Metropolitana di Napoli, il Comune paga Anm per avere gli ingegneri

Metropolitana di Napoli, il Comune paga Anm per avere gli ingegneri
di Paolo Barbuto
Domenica 10 Febbraio 2019, 09:00
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Bisogna nominare un «direttore di esecuzione del contratto» che segua da vicino la costruzione di 12 nuovi treni della metropolitana di Napoli. A Palazzo San Giacomo si guardano intorno e non riescono a trovare nessuno: occorrono conoscenze specifiche che a piazza Municipio non ha nessuno, come si fa?

Viene lanciato un sos all'Anm, società che appartiene totalmente al Comune: visto che voi vi occupate da sempre di trasporti, ci mandate qualcuno in grado di occuparsi di questa vicenda? L'azienda dei trasporti risponde «presente», così la questione è risolta.
 
Alla vigilia di San Silvestro del 2018 arriva la determinazione dirigenziale che sistema tutto: è il 28 dicembre, il Comune di Napoli attribuisce quattro incarichi, uno da direttore dell'esecuzione del contratto e tre per i componenti dell'ufficio di direzione. Stanziamento totale, suddiviso in quattro anni, di 500.678,30 euro; 40mila dei quali destinati ad eventuali spese da sostenere durante l'incarico.
Il direttore di esecuzione sarà Antonio Civitella, un'autorità in materia di trasporto su ferro, in Anm responsabile di «materiale rotabile e trazione», l'ufficio di direzione sarà composto dagli ingegneri Amedeo Naccarato e Francesco Brancaccio e dal dottor Biagio Radano. Secondo il documento, al direttore andrà un compenso totale di 251.278 euro, i membri del consiglio di direzione invece avranno a disposizione un budget totale da 209.399 euro da dividere in tre.

La nomina di un direttore di esecuzione in caso di acquisto di treni, viene imposta dal Ministero dei Trasporti tramite una circolare del 1983, la numero 201, che è la bibbia per ogni amministrazione che si trova a gestire una situazione del genere.

Quella circolare, scritta a macchina e conservata come una reliquia, chiarisce, al paragrafo numero 6, che bisogna «provvedere alla nomina di un professionista preposto alla realizzazione delle opere che potrà anche essere il direttore d'esercizio dell'azienda medesima»; potrà ma non deve esserlo necessariamente. Però la prima persona alla quale si sono rivolti da palazzo San Giacomo, quando hanno chiesto soccorso alla Anm, è stato proprio il direttore di esercizio delle metropolitane napoletane, l'ingegnere Vincenzo Orazzo il quale ha declinato l'invito. Spiega la determinazione che l'ingegner Orazzo ha presentato una nota (protocollata) in cui dichiara «l'incompatibilità dell'incarico in questione rispetto al proprio carico di lavoro e alle relative responsabilità che non gli consentirebbero di garantire un efficace svolgimento delle attività connesse sia alla figura del direttore di esecuzione che del professionista preposto».

Insomma, la figura indicata dalla circolare ministeriale, il direttore di esercizio, si chiama fuori perché non può dedicare attenzione all'incarico del Comune: il lavoro all'Anm non gli lascia tempo per dedicarsi ad altro. Le altre persone contattate, invece, spediscono il curriculum, la disponibilità ad assumere l'incarico e la documentazione che attesta l'assenza di conflitti di interesse.

Alla notizia del conferimento dell'incarico, diffusa solo quando il documento è diventato ufficiale, all'inizio di febbraio, il presidente della commissione trasporti, Nino Simeone, ha tuonato contro l'Amministrazione (leggete i dettagli nell'intervista in questa stessa pagina), chiedendosi se il percorso del conferimento sia stato corretto e pretendendo risposte ufficiali dall'Amministrazione.

Il contratto per la realizzazione dei nuovi treni per la metropolitana è stato firmato a novembre del 2017 con la società spagnola Caf, Construcciones y Auxiliares de Ferrocarrillas; prima c'è stato l'accordo per dieci convogli al costo di 86 milioni, poi ne sono stati aggiunti altri due per un valore di 17,2 milioni. Ogni nuovo treno, insomma, ha il costo di 8,6 milioni di euro e i rappresentanti del Comune appena incaricati dovranno verificare ogni dettaglio della costruzione. Saranno chiamati a validare le soluzioni tecnologiche e progettuali, dovranno approvare eventuali modifiche in corso d'opera, avranno il compito di approvare stato di avanzamento e conseguente pagamento dei lavori: un elenco di attribuzioni che prende tre pagine del contratto, insomma, con impegno preciso a verificare l'avanzamento dei lavori sia negli stabilimenti spagnoli che in quelli italiani.

Il presidente Simeone si chiede se questo lavoro può essere condiviso con le esigenze dell'Anm o se è previsto che gli ingegneri si prendano un periodo di sospensione dal lavoro (e dallo stipendio) dall'azienda dei trasporti, per dedicarsi interamente al nuovo mandato: questo dettaglio, ovviamente, non è contenuto nella determinazione dirigenziale, Simeone dovrà farselo chiarire dai vertici dell'Anm.
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