Circoli a Napoli, sedi in bilico e pochi soci: «Pagherà lo sport ad alto livello»

Circoli a Napoli, sedi in bilico e pochi soci: «Pagherà lo sport ad alto livello»
di Gianluca Agata
Giovedì 25 Aprile 2019, 08:30
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Si chiamano Posillipo, Canottieri, Italia, Savoia, Rari Nantes, Ilva, Staffa, Tennis. E si ricorda quando Costantino di Grecia scese le scale di Borgo Marinari per disputare le Olimpiadi, oppure il governo fascista volle comprare Villa Mon Plaisir per darla agli sportivi del circolo Giovinezza oggi Posillipo. Oppure ancora la voglia di concorrere con il Savoia nel primo 900 nel canottaggio che fece staccare alcuni soci dal circolo biancoblù per farli approdare a un nuovo sodalizio denominato Club Canottieri Napoli. A contare il palmares di questi club si riempirebbero pagine e pagine di storia sportiva. Club che affrontano rispettivi contenziosi con le istituzioni per l'acquisto della casa sociale da quando i nodi sono venuti al pettine ed il patrimonio pubblico ha messo le sedi dei circoli alla voce dismissioni per fare cassa.
 
All'interno dei singoli sodalizi partenopei ci si interroga. Per evitare di essere sfrattati necessario un accordo con l'ente pubblico di riferimento. E per far quadrare il bilancio spesso si pensa allo sport come ramo secco da tagliare. Il Circolo Posillipo si trova così in contenzioso con il Comune di Napoli che ha mandato la lettera di sfratto, la Canottieri con il demanio proprietario dell'area del Molosiglio.

La storia del Posillipo è una delle più fulgide nelle vicende dello sport mondiale. Alle Olimpiadi c'è stato un momento in cui gli atleti in rossoverde erano sedici, secondi solo al Santa Monica di Carl Lewis. Anni passati, anni in cui il circolo rossoverde dispensava anche 80mila euro di stipendi per rendere competitiva la sua squadra di pallanuoto. Ora tutto questo rappresenta il passato. «Fin quando il circolo non ha avuto problemi economici - racconta il presidente dimissionario Vincenzo Semeraro - era normale allestire squadre che potessero puntare ai vertici, così come mettere tutte le sezioni sportive nelle condizioni di primeggiare a livello internazionale. Ora non possiamo permetterci di avere atleti quasi professionisti che si allenano due volte al giorno. Fin quando c'erano gli sponsor ok, ma adesso non è possibile. Fin quando si tratta di fare leva sportiva non abbiamo problemi, il problema è lo sport di alto livello per il quale la spesa è molto più alta. L'avviamento allo sport è garantito. L'alto livello è un lusso».

In passato i soci del Posillipo garantivano anche un posto di lavoro agli atleti di alto livello. «Ora non più - continua Semeraro - Il problema è sociale. Noi circoli siamo lo specchio della società che cresce i propri figli più illustri nelle scuole per poi vederli partire ed andare all'estero. Oltre il 40% del bilancio del Posillipo è assorbito dallo sport».

Pensa alle risorse interne il vicepresidente rossoverde Vincenzo Triunfo: «La straordinarietà dell'evento acquisto sede non può influenzare l'ordinarietà perché stiamo parlando di due ordini di grandezza completamente diversi rispetto a quelli di bilanci finanziari di un circolo sportivo. Per dna e humus che abbiamo nel nostro territorio pensare di far crescere dei campioni in seno al circolo non è impossibile. Noi dobbiamo continuare nella nostra strada che è quella di forgiare i campioni. Come? Tagliando le spese irrazionali e dando fiato alle energie del circolo».

Per il presidente della Canottieri Napoli Achille Ventura il discorso è differente se si parla di pallanuoto o di altre discipline sportive. «La Canottieri Napoli fa solo sport, senza sport non ha ragione di esistere. Il 60% del nostro bilancio è sport che poi diventa l'80% considerando altre sezioni di bilancio. Siamo il secondo, terzo club italiano a livello sportivo ma bisogna differenziare le cose se parliamo di pallanuoto o di altre discipline. Non mi straccio le vesti se non riesco a competere con quei tre club (Recco, Brescia, Verona, ndr) che hanno spostato l'asticella in maniera eccessivamente alta. Non possiamo correre dietro a queste realtà e non lo vogliamo. Quello che mi interessa è guardare alle spalle del club di vertice dove abbiamo altre quattro squadre con l'under 20, l'under 17 campione d'Italia, l'under 15, l'under 13 che crescono e garantiscono una leva importante. Questo non significa che la Canottieri non possa essere impegnata costruendo altri campioni in altre discipline, costruendo un nuovo Rosolino o altri atleti di vertice con le leve multidisciplinari che abbiamo dal nuoto alla pallanuoto, al canottaggio. Quanto alla sede non possiamo pensare di trovarci come in passato e dobbiamo trovare un accordo per acquistarla. Non si può pensare di dire è mia, così come non si può penalizzare un club. Le sedi vanno pagate, l'idea dell'assistenzialismo non esiste ma le istituzioni non possono pensare di fare all'improvviso le istituzioni e devono garantirci un tavolo sul quale colloquiare».

Se anche il circolo della Staffa e quello del Tennis sono interessati all'acquisto della propria sede sociale e continuano con le proprie attività aperte alla città (l'ultima in ordine di tempo è stata Tennis and Friends), diversa è la situazione per circolo Italia e Savoia, proprietari della propria casa sociale e votati principalmente a vela e canottaggio, discipline nelle quali riescono a produrre campioncini che danno lustro ai colori sociali e alla città.
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