Comune di Napoli, una società per turismo e cultura: gestirà tutti gli eventi

E una municipalizzata si occuperà solo di welfare

Comune di Napoli, una società per turismo e cultura: gestirà tutti gli eventi
di Luigi Roano
Sabato 17 Dicembre 2022, 08:37 - Ultimo agg. 17:52
5 Minuti di Lettura

Rivoluzione deve essere e rivoluzione sarà per le aziende partecipate e più si avvicina l'appuntamento a Palazzo Chigi - probabilmente a inizio del nuovo anno e a legge di Bilancio approvata il Piano va presentato al Governo per avere le erogazioni del Patto per Napoli che per il 2023 ammontano a 150 milioni - e più prende corpo il pianeta delle aziende comunali che dovranno rispondere a criteri ineludibili: efficienza, efficacia e sostenibilità. La super Holding si farà e sarà la Napoli Holding - guidata da Amedeo Manzo che scade tra due anni ma la cui conferma è fuori discussione, ha salvato Anm dalla morte e quindi il Comune dal fallimento - e avrà dentro nuove aziende, soggetti o rami d'azienda al passo con i tempi e aderenti alla realtà della Napoli attuale. Il piano è nelle mani dell'assessore Pier Paolo Baretta e naturalmente del sindaco Gaetano Manfredi.

Visto il boom turistico e l'attenzione che c'è sulla città a stretto giro nasceranno due nuove società e un'Agenzia, in mezzo il riassetto delle partecipate storiche come NapoliServizi e Asìa. Ma procediamo con ordine cioè dalla prima novità che è Napoli eventi che a Palazzo San Giacomo valutano di importanza capitale e che si occuperà e gestirà «tutte le attività commerciali del turismo e cultura», deleghe che sono in capo al sindaco (Cultura) e a Teresa Armato che con commercio e turismo gestisce l'oro di Napoli. Una mossa, quella di Manfredi, che serve, oltre ad avere un controllo su questi temi che per Napoli sono di fondamentale importanza, anche e soprattutto per velocizzare le risposte da dare agli interlocutori del Comune, essenzialmente investitori che lavorano in quei settori.

L'ex rettore e la stessa assessora hanno necessità di mettere a sistema il fiume di visitatori che c'è a Napoli anche in questo periodo, quindi costruire una rete forte con gli investitori e con chi gestisce i monumenti, per esempio i musei in modo da avere una programmazione continua da offrire al mercato del turismo.

La seconda ma non meno importante società che il Comune sta per mettere in campo è Napoli progettazione, non è un contenitore ma il luogo dove far convogliare idee e professionalità che guardino al futuro della città. Vale a dire un rigeneratore di società e della società e visto che il Pnrr punta sulla rigenerazione urbana e sulla transizione ambientale questo nuovo soggetto sembra tarato su questi temi.

Il pianeta del sociale vedrà la nascita di Napoli welfare che prenderà sostanzialmente il posto di Napoli sociale messa in liquidazione. Quindi tra le novità la nascente Agenzia di sviluppo il cui ruolo è quello di facilitare l'approccio alla città di chi vuole investire e ha appunto progetti da presentare, dare una mano, nella sostanza dare risposte a domande che non vengono evase così come è strutturato a oggi il Comune. NapoliServizi - una delle due società storiche - manterrà il suo status di società fondamentalmente che fornisce un global service, che potrebbe però perdere la gestione del patrimonio. Una mission tra le circa 30 di cui è oberata che potrebbe finire alla Napoli Holding che si occuperà del rilancio di quelle società che ora non vanno bene.

Nella Napoli Holding dovrebbe restare la rinata Anm e confluiranno il Caan - il mercato agroalimentare di Volla - le Terme di Agnano, messe in liquidazione e con il Comune che ha perso il lodo con la società a cui erano state affidate e dovrà tirare fuori oltre 2 milioni. Palazzo San Giacomo però vuole salvare le Terme che ritiene strategiche per lo sviluppo dell'area occidentale dove prima o poi la nuova Bagnoli verrà alla luce, quell'area è stata individuata come distretto del tempo libero. Del resto c'è lo zoo, Edenlandia, il Maradona e soprattutto la Mostra D'oltremare malato grave. Dove il risultato positivo di gestione «è dovuto solo all'iniezione di liquidità a fondo perduto» come scrivono i Revisori dei Conti. L'allusione è ai fondi ricevuti per le Universiadi e per i concorsi della Regione oltre a quelli per il Covid. Malgrado questo la Mostra ha centrato l'obiettivo economico, finanziario e produttivo negli ultimi 5 anni. L'analisi dei Revisori è molto severa come si evince dalla delibera sullo stato delle Partecipate portata in Consiglio comunale e anticipata da Il Mattino. La stessa giunta in delibera inquadra così la questione Mostra dando subito il primo consiglio ai dirigenti dell'ente di Fuorigrotta. Ai quali chiede di «procedere ad azioni finalizzate al contenimento dei costi» perché «il piano economico finanziario quinquennale 2018-2022 si è chiuso senza che la società abbia implementato tutte le misure contenute nello stesso». Malgrado al 31 dicembre scorso il bilancio della Mostra «si sia chiuso con un utile di esercizio di un milione e 999mila euro». Perché il «Risultato positivo delle gestione aziendale è stato determinato dal forte apporto di contributi pubblici a fondo perduto. Il volume complessivo dei ricavi caratteristici risulta inadeguato per remunerare i costi della gestione operativa aziendale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA