Napoli, è caos Case popolari: buco da 100 milioni, affitti in aumento

Napoli, è caos Case popolari: buco da 100 milioni, affitti in aumento
di Luigi Roano
Domenica 22 Luglio 2018, 08:57 - Ultimo agg. 09:00
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Dismissione tout court degli alloggi popolari, aumento dei canoni di locazione, sfratti e debiti che superano i 100 milioni. Sembra uno scenario da incubo ma è concreto, reale e soprattutto vicino solo 5 mesi. Dall'anno nuovo ci sarà l'addio all'Iacp - acronimo che sta per Istituto autonomo case popolari - che gestisce il patrimonio immobiliare della Regione. Da anni commissariato e con un monte debiti da far venire la pelle d'oca. Dal primo gennaio 2019 gli Iacp delle 5 città della Campania potrebbero finire in liquidazione. Erede dell'Istituto autonomo case polari sarà l'Acer (Agenzia Campania edilizia residenziale) che avrà il compito di dismettere quanto più possibile del patrimonio immobiliare, dare la caccia ai morosi e aumentare i canoni laddove non si riesce a vendere. Un quadro a tinte fosche per gli inquilini e in generale per il pianeta casa. A lanciare l'allarme è la Cisl Funzione pubblica con Lorenzo Medici segretario generale, Doriana Buonavita segretario generale Cisl Usr e Agostino Anselmi coordinatore generale aree funzionali della Cisl Napoli. Quella degli Iacp è anche la prima autentica grana caduta sulla scrivania del neoassessore Bruno Discepolo. Espertissimo della materia nonché stimato architetto, fu lui a inventarsi - tra le altre cose - il Progetto Sirena grazie al quale tantissimi palazzi di Napoli ebbero nuova vita. Il primo faccia a faccia tra Cisl e Discepolo c'è stato 4 giorni fa, il 18 luglio, quando l'assessore ha convocato i sindacati con una secca lettera dall'oggetto molto chiaro: «Messa in liquidazione degli Iacp Napoli, Salerno, Benevento, Avellino e Caserta». Scoperchiando un pentolone pieno di acqua bollente. Una guerra sottotraccia che va avanti da tempo. Non caso la Seconda commissione permanente della Regione presieduta dal piddino Francesco Picarone esaminerà la questione martedì, quando all'ordine del giorno ci sarà la discussione di un emendamento alla legge che ha portato alla nascita dell'Agenzia. Non c'è accordo sull'emendamento e la battaglia non è solo politica ma anche con i sindacati.
 
Medici, Buonavita e Anselmi rigirano tra le loro mani nervosamente la relazione che Discepolo ha loro illustrato e la raccontano così: «L'assessore ci ha evidenziato che vi è un debito passivo di tutti gli Iacp che ammonta a circa 100 milioni e un debito ordinario che si stima sui 15 milioni. E che ci sono morosità che si attestano al 30%. Ha evidenziato che i Comuni non provvedono agli sfratti degli inquilini morosi per cui non consentono di recuperare né le morosità né di mettere a reddito questi immobili». La morosità del 30% se la si confronta con quella del Comune di Napoli che è di almeno il doppio fa sorridere, ma invece le preoccupazioni della Cisl sono concrete. L'Ente di Santa Lucia che strategia intende mettere in campo per recuperare i 115 milioni? Stando a quello che trapela sono diverse le mosse obbligate: vendere quanto più possibile del patrimonio di Edilizia pubblica residenziale, aumentare le locazioni laddove si considera che le cifre pagate dagli inquilino siano - per così dire - di favore, e dare una forte sterzata sulla riscossione. L'ipotesi di affidarsi a un soggetto terzo per recuperare i fitti non è campata in aria. Non è finita qui perché il travaso in Acer non significa automaticamente che tutti posti di lavoro saranno salvati, è probabile ma non certo. Del resto gli Iacp vengono da anni di commissariamenti, e questo conferma che nella loro gestione del patrimonio più di qualcosa non funziona. La parola d'ordine in Regione, del resto, è mantenere gli equilibri di bilancio e dunque aspettarsi che dall'Ente di Santa Lucia piovano milioni per sanare la situazione debitoria degli Iacp è oggettivamente una aspettativa mal riposta.

A fronte di questa situazione la Cisl ha rappresentato a Discepolo la sua indisponibilità ad accettare il piano. «Ci aspettavamo dall'assessore - spiegano i sindacalisti - che si presentasse al tavolo con un piano industriale per promuovere un vero confronto di merito; non un elenco delle criticità e la lista dei problemi, che già conoscevamo, ma fatti e proposte concrete di come uscire da questa crisi. Abbiamo respinto tutte le sue proposte a partire dall'aumento dei canoni. La Cisl nutre forti perplessità che si riesca a vendere in così poco tempo e ritiene sovradimensionata la stima del 40%».

Martedì la Seconda commissione discuterà di un emendamento che dovrebbe dare più forza ad Acer ma c'è bagarre. Nell'emendamento si chiede di lasciare in Agenzia il portafogli dei crediti degli Iacp. «Alla costituita nuova Agenzia è assegnato - si legge nella bozza - il fondo di cassa dei cessati Istituti risultante alla data del 31 dicembre costituito dalle quote con vincolo di destinazione destinate ai programmi di riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica».
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