Napoli, consigliere comunale e il marito sotto accusa: «Pacchetti di voti per accedere ai corsi regionali»

Napoli, consigliere comunale e il marito sotto accusa: «Pacchetti di voti per accedere ai corsi regionali»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 25 Luglio 2018, 07:30
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Pacchetti di voti in cambio di corsi di formazione finanziati dalla Regione. Intere famiglie in strada per raccogliere voti, rappresentanti di lista e candidati alle ultime amministrative finiti sotto processo. Associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio, si estende l'inchiesta sul voto cittadino del 2016. Sale a 14 il numero degli indagati, tutti raggiunti da un avviso di chiusa inchiesta, l'atto che fa da preludio a una probabile richiesta di processo. Si parte dal ruolo di Rosaria Giugliano e Anna Ulleto, quest'ultima eletta in quota Pd al Consiglio comunale di Napoli, ma anche del marito della Ulleto, l'imprenditore Alessandro Baiano.
 
Tutto ruota attorno ai rapporti tra il Progetto garanzia giovani (corsi di formazione retribuiti dalla Regione) e il consorzio C.M.G., il cui amministratore di fatto è lo stesso Baiano. In sintesi, le aziende consorziate al C.M.G. fornivano la propria disponibilità ad accogliere i corsisti ammessi al Progetto garanzia giovani, ma solo in cambio di pacchetti di voti portati dagli stessi aspiranti corsisti. Inchiesta dei pm Ida Teresi e Francesco Raffaele, sotto il coordinamento dell'aggiunto Alfonso D'Avino, spuntano i nomi degli indagati. Tra questi Crescenzo Testa, amministratore della Gesfor srl, società interinale, incaricata di selezionare i tirocinanti «ed utilizzata dal Baiano per reperire gli stessi»; Vincenzo Nocerino, indicato come «tutor» del consorzio. Sotto inchiesta anche un'intera famiglia. Si tratta di Filomena Coletta, Roberto Caputo e Rsa Caputo (rispettivamente madre, padre e figlia) che avevano un compito preciso: «Adoperarsi su strada, per raccogliere le promesse di voto, contattando numerosissimi soggetti residenti nella zona di piazza Mercato (che è poi la circoscrizione delle candidate Giugliano e Ulleto).

Ma come si muovevano i presunti cavallucci su strada? Venivano interpellati direttamente «soggetti di giovane età, chiarendo che ciascuno di essi non avrebbe dovuto limitarsi ad assicurare il suo voto, ma avrebbe dovuto garantire almeno 10 voti a testa». Un sistema che prevedeva anche dei meccanismi di verifica: «Un sistema che consentiva il controllo e la verifica delle promesse di voto in tempo reale» e in questo filone viene indicata dagli inquirenti la chat creata su Whatsapp da Rosa Caputo, il giorno prima delle elezioni». Tra i nomi degli indagati anche Loredano Luisa e Patrizia La Rocca (per i suoi rapporti con la Ulleto); ma anche Ciro La Monica, candidato alla sesta municipalità nella Lista Pd Napoli Vale e indicato come uomo di fiducia di Baiano; Marco Gambardella, candidato alla seconda municipalità di Napoli; e Salvatore Marino, candidato alla terza municipalità (nessuno dei tre è stato eletto). Tocca agli indagati, difesi dai penalisti Alfonso Furgiuele, Sergio Pisani e Emireno Valteroni, raccontare la propria versione sulla storia del voto di scambio.
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