Comunali a Napoli. M5S, dai parlamentari ultimo pressing su Fico: «Roberto, corri a Napoli»

Comunali a Napoli. M5S, dai parlamentari ultimo pressing su Fico: «Roberto, corri a Napoli»
di Luigi Roano
Giovedì 13 Maggio 2021, 10:06 - Ultimo agg. 14 Maggio, 08:48
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Fa fatica il presidente della Camera Roberto Fico a staccarsi dall'idea di passare la mano per la candidatura a sindaco di Napoli e cedere il passo all'ex ministro in quota Pd Gaetano Manfredi. E infatti - anche se questa possibilità esiste - ci punta ancora e molto a indossare la fascia tricolore. E non è il solo nel M5S a crederci, perché ovunque ci sia un grillino viene fuori il mantra: «Se Fico si candida non si può dire di no al fondatore dei Meetup e del M5S».

C'è una sorta di direttivo composto da un consigliere regionale e 5 parlamentari oltre alla terza carica dello Stato che spinge molto nella direzione della discesa in campo di Fico, sono loro i portavoce degli attivisti grillini che sul presidente della Camera scommettono forte. Le riflessioni al riguardo sono quotidiane.

Fico a Napoli ci tiene e molto, e per il M5S Napoli è il punto di partenza - questo il ragionamento - per risalire la china dei consensi popolari, Napoli è lo zoccolo duro dei pentastellati, degli irriducibili a cinque stelle. Napoli è dove le percentuali di voto rispetto al Pd sono il doppio se non di più. Questi gli argomenti pentastellati quando si parla della scelta del candidato sindaco e dal lato del Pd lo sanno bene.

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La sostanza politica è che se ai tavoli fanno trapelare che si va d'amore e d'accordo perché «l'alleanza è necessaria», nei fatti le cose non stanno così perché è in atto un braccio di ferro. Con mosse e contromosse e anche vere picconate. Il tavolo del centrosinistra allargato traballa e se non si chiude entro questa settimana la partita dell'alleanza e del candidato il sogno di avere Napoli come bandiera dei giallorossi quale unica città dove l'alleanza ha ancora una speranza di vivere, potrebbe trasformarsi in un incubo come lo smacco di Roma, Torino e Bologna.


Fico candidato non è una novità perché scese in campo senza molta fortuna già nel 2011 quando stava nascendo la stella del sindaco Luigi de Magistris, si toccava con mano il declino del Pd e il M5S era lontanissimo dai successi costruiti pochi anni dopo sui vaffa di Beppe Grillo. Dieci anni fa i numeri erano da prefisso telefonico, oggi però le cose stanno diversamente e la terza carica dello Stato ci pensa sempre a Napoli. Tanto che da quando è iniziata la costruzione del tavolo del centrosinistra allargato ai grillini, la preparazione di questi lavori - il cantiere è ancora aperto - Fico l'ha seguita e la segue in prima persona assieme un altro manipolo di grillini della prima ora o quasi. Con i quali era consuetudine riunirsi e sentirsi un paio di volte al mese - fin dai tempi di quando il M5S era appena allo stato nascente - per fare dei focus sul Movimento a Napoli.


Chi sono i personaggi che condividono con Fico le riflessioni sul suo destino a Napoli? Valeria Ciarambino, consigliera regionale, l'ex sottosegretario e deputato Salvatore Micillo, i deputati Luigi Iovino - il facilitatore dei grillini in Campania nonché segretario dell'ufficio di presidenza della Camera - Alessandro Amitrano e Gilda Sportiello e il senatore Vincenzo Presutto. Nell'ultima riunione del tavolo tutti presenti e sempre in costante contatto con il presidente della Camera. Fico non molla, vuole capire bene se il suo «sacrificio politico» cioè la rinuncia alla candidatura per Napoli ha il giusto contrappeso politico. A oggi questo equilibrio non è stato trovato. E sondaggi del M5S che danno Fico alla pari o più avanti di Manfredi non aiutano a trovare l'intesa. La certezza a oggi è che Fico è in campo e chi si aspettava fino a ieri mattina che il presidente della Camera rinunciasse alla candidatura pubblicamente è rimasto deluso, molto deluso. La tavola in questo senso era stata imbandita poi c'è stato l'ennesimo stop.


A frenare Fico potrebbero essere altri fattori - non politici - sui quali è impegnato da settimane a fare valutazioni di opportunità e tecniche. Quando si è il presidente della Camera non è semplice sfilarsi da un incarico di così grande prestigio e anche pesantissimo a livello istituzionale. In questo periodo di pandemia, di crisi economica e alla vigilia del semestre bianco perché è in scadenza il settennato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fico in quanto deputato eletto del popolo è candidabile a sindaco, eventuali dimissioni da parlamentare le dovrebbe dare solo se eletto sindaco. Non c'è incompatibilità. Tuttavia non è mai accaduto nella storia che il presidente della Camera si candidasse a sindaco e qui intervengono i cosiddetti motivi di opportunità che dovrebbero indurre Fico a dimettersi all'atto della candidatura e non solo quando e se venisse eletto. Ostacoli difficili ma non insuperabili se c'è un accordo politico in Parlamento.

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