Città della Scienza lite tra Villari e i prof ma la Regione lo blinda

Città della Scienza lite tra Villari e i prof ma la Regione lo blinda
di Carlo Porcaro
Venerdì 4 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:02
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Riccardo Villari passa al contrattacco, sale la tensione su Città della Scienza. Il neopresidente respinge le critiche mosse da 24 tra ricercatori e docenti, che hanno chiesto le dimissioni del nuovo Consiglio d'amministrazione (insediatosi giovedì scorso e che si riunisce di nuovo oggi) perché a loro avviso troppo politicizzato.
«L'ente era ad un passo dalla liquidazione, qualcuno dimentica che nel 2013 c'è stato un incendio doloso che ha distrutto il museo: ci sono state faide interne e non mi sembra che sia tutta colpa della politica», dice Villari.
 
«La Regione ha esercitato legittimamente la propria facoltà di nomina, Città della Scienza non è il Cern: hanno ritenuto che avessi la giusta capacità gestionale per questa posizione. Poi - aggiunge polemicamente - io distinguerei sempre: ci sono gli intellettuali militanti e ci sono gli intellettuali, quindi vorrei essere giudicato per i fatti, nessuno può intimidirci». E intanto lo scontro si sposta sul terreno scientifico.

Il comitato scientifico previsto dall'articolo 20 dello statuto è scaduto un anno fa e non è stato rinnovato. Era composto da Alessandro Cecchi Paone, Marco Salvatore, Bruno Siciliano ed altri. In totale devono essere 11, nominati dal Consiglio generale: di questi, sei sono scelti per comprovata esperienza dalla Università Federico II sentite le altre Università campane, uno dal Cnr e i rimanenti tra i soci della Fondazione. Dal Cur, il coordinamento universitario, però alcuna notizia sulle indicazioni che il Consiglio generale attendeva. Sono state mandate tre lettere di sollecito, l'ultima a luglio. «Non possiamo perdere un altro anno», avverte Villari, che si dice pronto ad agire in deroga «come prevede lo statuto». Fa quadrato la Regione, con l'assessore Antonio Marchiello: «Nonostante il commissario avesse chiesto all'Università e risollecitato di recente non abbiamo avuto una risposta ed adesso il nuovo presidente ha chiesto i nominativi - ribadisce - Abbiamo portato ad una sana amministrazione dopo una situazione debitoria, stiamo risanando insieme e vogliamo proseguire. Il giusto e necessario apporto scientifico lo portano gli scienziati ma ognuno svolge il proprio ruolo. Chi ha le competenze per svolgere la propria funzione la svolge. La Regione non deve essere giudicata da terzi, ma con i fatti passando al consolidamento finanziario. Siamo vicini ai lavoratori, serve il loro apporto per far funzionare la struttura».

Contro i tre politici nominati nel Cda (oltre a Villari l'ex assessore della giunta de Magistris Pina Tommasielli e l'ex deputato Giovanni Palladino) ci sono state appunto le accuse di un gruppo di scienziati secondo cui «queste tre persone che hanno svolto attività politica a lungo e di recente non hanno alcune esperienza nella comunicazione della scienza. Non discutiamo, in ogni caso, le capacità dei singoli. Ciò che lascia fortemente perplessi è il metodo con cui è avvenuta la designazione». Da qui due richieste: «Che il nuovo presidente e il nuovo Cda si dimettano e al loro posto vengano nominate persone di provata esperienza e con un'autorevolezza analoga a quella del presidente uscente, il fisico e fondatore di Città della Scienza, Vittorio Silvestrini; che venga nominato un comitato scientifico di altissimo profilo scientifico e di comprovata passione per la comunicazione pubblica della scienza». Firmato tra i tanti da Enrico Alleva, Accademia Nazionale dei Lincei; Roberto Battiston, già presidente dell'Asi, Università di Trento; Fabrizio Bianchi, Cnr, Pisa; Massimo Capaccioli, già direttore dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte; Luca Carra, direttore di Scienza in rete. «Sono legittime tutte le posizioni e non mi scandalizzano le idee diverse di alcune personalità - il commento di Palladino - Mi auguro che questo dinamismo, che si era perso nei momenti di difficoltà di Città della Scienza, si trasformi ora in energia costruttiva. Quanto al mio percorso politico, lo rivendico tutto perché chi si dedica alla politica non lascia la società civile per entrare in quella della inciviltà. Nella gestione saremo giudicati dai fatti».
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