Patto per Napoli, l'attacco del centrodestra: «Servono correttivi per lo sviluppo»

Patto per Napoli, l'attacco del centrodestra: «Servono correttivi per lo sviluppo»
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 25 Agosto 2022, 00:00 - Ultimo agg. 26 Agosto, 08:25
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«È un tema che dovrebbe essere argomento di campagna elettorale», spiega Pier Paolo Baretta, assessore al bilancio di palazzo San Giacomo, riferendosi al Patto per Napoli. Ovvero quel pacchetto di aiuti portato a casa dopo mesi di trattative per permettere al Comune di non rimanere bloccato con le casse in rosso. E se, ovviamente, dal centrosinistra si ribadisce che quell’accordo non si tocca di un millimetro, dal centrodestra si chiede di migliorarlo in una logica di sviluppo. 

«Non sono preoccupato dal punto di vista della sua applicazione», premette Baretta che fa notare come «56 milioni sono arrivati normalmente un paio di settimane fa a Camere già sciolte». «Questo vuol dire che non si stoppa l’accordo ma - aggiunge - ciò non toglie come bisogna capire le prossime mosse. Ovvero come il prossimo governo si muoverà per gli enti locali in difficoltà o in dissesto. Un ragionamento che vale per Napoli e tanti altri capoluoghi. Perché sarà l’esecutivo uscente ad approntare la nuova finanziaria che, però, sarà ultimata e portata a termine dal nuovo esecutivo». «Cio’ non toglie - conclude Baretta - come i rincari oggi pesino anche sui bilanci delle amministrazioni locali e servono parole chiare. Mi aspetterei che in questi campagna elettorale il tema sia affrontato e chi si candida prenda impegni in questo senso. Per Napoli e per le città nella stessa situazione». 

«Bisogna essere chiari e dirci la verità: il Patto per Napoli ha salvato la nostra città.

Il Pd rivendica con forza il lavoro del sindaco e dell’assessore Baretta su questo versante. Pensiamo alla Napoli che De Magistris ci ha lasciato: disservizi ovunque, impossibilità di spesa e di assunzione di nuovo personale, debiti e isolamento politico. In pochi mesi, grazie a quel patto, siamo riusciti ad invertire la rotta dal punto di vista economico finanziario, siamo riusciti a sbloccare i primi concorsi per assumere nuovo personale e migliorare i servizi, siamo riusciti a far tornare Napoli al centro della politica nazionale», premette Marco Sarracino, segretario napoletano del Pd e capolista alla Camera di Campania 2. Poi aggiunge: «Per il Pd la valorizzazione degli enti locali in un’ottica di sviluppo di carattere nazionale è assolutamente un tema centrale, che affermeremo con i fatti anche in questa campagna elettorale. Di sicuro non può dire altrettanto la destra, che con la Lega ha sempre ritenuto che in questo Paese dovessero esserci cittadini di serie A e cittadini di serie B». 

Ma il centrodestra, ora galvanizzato dai sondaggi in crescita, teorizza miglioramenti per una manovra mai digerita. «Servono sicuramente dei correttivi», premette Stefano Caldoro, ex governatore ora candidato con Forza Italia, che punta il dito «contro le troppe condizionalità di quel Patto». «Sono convinto, e lo dico da tempo, come il nuovo governo deve prevedere una compartecipazione, così come prevede il titolo V della Costituzione. Mi riferisco alla Regione che deve destinare su Napoli una parte del suo extragettito di 160 milioni di euro come previsto dall’ultima legge di Bilancio». Non solo perché Caldoro chiede che «la parte del Fondo sociale di coesione che spetta a Napoli deve essere usato per le attività essenziali del Comune. Fondi subito disponibili e da non restituire». 

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«Noi non abbiamo mai creduto in questo Patto tanto decantato, frutto di un ulteriore indebitamento che va oltre il 2034. Con il risultato che la città si ritrova in un immobilismo forzato da anno. Una visione miope su cui vanno fatti miglioramenti», spiega Sergio Rastrelli, candidato del partito di Giorgia Meloni. Che tipo di correttivi? «Non ci sono, al momento, ragionamenti di sviluppo ma solo tasse nuove per i napoletani. Non una parola - continua l’esponente di Fratelli d’Italia - per lo sviluppo di Napoli, come capitale del Mediterraneo. Penso ad investimenti per le Zes, per il potenziamento delle reti di logistica, alla rigenerazione urbana». Il partito di Matteo Salvini, infine, si fa garante per la città che non verrà lasciata sola «come già accaduto in passato», sottolinea Severino Nappi, capolista del partito di Matteo Salvini che oggi sarà in città. «La Lega ha dimostrato anche con la composizioni delle liste, dove non ci sono paracadutati, di dare la miglior risposta alle agitazioni della sinistra che ha malgovernato questa città», dice. Poi rassicura: «Napoli ha avuto con Salvini l’aumento di forze polizia e persino sulla questione Whirlpool è stato Giorgetti a mettere in piedi un consorzio». Infine aggiunge: «È passato un anno da questo patto Napoli ma non è stato prodotto nulla di concreto e presenta un saldo negativo per le tasche dei napoletani. Servono invece strumenti diversi: non soldi a pioggia ma legati a progetti di sviluppo». 

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