Comunali a Napoli, Caldoro: «Troppe liste civiche, politica torni protagonista»

Comunali a Napoli, Caldoro: «Troppe liste civiche, politica torni protagonista»
di Carlo Porcaro
Martedì 13 Aprile 2021, 07:55 - Ultimo agg. 18:25
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«No alle finte liste civiche o addirittura di scambio. I candidati sindaco facciano selezione insieme alla politica, se la faranno da soli ne rimarranno vittima». A lanciare l'avvertimento per le comunali, ufficialmente in generale, ma che suona in primis per il sempre più probabile candidato sindaco Catello Maresca è il capo dell'opposizione di centrodestra in Regione: Stefano Caldoro. «Diamoci regole comuni», è l'invito. Quanto alla presentazione dei simboli dei partiti «non ci sono veti, ma ognuno sceglierà per sé».

Caldoro, c'è un boom di liste civiche pronte a presentarsi alle comunali: come le valuta?
«Bisogna stare attenti e fare distinzione.

Alcune possono rappresentare una storia, un ambito professionale, una tradizione sociale, altre invece paiono operazioni opache e pericolose finalizzate soltanto a cercare consenso elettorale per eleggere un consigliere, chiedere un assessorato oppure una nomina».


Per Maresca stanno scendendo in campo soggetti come Essere Napoli o Sarà Napoli: non la convincono?
«Non ci sono patenti di verginità di civismo da attribuire. In generale mi pare sia un finto civismo per l'occasione che porta solo voti, sulla scia di quanto ho contestato alla coalizione De Luca».


Magari molti si stanno spostando dal centrosinistra a Maresca perché pensano che quest'ultimo possa vincere.
«Ci sono soggetti trasversali, che fiutano il vento e si limitano a trattare. Io invito tutti a fare attenzione: parto ovviamente dal centrodestra, ma constato che l'ultimo tavolo di centrosinistra c'erano 22 potenziali liste.


Vede pezzi di sinistra pronti a traslocare?
«Non avverto questo rischio. Contesto il civismo opportunista che si oppone ai partiti che sono al massimo soggetti aggregatori. Allora propongo di stringere un'intesa bipartisan a presentare poche liste, anche in assenza di un limite di legge, dandoci regole comuni. Siamo in grado come coalizioni, in un clima di unità dopo la nascita del governo Draghi, di distinguere una lista di scopo da quella autenticamente civica? Tra di noi penso di sì, perché a volte qui siamo addirittura allo scambio elettorale».


Ne ha parlato con Maresca di questo rischio?
«Ne parlo pubblicamente in ogni occasione. Rispetto alle regionali dove per questo criticavo De Luca che accettava qualsiasi cosa, oggi che non sono direttamente impegnato né candidato posso dirlo per amore di coerenza a maggior ragione. Non sono un moralista, ma la politica dia una mano ai candidati sindaco, altrimenti rischiano di rimanere vittima».

Chi costruisce una candidatura civica magari non ha bisogno dei partiti ormai deboli e poco rappresentativi.
«Io pongo un tema etico, prima ancora che politico. Certamente non possiamo pensare di consegnare la selezione politica delle liste solo ai candidati sindaco».


I simboli dei partiti ci saranno?
«I partiti decideranno se mettere o meno i simboli, non mi pare ci siano veti. La Lega ha aperto al laboratorio, Fratelli d'Italia ha confermato che lo vuole, insomma ognuno sceglie per sé. Ma dobbiamo stabilire le regole del gioco, tutti insieme. De Magistris i primi cinque anni ha governato senza ricatti perché aveva poche liste, poi è stato vittima delle troppe liste fino a rimanerne travolto, balcanizzando il consiglio Comunale. Mi auguro il giusto mix di politica e protagonismo civico, la miscela perfetta. Col clima nazionale che c'è, poi vediamo chi è più convincente».

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