non vaccinatori.
Con la nuova fase della vaccinazione di massa che si profila all’orizzonte il sistema degli hub in cui concentrare migliaia di persone potrebbe tuttavia essere progressivamente accantonata. Il commissario nazionale di governo Paolo Figliuolo ha infatti avviato un’indagine nelle principali Asl italiane per capire quanto costa una vaccinazione somministrata negli hub a fronte dei costi di quelle erogate dal medico o in farmacia i cui oneri sono invece noti. Per un medico che effettui la vaccinazione presso il proprio studio il costo è di 12 euro complessivi (prima e seconda dose, ossia 6 euro a puntura). Stessa spesa per le casse pubbliche anche in Farmacia o dal pediatra di base. A domicilio si sale a 9 euro a dose, 18 complessivi per la doppia somministrazione.