Via Marina, le palme condannate
a morte per i lavori infiniti

Via Marina, le palme condannate a morte per i lavori infiniti
di Pierluigi Frattasi
Sabato 11 Agosto 2018, 11:52
3 Minuti di Lettura
Alberi secchi, degrado, cumuli di rifiuti, perdite d'acqua dalle aiuole. Una fotografia sconcertante quella scattata ieri mattina dal sopralluogo tecnico sullo stato del verde in via Marina, chiesto dalla commissione Ambiente. Della folta chioma rossa dei pruni che decorano le aiuole della rotonda Stella Polare c'è solo il ricordo, ormai. Gli alberelli piantati con il restyling sono bruciati dal sole. Le poche foglie rimaste, accartocciate sui rami secchi. Anche del prato all'inglese che costeggia la corsia centrale di via Vespucci e via Alessandro Volta non c'è quasi più traccia. L'erbetta verde piantata due anni fa è del tutto scomparsa, ingiallita o inghiottita da rovi e sterpaglie. Quando non sommersa dai rifiuti. Mentre all'altezza dell'Agenzia delle Entrate una probabile perdita d'acqua ha creato una sorta di stagno, con cespugli alti quasi due metri e un brulicare di insetti.

L'ESPERTO
In campo l'agronomo del Comune di Napoli, Nando Ferranti, che ieri mattina ha verificato le condizioni di alberi e aiuole. Il sopralluogo tecnico era stato chiesto dalla commissione Ambiente, per monitorare lo stato della vegetazione dopo lo stop dei lavori su via Marina 5 mesi fa e la rescissione del contratto con la ditta arrivata a giugno. L'équipe tecnica ha percorso i 2 km dell'asse costiero con i commissari Gaudini, Stefano Buono e Aniello Esposito. Nel mirino soprattutto il sistema di irrigazione. «L'impianto di innaffiamento c'è, come ha appurato l'agronomo - spiega Marco Gaudini (Verdi), presidente della commissione Ambiente - ma non è stato messo in funzione, ne si sa se sia funzionante. Da un primo riscontro l'agronomo ha evidenziato che il tipo di impianto a spruzzo installato non sembra essere quello più adeguato per le palme washingtonia, perché quando innaffia il prato sottostante rischia contemporaneamente di far marcire il tronco dell'albero». Sistema, peraltro, ha sostenuto il tecnico, che per funzionare a dovere richiede anche che ciascun erogatore sia ben regolato, altrimenti si rischia che lo spruzzo possa investire le auto in corsa.

Sul funzionamento del sistema di irrigazione il Comune ha chiesto chiarimenti alla ditta con una nota a fine luglio, alla quale si attende ancora risposta. Più confortante, invece, secondo l'esperto la condizione delle palme, che sembrano aver superato la fase critica del trapianto e appaiono già autonome e in grado di sostenersi: in alcuni casi sono anche in fioritura. Il problema è che non vengono innaffiate e molte di queste sono secche e bruciate dal sole. Stesso discorso per i prunus a foglia rossa piantati sul marciapiede interno di via Marina verso il parcheggio Brin, per lo più rinsecchiti per mancanza di innaffiamento. Mentre hanno un aspetto più florido gli ibiscus, per i quali è stato allestito un impianto di irrigazione a goccia.

IL BLITZ
Non manca ovviamente qualche eccezione. Nel corso della verifica visiva, l'agronomo del Comune ha notato che alcune palme presentano una chioma sfrondata. Mentre il fusto di una pianta presenta i segni di un incendio. «È sconcertante - commenta Stefano Buono, consigliere dei Verdi - vedere chilometri di prato verde bruciati dal sole perché non funziona l'impianto di irrigazione». «Bisognava porsi fin dall'inizio - incalza Aniello Esposito (Pd) - il problema della manutenzione costante. La perdita della vegetazione appena piantata rischia di produrre un danno erariale». «Chiederemo di accelerare le procedure per riavviare i cantieri - conclude Gaudini - Se i tempi dovessero rivelarsi lunghi, bisognerà trovare soluzioni alternative per non far morire le piante. I tecnici accertino se esistono responsabilità in capo alla ditta per il mancato funzionamento dell'irrigazione».

LE PALME
Sono circa 200 le palme piantate lungo via Marina. Inserite nel progetto come miglioria a carico della ditta aggiudicatrice del bando. Inizialmente si era pensato di utilizzare le palme californiane del tipo washingtonia filifera, che però, essendo alte solo 4,5 metri, rischiavano di interferire con i cavi del tram ed erano difficili da reperire sul mercato. Il Comune, quindi, ha optato per la palma messicana, la washingtonia robusta, ad alto fusto, immune peraltro al punteruolo rosso. Il pestifero coleottero che negli ultimi anni ha fatto strage delle palme canariensi e dattilifere di viale Augusto e della Villa Comunale.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA