Bradisismo, 32 famiglie da 50 anni in attesa degli indennizzi

Bradisismo, 32 famiglie da 50 anni in attesa degli indennizzi
di Gennaro Del Giudice
Mercoledì 1 Maggio 2019, 10:00
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Da cinquant'anni aspettano il risarcimento per le case che furono espropriate dopo il bradisismo del 1970 che colpì il Rione Terra a Pozzuoli. Sono oltre cento le persone, la maggior parte delle quali eredi, alle quali il Comune deve versare, in seguito a una sentenza emessa un anno fa dal tribunale di Napoli, un milione e seicentomila euro come indennizzo per l'esproprio di trentadue immobili.

Degli abitanti originari del Rione Terra ne sono rimasti in pochi e oggi a rivendicare i diritti di nonni e genitori deceduti sono figli, nipoti e pronipoti che nel 1998 hanno dato vita a una battaglia giudiziaria che si è conclusa solo dopo venti anni con una sentenza a loro favore. Al momento però dei soldi non si è vista nemmeno l'ombra, nonostante un accordo con il Comune di Pozzuoli che prevedeva per il 31 marzo la transazione tra le parti. L'ennesimo rinvio ha suscitato la protesta degli eredi durante l'ultimo consiglio comunale.
 
La vicenda affonda le radici nel 1971 quando, dopo il bradisismo e in seguito a un decreto legge, furono espropriate le unità abitative, commerciali, artigiane e professionali del Rione Terra, unità che furono trasferite al Comune. Erano gli anni della diaspora verso i nuovi quartieri della città. Ai legittimi proprietari fu prospettata una duplice opzione: scegliere tra un risarcimento economico oppure ricevere una nuova casa. Ma nessuna delle due opzioni è stata mai rispettata e così trentadue famiglie non hanno avuto né le abitazioni né i soldi. Anzi, saltò anche la costruzione di cinquantaquattro alloggi nel nascente quartiere di Monterusciello e successivamente saltò anche l'assegnazione di ventisette abitazioni, prima destinate agli ex residenti del Rione Terra e poi assegnate ad altri senzatetto. Nel 1994, quindi 24 anni dopo la fuga dal Rione, proprietari ed eredi misero in mora il Comune per inadempienza. Nel 1998 iniziò la lunga battaglia legale contro l'ente e contro il ministero delle Infrastrutture, battaglia terminata nel 2018 con una sentenza della IX sezione del Tribunale Civile di Napoli che ha condannato il Comune di Pozzuoli a un risarcimento danni complessivo di circa un milione e mezzo nei confronti di diciannove delle ventuno famiglie che intrapresero le vie legali.

Lo scorso anno il Comune e gli eredi hanno trovato un accordo e il risarcimento è stato ridotto a circa un milione e 260mila euro con una delibera che fissava come termine ultimo il 31 marzo di quest'anno. L'esito della sentenza ha spinto inoltre il Comune, per evitare ulteriori contenziosi, ad acquisire per una spesa complessiva di circa 477mila euro ulteriori tredici immobili che rientravano nel piano di esproprio del 1971 e per i quali gli eredi non avevano fatto ancora ricorso. Anche per questi ultimi casi i soldi non sono ancora arrivati.

Per quantificare i risarcimenti è stato necessario un lungo lavoro a ritroso da parte dei periti che hanno dovuto ricostruire la storia di intere famiglie per stabilire la titolarità attuale degli immobili i cui proprietari originari sono per la maggior parte deceduti. Si tratta di piccole case, tra i nove e i quaranta metri quadrati, che sorgono nei caratteristici vicoletti dell'antica rocca che affaccia sul golfo di Pozzuoli. L'ennesimo slittamento dei risarcimenti, a detta dell'assessore al bilancio Gian Luca Liguori, è imputabile a problemi di carattere burocratico non attribuibili al Comune di Pozzuoli. «Finalmente si metterà la parola fine ad una vicenda lunga cinquant'anni, queste famiglie attraverso la sentenza hanno avuto un riconoscimento di diritto», ha detto l'avvocato Gennaro De Luca, che insieme ai colleghi Michele Cuoco, Vincenzo De Franceschi ha assistito le famiglie costituitesi in giudizio.
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