Ercolano, oro e anelli: era il tesoro del fuggiasco ritrovato

Ercolano, oro e anelli: era il tesoro del fuggiasco ritrovato
di Carlo Avvisati
Giovedì 2 Dicembre 2021, 08:36 - Ultimo agg. 3 Dicembre, 09:26
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Delle monete e qualche oggetto prezioso, forse un anello: tutto il suo tesoro, o, almeno, quello che era riuscito a raccogliere in fretta e furia in casa, mentre il pavimento gli ballava sotto i piedi e il mondo stava per cadergli addosso, lo aveva buttato in una cassettina di legno che aveva messo in una sacca e se ne era scappato verso la spiaggia, stringendola al petto. Lo hanno trovato così, qualche mese addietro, con la cassettina ancora stretta al petto. E gli oggetti che, a malapena, si intravedevano, tra il fango solido e il legno mineralizzato. «Galleggiava tra ceneri e gas bollenti scesi dal vulcano», spiega Pier Paolo Petrone, l'antropologo forense della Federico II di Napoli, che sta studiando i resti, prima dell'imminente rimozione dal banco di cinerite. Un dato, quello del «galleggiamento» - siamo 30 metri sotto il livello della spiaggia attuale, ma 60 centimetri sopra la spiaggia antica - caratteristico sia per i corpi ritrovati nei fornici (magazzini di rimessaggio delle barche e deposito per gli attrezzi da pesca) dall'archeologo Peppino Maggi negli anni Ottanta del secolo scorso che nell'area di Oplonti.

La nuvola di gas e ceneri che investì il fuggiasco viaggiava a circa 300 chilometri all'ora con temperature tra i 5-600 gradi centigradi. Il colore rosso accesso delle ossa è «l'impronta lasciata dal sangue della vittima», dice il direttore del Parco Francesco Sirano, spiegando che si tratta di una conseguenza del particolarissimo processo di combustione provocato a Ercolano dalla corrente di magma, cenere e gas.

Partendo anche da questi elementi, archeologi, antropologi, fisici, chimici, e vulcanologi cercheranno di capirne di più sulle dinamiche dell'eruzione tra aree più o meno contigue e di mettere a punto un modello d'impatto utile in caso di una catastrofe che si annunciasse simile a quella del 79 dopo Cristo.

Il recupero dello scheletro, che si presenta privo delle tibie, strappate e disperse forse da un impatto violento con lastre, tronchi e quant'altro, dovrebbe avvenire entro una decina di giorni, al termine delle indagini e di rilievi da fare in loco.

Allora si procederà a «tagliare» il «pane di fango» che ingloba i resti e a trasportarli in un laboratorio dove poterlo liberare da ogni residuo. Le prime indagini fanno pensare a un uomo robusto, di circa 40-45 anni, verosimilmente alto 1,65 metri. La postura fa pensare che, nell'ultimo istante di vita, si sia girato e abbia guardato la montagna che esplodeva e la sua città rasa al suolo.

Laser scanner saranno utilizzati per ricostruire in 3D lo scheletro e magari riposizionarlo proprio dove è stato rinvenuto nell'ambito di un progetto sponsorizzato dal Packard humanities institute che, spiega l'archeologo Domenico Camardo, è finalizzato all'allestimento di un percorso che consentirà ai visitatori di raggiungere la Villa dei Papiri ripercorrendo la passeggiata sul lungomare antico. Sull'antica spiaggia sono stati ritrovati anche arbusti, radici di albero ad alto fusto, grandi travi, pannelli appartenenti probabilmente a controsoffitti e coperture degli edifici; materiale su cui stanno lavorando i restauratori del gruppo multidisciplinare per meglio definirlo anche in previsione di nuovi interventi di restauro: «È stato necessario realizzare un complesso progetto di ingegneria idraulica per creare una raccolta di acque sorgive che saranno smaltite lontano dall'antica spiaggia. In prospettiva il progetto permetterà ai turisti di frequentare la zona e vedere da vicino fornici e i calchi degli oltre trecento scheletri, attrazioni principali del parco archeologico».

«Quando si scavano resti come quelli che restituisce Ercolano», riflette Sirano, «le emozioni sono sempre forti: quest'uomo nell'attimo di crollare ha trattenuto stretta una sacca al cui interno si intravedono oggetti di sicuro interesse storico e antropologico che verranno recuperati con un apposito progetto».
 

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