Corte dei Conti, nel mirino il bilancio del Comune di Napoli: «Immobili in vendita senza perizie»

Corte dei Conti, nel mirino il bilancio del Comune di Napoli: «Immobili in vendita senza perizie»
di Valerio Esca
Mercoledì 13 Giugno 2018, 11:28
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Fari puntati della Corte dei Conti sul bilancio di previsione approvato in Consiglio comunale all'alba del 24 aprile, sul mancato riaccertamento straordinario del 2015 e sulla sottostima degli accantonamenti del fondo crediti dubbia esigibilità. La Sezione regionale di controllo della Campania avanza così «proposta di deferimento» e fissa la pubblica udienza per venerdì. Oltre all'amministrazione saranno chiamati a relazionare anche i revisori dei Conti del Comune.

La magistratura contabile vuole vederci chiaro e con la relazione di 36 pagine, inviata al Municipio nei giorni scorsi, accende i riflettori su alcune presunte irregolarità finanziarie di gestione dell'ente. Il punto centrale del fascicolo riguarda le mancate perizie degli immobili messi in vendita dal Comune con l'ultima delibera di bilancio approvata due mesi fa. «La Sezione di controllo rileva che alcuni immobili non sarebbero muniti di perizie preventive - spiega l'assessore al Bilancio Enrico Panini - Faremo presente che la sanzione delle Sezioni riunite della Corte dei Conti è piovuta all'improvviso il 29 marzo e dovendo chiudere il bilancio in giunta entro il 31 marzo sarebbe stato impossibile fornire delle perizie. Così come non abbiamo nel cassetto 3mila perizie pronte, per tutti gli immobili comunali. Ovviamente con il tempo dovuto siamo pronti a fornirle». In sostanza la Corte dei Conti si chiede in che modo l'ente abbia stimato il valore degli immobili elencati in delibera. Aspetto da non sottovalutare considerando che con l'ipotetica vendita dei cespiti bisognerebbe far fronte alla sanzione da 85 milioni di euro comminata dalle Sezioni riunite della magistratura contabile (per non aver previsto nel bilancio 2016 il debito con il consorzio Cr8).
 
La Sezione di controllo - si legge nella relazione - mette in evidenza come l'ente abbia applicato «una errata interpretazione dei limiti legali alla riedizione del riaccertamento straordinario». La Corte dei Conti, già nel 2017, aveva imposto al Comune la riedizione limitatamente a due poste mancanti: l'accantonamento dei finanziamenti del fondo di rotazione per 234 milioni e quelli del fondo rischi per 172 milioni. «La Sezione - si legge nella relazione - aveva ritenuto sussistenti i presupposti per una modifica in autotutela per il riaccertamento straordinario (effettuato nel 2015) solo per le due citate partite contabili». Non è infatti consentito in sede di riedizione del riaccertamento un ricalcolo o una rivalutazione delle poste non rilevate dalla magistratura contabile, cosa che invece pare sia avvenuta.

Terzo aspetto dirimente è quello relativo alla sottostima, da parte del Comune, degli accantonamenti al fondo crediti dubbia esigibilità. Errore derivato - secondo il magistrato ispettore - «o da un errore della percentuale di incasso dell'ultimo quinquennio; o da una grossa incidenza di crediti derivati dalle entrate tributarie accertate per cassa».
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