Vaccini anti-Covid, la Campania è prima con 4 milioni di dosi iniettate

Vaccini anti-Covid, la Campania è prima con 4 milioni di dosi iniettate
di Ettore Mautone e Adolfo Pappalardo
Venerdì 11 Giugno 2021, 23:39 - Ultimo agg. 24 Marzo, 04:47
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Bordate contro la gestione della vicenda Astrazeneca. E, naturalmente contro il commissario. Il canovaccio del governatore De Luca, nel corso della sua consueta diretta settimanale, insomma è sempre in attacco. E non sembra per nulla rabbonito dall’aver raggiunto e superato, ieri, il traguardo dei 4 milioni di vaccini. Non solo perché, dati del commissariato alla mano, la Campania risulta prima per somministrazione di vaccini.  

La Campania, infatti, dal 16 aprile risulta la prima regione per somministrazione di sieri, superando anche il target di dosi stabilito dal Commissariato.

Andamento simile alla Lombardia solo che la nostra regione va molto meglio. In particolare, lo dicono i dati ufficiali, la Campania, da quasi due mesi, supera il tetto degli obbiettivi da raggiungere. Siamo a quasi dieci punti oltre. Perché a base 100, l’obiettivo, la Campania è ora a 109,6. Per dare un’idea l’Emilia è al 98, il Lazio a 97 e Toscana e Veneto a 95. Mentre la Lombardia è a 104,5. Mentre la Puglia è seconda a 108,5.

Ma nonostante l’ottima performance De Luca va allo scontro. 

«Stiamo assistendo in queste ore a una vicenda che è francamente sconcertante rispetto al vaccino Astrazeneca. Il governo doveva fare due cose: garantire all’Italia la produzione autonoma di vaccini e garantire un’informazione scientifica semplice, univoca e affidabile. Non ha fatto né l’una né l’altra cosa. In modo particolare, dal punto di vista della comunicazione ai cittadini, siamo di fronte a quello che potremmo chiamare un vero e proprio disastro», attacca De Luca che poi se la prende con il commissariato: «Siamo l’unico Paese al mondo nel quale la gestione del piano anti Covid non è affidata direttamente al ministero ma a una struttura esterna, il commissariato. Questo modello organizzativo è contraddittorio e improduttivo».

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Perché, spiega «nella gestione della battaglia contro il Covid ci sono fondamentalmente due aspetti: quello organizzativo e logistico, la distribuzione dei vaccini, che non richiede premi Nobel per essere portata a conclusione, e la parte medico-scientifica che deve garantire la certezza sanitaria sull’uso dei vaccini».

«Oggi noi dovremmo porre un quesito: per quelli che sono sotto i 60 anni e che hanno fatto la prima dose di vaccino Astrazeneca che cosa dobbiamo fare? Io questa domanda a chi la devo rivolgere, a un generale dell’Esercito o a un medico? Siamo in una situazione - aggiunge De Luca - in cui io, presidente di Regione, non so a chi devo fare la domanda». Ma l’ex sindaco di Salerno taglia direttamente la testa al toro e annuncia come in Campania «non sarà somministrato Astrazeneca sotto i 60 anni ma si cercherà di fare solo i richiami per chi, in questa fascia d’età, ha già fatto la prima dose». 

E in questa regione le persone in attesa del richiamo con il farmaco Vaxzevria, prodotto da AstraZeneca, da qui agli inizi di agosto, sono circa 420 mila. E su quest’ultimi richiami da fare con Astra Zeneca, nella fascia d’età dai 60 ai 79 anni sono circa il 50 per cento. 

«Rivolgo ancora una sollecitazione ai cittadini della città di Napoli, se vogliamo raggiungere l’obiettivo di somministrare la prima dose entro inizio luglio perlomeno al 70 per cento della popolazione interessata e avere quindi l’immunità di gregge. Mancano 300mila cittadini nella fascia d’età superiore ai 12 anni». Abbiamo vaccinato ad oggi con la prima dose 450mila cittadini, il 54 per cento. Bisogna fare uno sforzo ulteriore perché la popolazione interessata alla vaccinazione è di 839mila cittadini e dobbiamo - conclude - raggiungere l’obiettivo di immunizzare Napoli entro gli inizi di luglio». 

Ma almeno i positivi continuano a calare: a ieri sono 199 i casi positivi su 8.686 tamponi ma purtroppo ci sono da registrare anche 11 decessi. 

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