«Autonomia alle città», patto tra de Magistris, Raggi e Sala

«Autonomia alle città», patto tra de Magistris, Raggi e Sala
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 2 Gennaio 2020, 08:40 - Ultimo agg. 3 Gennaio, 08:08
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LA SFIDA
Adolfo Pappalardo
In pratica è un progetto di autonomia differenziata per le grandi città: Milano, Roma e Napoli. È l'obiettivo che il sindaco Luigi de Magistris si è dato per il nuovo anno assieme ai due colleghi Beppe Sala e Virginia Raggi per portare la mini-riforma a casa entro pochi mesi. E proprio il primo cittadino di Napoli ha rilanciato l'idea alla vigilia di Capodanno dopo che in queste ultime settimane ci sono state diverse riunioni con i due colleghi. Un modo anche per contrastare l'autonomia differenziata cara alla Lega e, diciamolo, nel caso specifico di de Magistris, anche per smarcarsi dalla Regione, l'ente da cui passano, prima del trasferimento ai Comuni, la maggior parte delle risorse. Che siano i fondi europei o i finanziamenti per i trasporti pubblici. Ed essere autonomo, nel caso dell'ex pm, da Vincenzo De Luca è la rotta che si è dato il sindaco in questo scorcio di fine mandato a palazzo San Giacomo.
IL PROGETTO
Virginia Raggi, Giuseppe Sala e Luigi de Magistris, sindaci delle tre principali aree metropolitane d'Italia, ne hanno già discusso in una conference call lo scorso 9 dicembre. In pratica l'idea è quella di avviare insieme una proposta finalizzata all'uscita dall'attuale situazione di stallo in cui versano le grandi città metropolitane. Nessuno strappo, sia chiaro, ma un approccio propositivo verso il governo in cui le tre grandi città chiedono di poter gestire direttamente alcuni comparti di spesa. Dal trasporto pubblico locale all'edilizia scolastica passando per la gestione delle case popolari sino alla gestione dei fondi europei che dovrebbero essere erogati direttamente ai Municipi. Salvo, ovviamente, risponderne rispetto alla Ue.
E, si è fatto avanti de Magistris, i tre grandi comuni potrebbero anche occuparsi direttamente della gestione dei tributi senza dover attendere l'erogazione da parte del governo centrale. Un piano da discutere e portare avanti direttamente al tavolo di lavoro sull'autonomia differenziata aperto dal ministro per gli affari regionali Francesco Boccia. Tavolo a cui i tre sindaci chiederanno di sedere con un documento che gli staff stanno preparando. In modo, è l'obiettivo, di superare alcune criticità venute fuori con la riforma Delrio e, soprattutto, scardinare il progetto di autonomia caro alla lega varato quando era al governo. In aututnno i primi ragionamenti per quest'asse anti-Lega durante l'assemblea Anci di Arezzo, poi a inizio dicembre si sono incontrati a Milano il sindaco di Napoli e quello di Milano, e dopo qualche giorno tutti e tre ne hanno discusso via Skype. Progetto a cui ora lavorano i tre rispettivi capi di gabinetto (si sono confrontati anche tra Natale e Capodanno) per fare in modo che la proposta possa essere discussa al più prestocon il ministro Boccia.
I SINDACI
«Le Città metropolitane sono 14, anche se sono molto diverse tra loro ovviamente. Senza dare giudizi, è chiaro che la riforma delle Città metropolitane sia rimasta a metà. Da un lato, non vediamo segni di iniziativa rispetto al disegno futuro delle Città metropolitane, dall'altro, vediamo che questo percorso dell'autonomia si sta muovendo e l'idea banale è capire se partendo da Roma, Milano e Napoli, si può proporre una diversa formula, perché queste Città metropolitane abbiano un senso compiuto all'interno del sistema delle autonomie italiane», ha spiegato il sindaco di Milano Sala alla vigilia dell'incontro in conference call con la Raggi e de Magistris a metà dicembre. Senza declassare le Città metropolitane ma cercando di costruire una nuova rotta che ricalchi le leggi speciali varate in questi anni in favore di Roma Capitale.
«Come Città metropolitane vogliamo avere maggiore autonomia, meno vincoli normativi e finanziari, una fase di sperimentazione con una qualche forma di statuto autonomo, per poi aprire la strada a tutte le città e a tutti i Comuni - ha spiegato de Magistris a Televomero - è venuto il momento di dare una forza particolare, non più solo con una legge speciale per Roma, ma individuare per le tre grandi aree urbane italiane, Napoli, Roma e Milano, delle forme di autonomia, che ci consentano di far capire al Paese che l'economia passa soprattutto attraverso le città. Se aumenta la qualità dei servizi, queste città tirano ancora di più il Paese e siamo ancora più uniti».
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