Comunali a Napoli, Presutto: «Con il Pd asse comune, anche i nostri militanti sposeranno il progetto»

Comunali a Napoli, Presutto: «Con il Pd asse comune, anche i nostri militanti sposeranno il progetto»
di Adolfo Pappalardo
Domenica 16 Maggio 2021, 09:03 - Ultimo agg. 15:40
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«Nessuno sta temporeggiando ma il progetto di un asse comune richiede tempo», analizza il senatore grillino Vincenzo Presutto che non mette veti, anzi, se il nome del candidato sindaco fosse del Pd.


Anzitutto dal Pd dicono che l'asse con voi per il comune di Napoli è cosa fatta: conferma?
«Esiste una volontà nazionale di creare un'asse comune. Adesso la sfida è capire con che modalità e tempi si può calare su una città come Napoli. Si sta lavorando in queste ore affinché ci possa essere un orizzonte comune».


Il suo collega, l'ex ministro Spadafora, chiede al presidente Fico di decidersi. Lei è della stessa opinione?
«Roberto Fico dovrà giungere ad una decisione in tempi ragionevoli rispetto alla campagna elettorale, ma è giusto tenere in considerazione il suo ruolo di presidente della Camera e tutti quegli aspetti che ruotano intorno alla terza carica dello Stato, nel momento in cui decidesse di lasciarla».


E nel caso il candidato sia un nome democrat, l'ex ministro Amendola o Manfredi, confermerete l'alleanza senza indugio?
«Nel momento in cui si arrivasse ad un'asse comune, la questione sul nome non sussiste.

Ma ripeto è bene arrivare prima a creare un'asse solido che non si leghi per forza di cose a un nome, ma ad un progetto che abbia come scopo tutelare l'interesse esclusivo della città».


Il Pd tergiversa, sembra non stringere, non è il caso che acceleri e batta un colpo per chiudere su alleanza e nome in maniera ufficiale?
«Non credo si stia temporeggiando, ma si sta costruendo un'alleanza, che richiede i suoi tempi per definire un progetto che rilanci la città ed è bene che non solo il Pd ma tutti i soggetti politici che sono seduti al tavolo, si prendano il giusto tempo, per definire obiettivi comuni che rendano l'alleanza solida e funzionale agli intenti attesi».


Napoli potrebbe essere l'unica grande città dove andate assieme al primo turno con i demorat: crede che prima di procedere serva una votazione on line come è nel vostro Dna?
«In questo momento, in vista dei grandi cambiamenti che sono in atto, serve coinvolgere anche i consiglieri comunali, municipali e la base locale. Il voto in rete è importante, ma prima di arrivare a questo occorre un processo che porti ad allineare il livello nazionale e quello locale, per permettere poi all'm5S di fare quel balzo in avanti e affrontare il nuovo scenario ed essere pronti al meglio alle nuove sfide che verranno».


Il patto con il Pd vi porterà anche, indirettamente, ad allearvi con De Luca, almeno per queste comunali: i vostri elettori e militanti non potrebbero risentirsi?
«Se si va a confermare un'asse, l'obiettivo esclusivo è rilanciare Napoli. E le premesse per crearlo presuppongono il superamento di contrapposizioni, proprio per lo stato di emergenza post pandemia che sta interessando l'intera nazione. Siamo in una fase nuova, molto critica, che richiede l'impegno di tutti. Così come non può essere la scelta del nome del candidato sindaco un ostacolo, non lo possono essere nemmeno le personalità impegnate ogni giorno a lavorare ricoprendo diverse cariche istituzionali. Non è il tempo di contrapposizioni, ora è il tempo di coesione e di solidarietà per trovare soluzioni nell'esclusivo interesse dei cittadini».


Non è arrivato un salvacomuni ma una norma che dà un po' di ossigeno a Napoli stretta nella morsa dei debiti? Basta per ora o si poteva fare di più?
«La soluzione trovata dal governo per i comuni interessati dalla sentenza della Corte Costituzionale, serve a evitare il dissesto. È una soluzione temporanea, a cui ovviamente servono passi successivi che dovranno trovarsi in una risposta più strutturale, prevista con la riforma degli enti locali. In attesa di questa riforma, servono amministrazioni locali in grado di garantire l'equilibrio finanziario degli enti che gestiscono, soprattutto per una città come Napoli, l'erogazione di servizi pubblici essenziali degni di questo nome. Sempre in questa direzione sarà importante giungere alla definizione dei Lep, livelli essenziali di prestazioni, e ad un giusto ricalcolo dei fondi perequativi, per attribuire alle città le somme finanziarie necessarie a garantire l'esercizio dei diritti civili senza alcuna distinzione territoriale, nel rispetto della Costituzione».
 

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