Paestum, Eros a cavallo del delfino ritrovati nel «tempietto»: subito in mostra nel museo rinnovato

Ex voto inseriti nel nuovo allestimento che verrà inaugurato tra maggio e giugno e in estate le visite guidate nel cantiere che potrebbe riscrivere la storia nel parco archeologico

Eros a cavallo del delfino
Eros a cavallo del delfino
Maria Pirrodi Maria Pirro
Domenica 16 Aprile 2023, 16:45 - Ultimo agg. 17 Aprile, 12:03
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Incantevole sotto le stelle, la passeggiata tra i templi si allunga sul mare, lungo le mura della città antica. A Paestum, nel cantiere accessibile con speciali visite guidate a partire dall'estate, gli archeologi mostrano i tesori appena ritrovati, misteriosi e straordinari, che andranno ad arricchire il nuovo allestimento del museo, da riaprire completamente a stretto giro, tra maggio e giugno. Colonne, capitelli, parti del tetto in travertino, decorazioni in terracotta colorata, gocciolatoi a forma di leone, Gorgone e Afrodite e tante altre effigi sono stati individuati intorno al santuario più piccolo del parco archeologico, l'ultimo dei quattro scoperto nel 2019, e da qualche mese al centro della campagna di scavo avviata nel lato occidentale. Lì dove sono state rinvenute anche sette teste di toro, l'altare con la pietra scanalata utilizzata per raccogliere i liquidi dei sacrifici e centinaia di ex voto tra cui 15 Eros a cavallo del delfino che nell'immaginario rimandano al mitico Poseidone, il dio che ha dato il nome alla città. Che sia proprio questo il tempio a lui intitolato?


Presto per dirlo. Di certo, le ricerche scientifiche, per la prima volta documentate dopo gli scavi degli anni Cinquanta, potrebbero riscrivere la storia del sito fondato dai greci nel 600 avanti Cristo, passato sotto il dominio dei lucani per diventare, poi, una colonia di Roma. «Per motivi tutti da chiarire, il santuario venne abbandonato tra la fine del II e l'inizio del I secolo avanti Cristo», dice Tiziana D'Angelo, direttrice del parco archeologico, aggiungendo che le decorazioni hanno permesso di datarne la fondazione nel primo quarto del V secolo, quando i più importanti monumenti erano già stati costruiti. Il tempio di Hera fu edificato tra il 560 e il 520, quello di Atena nel 500 avanti Cristo; mentre il tempio di Nettuno venne completato un po' più tardi, nel 460 avanti Cristo. Ma, l'ultimo identificato, il meno maestoso, visto che misura 15,60 metri per 7,50 e ha quattro colonne sul fronte e sette sui fianchi, si distingue per la purezza delle forme. «È il più piccolo periptero dorico conosciuto prima dell'età ellenistica, il primo che a Paestum esprime pienamente questo canone», dice Gabriel Zuchtriegel, l'ex direttore di Paestum oggi alla guida di Pompei che ha pubblicato uno studio sull'architettura tipica del luogo.

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Particolari gli oggetti ritrovati nello spazio che separa l'edificio dall'altare eretto a nove metri di distanza: «È ancora visibile l'intonaco bianco che ne rivestiva le pareti», fa notare D'Angelo. Di fronte, una pietra con al centro un solco per il deflusso dei liquidi provenienti dai sacrifici. Individuati anche muri della cella, di 7 metri per 3.60, un gradino di accesso composto da due blocchi di travertino. E, intorno, statuette in terracotta con i volti di divinità e fedeli, miniature di templi e altari, mini-sculture di animali, immagini di Hera, Apollo, Dioniso e altre da identificare. Oggetti di artigianato che si aggiungono alle sette teste di toro, tutte sistemate intorno all'altare in segno di devozione, «come in un rito di chiusura», ragiona D'Angelo: «Gli elementi di forte interesse sono tanti». Come la firma degli Avili su un amorino con il delfino, «una famiglia di ceramisti di origine laziale, nota anche a Delo, la cui presenza qui a Paestum non era mai stata documentata. Resta da capire la dinamica che ha portato una parte delle mura a collassare sul retro dell'edificio. Gli scavi sono in corso e altri programmati».


Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sottolinea «lo straordinario valore di questo sito e le sue grandi potenzialità sulle quali stiamo lavorando». 389.679 i visitatori nel 2022, non conteggiati quelli del 2023, con l'eccezione del lungo week-end di Pasqua, 7.759, più dei 6.667 dell'anno precedente, ma ancora non così numerosi se si pensa a tanto splendore.

Del resto, l'antica Velia pure aspetta una degna collocazione per i suoi reperti. E le stesse mura a Paestum richiedono un progetto dedicato. Chissà che i finanziamenti promessi da Sangiuliano non possano servire per questo. Intanto, il ministro è atteso all'inaugurazione del museo rinnovato e poi alla kermesse di concerti e spettacoli tra i templi e la luna.

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