M5S, Campania fronte caldo
ma molti sono indecisi

M5S, Campania fronte caldo ma molti sono indecisi
di Adolfo Pappalardo
Sabato 18 Giugno 2022, 10:56
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Alcuni sono schierati, altri sono lì in attesa degli eventi. Guardinghi. Per capire le tensioni grilline di queste ore basta osservare la Campania che, appena nel 2018, riuscì ad eleggere il gruppo più numeroso di parlamentari: ben 60, un record. E campani sono due pezzi da 90 del movimento come il ministro Luigi Di Maio e il presidente della Camera Roberto Fico. Il primo competitor di Conte per un M5s più istituzionale, il secondo più vicino alle posizioni contiane di ritorno alle origini dell'M5s. E proprio in Campania si sono visti i primi attriti. A Portici, dove il ministro ha appoggiato informalmente l'uscente dem Cuomo contro il candidato di Conte e Fico. E proprio sulle comunali, l'altro giorno sono iniziate le schermaglie. «La stragrande maggioranza dei portavoce hanno girato con me il territorio alle amministrative, mentre Di Maio lo ricordo solo a fare foto con me in due singoli paesi della Campania», ha detto Conte l'altra sera. «Questa è una forza politica che sta guardando indietro, si sta radicalizzando. Sta tornando indietro», la risposta di Di Maio, ieri mattina da Castellammare.

Il gruppo del ministro degli Esteri in Campania sembra, ad oggi, il più numeroso anche perché in crescita e capace di mimetizzarsi. Con un nucleo radicato di fedelissimi come i deputati Cosimo Adelizzi («Trovo offensive ed inopportune le parole riservate da alcuni esponenti del M5S a Luigi Di Maio», dice ieri), Anna Bilotti, Carmen Di Lauro, Luigi Iovino, l'ex sottosegretario Vincenzo Spadafora o il senatore Enzo Presutto che ha rimarcato, non a caso, come «La deriva del movimento è causata da una mancanza di confronto interno, si è creato un sistema verticistico e autocratico che impedisce un confronto necessario». Un attacco non a caso a Conte per difendere il ministro degli Esteri. E sempre tra i fedelissimi del politico di Pomigliano c'è la capogruppo in Regione, Valeria Ciarambino con il collega Saiello.


Radicati, radicatissimi specialmente in Irpinia chi crede nella linea primordiale del movimento cara a Conte. A cominciare da Carlo Sibilia, sottosegretario agli Interni, che ieri difende a spada tratta l'ex premier: «Abbiamo un capo politico eletto col 95 per cento dei voti degli iscritti, abbiamo una linea chiara.

Se ci sono idee e visioni diverse non e' questa la maniera di manifestarle». Con lui i deputati Alessandro Amitrano, Iolanda Di Stasio, Giuseppe Buonpane, Luigi Gallo, Teresa Manzo, Gilda Sportiello, i senatori Castiello, Gaudiano e Vaccaro. E, ovviamente, Salvatore Micillo che è coordinatore regionale dell'M5s. Con loro il gruppo ristretto del presidente della Camera i deputati Raffaele Bruno e Doriana Sarli.

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Ma i più sono indecisi. Lo si vede dalla mancanza di dichiarazioni per l'uno o per l'altro e defilati quando si tratta di schierarsi apertamente. In attesa di capire come si evolverà lo scontro nelle prossime ore. È il caso dei parlamentari salernitani Angelo Tofalo e Andrea Cioffi mentre il collega, anche lui di Salerno, Nicola Provenza viene dato su posizioni contiane. Per ora. Come i due consiglieri regionali Aversano e Cirillo pensierosi pure loro se passare su posizioni dimaiane della loro capogruppo o con i colleghi, contiani, Cammarano e Ciampi. Indecisi, dicono i bookmaker interni all'M5s, sono dati anche i senatori Raffaele Mautone, Danila De Lucia o Agostino Santillo. Con quest'ultimo che lo trovi in ogni occasione pubblica vicino a Conte a Roma mentre in Campania è legata alla dimaiana Ciarambino, di cui è stato testimone di nozze appena quattro anni fa. Come lo stesso Di Maio d'altronde. Altri tempi, altra storia. Tutto cambia, tutto si muove specie nell'M5s. Sergio Puglia, senatore grillino, ad esempio, era con Conte sul palco a Portici appena pochi giorni fa per il candidato a sindaco sponsorizzato dall'M5s. Ha guidato lui la scaletta della piccola maratona contiana eppure oggi qualcuno lo da verso i lidi dimaiani. Possibile? «Sopra e sotto quel palco c'erano molti dimaiani - ragiona un parlamentare grillino -, a cominciare dalla capogruppo in Regione. Ma dopo il voto nei comuni tutto è cambiato. E molti stanno cambiando...».
 

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