M5S-Pd, prove di dialogo ma in Campania la trattativa non decolla

M5S-Pd, prove di dialogo ma in Campania la trattativa non decolla
di Carlo Porcaro
Mercoledì 21 Agosto 2019, 08:30 - Ultimo agg. 11:29
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La caduta del Governo M5S-Lega apre nuovi possibili scenari. L'opzione auspicata da Matteo Renzi, tornato a dettare la linea benché il partito sia guidato da Nicola Zingaretti, eletto segretario all'ultimo congresso, è l'alleanza con i tanto odiati Cinquestelle. A livello locale, in Campania, comandano gli zingarettiani quindi l'apertura di Renzi appare solitaria mentre i grillini praticano la massima prudenza con la certezza di dover rivedere quantomeno i toni della loro battaglia politica. Salvini è tornato nemico, ma il Pd potrebbe diventare amico ben presto.
 
Massimiliano Manfredi, il più votato alle primarie per Zingaretti in Campania e allievo di Goffredo Bettini, kingmaker dello stesso segretario dem, ha già scritto l'epitaffio all'esecutivo giallo-verde. «Siamo alla fine definitiva dell'alleanza Lega-Cinquestelle - ha detto Manfredi - va dato l'onore delle armi a Conte per chiarezza e nettezza perché di fatto ha chiuso lui l'esperienza di questo Governo seppur a scoppio ritardato». Poi ha guardato al futuro, che sa più di ritorno alle urne. «Non ci si può limitare a fare un governo per non innalzare l'Iva - ha spiegato Manfredi - quanto alle ricadute locali dei nuovi scenari, auspico che i Cinquestelle partano da una rivisitazione degli errori: no ad una finta di breve durata che rinsaldi Salvini quando finalmente la gente comune sta aprendo gli occhi sulle sue strategie sbagliate. La svolta dei nostri rapporti? Ridando centralità al Mezzogiorno in una nuova questione nazionale». Chi invece fa parte della segreteria di Zingaretti è Nicola Oddati che su Facebook ha sentenziato: «Un presidente del consiglio inadeguato, due vicepresidenti imbarazzanti e irresponsabili. Il peggior governo della storia della Repubblica ha precipitato l'Italia nel caos economico, sociale e istituzionale. Nessuno può salvarli dalle loro responsabilità. Solo i cittadini italiani possono salvare l'Italia da loro, scegliendo l'alternativa di un'Italia bella». Insomma, prepariamoci a nuove elezioni, il messaggio. Dall'ala sinistra del Pd, il consigliere regionale Gianluca Daniele, è stato ancora più netto: «Al momento, è impossibile immaginare un governo politico di legislatura Pd-M5S: sono troppe le differenze programmatiche, di stile e di concezione democratica tra le due forze politiche. Credo, invece, che sarebbe auspicabile la nascita di un governo transitorio appoggiato da tutte le forze parlamentari che ritengono necessario sia mettere in sicurezza i conti pubblici messi in pericolo dall'avventurismo di Salvini, sia condividere un percorso di riforme, a cominciare dal varo di una nuova legge elettorale che consenta agli elettori di scegliere gli eletti, per poi andare subito al voto».

E i pentastellati? Si chiudono per ora a riccio al gruppo regionale, quasi tutto compatto col capo politico Luigi Di Maio. La priorità era attaccare e sbeffeggiare Salvini, soprattutto sui social come ha fatto Franco Ortolani. In silenzio da tempo è Roberto Fico insieme ai suoi parlamentari più vicini. Il presidente della Camera mai ha nascosto in questi mesi le sue divergenze con Salvini, soprattutto sul tema dei migranti, ora quindi guarda con attenzione a un possibile accordo con il Pd. Chi ha provato a rompere il ghiaccio è il senatore Vincenzo Presutto: «Conte ha dichiarato chiusa l'esperienza del Governo M5S e Lega. Il comportamento irresponsabile di Salvini ha reso inevitabile questa decisione. Ora toccherà al presidente della Repubblica, Mattarella, aiutarci a scongiurare qualsiasi catastrofe e portare avanti il lavoro del Parlamento sovrano. Siamo fiduciosi che un nuovo governo potrà nascere in tempi brevi per guidare il Paese, con il M5S attore principale e l'intento di dare agli italiani le certezze e garanzie che hanno sempre meritato: le stesse che Salvini ha tradito improvvisamente in pieno agosto. Il M5s rimarrà un punto fermo per tutti e sempre coerente con i propri valori positivi, basati sul rispetto della nostra Costituzione e degli interessi degli italiani, rispetto ai quali nessuno può in alcun modo smuoverci».
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