Napoli, un flop il recupero crediti della tassa rifiuti: riscosso solo il 7%

Napoli, un flop il recupero crediti della tassa rifiuti: riscosso solo il 7%
di Valerio Esca
Venerdì 17 Maggio 2019, 07:00
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Quaranta milioni su 600. Poco meno del 7 per cento. Questa, al momento, la capacità di riscossione del Comune di Napoli rispetto alle 540mila cartelle Tari inviate nei primi due mesi dell'anno. Nei prossimi giorni, agli uffici tributi dell'ente, arriverà anche il dato certificato delle notifiche effettuate. Stando ai dati diffusi ieri, durante la commissione Bilancio, pare che gli avvisi andati a buon fine siano il 60 per cento sul totale, circa 330mila.
 
Rispetto alle 540mila pratiche inviate ai cittadini morosi, diverse cartelle, quelle cosiddette «sporche», contengono errori di calcolo, dunque in corso di rettifica, dovuti al conteggio dei metri quadrati e al numero degli abitanti sui quali calcolare la tariffa della tassa comunale sui rifiuti. Ieri la dirigente del servizio gestione Tari, Paola Sabadin, ha fatto sapere di aver scritto al dirigente del servizio Anagrafe, Luigi Loffredo, per tentare di risolvere a stretto giro la problematica. Guardando la luna e non il dito, il Comune spera di arrivare ad introitare almeno il 60 per cento del valore totale delle cartelle emesse: circa 360 milioni di euro. Per un ente in predissesto, come quello di Napoli, si tratterebbe di una bella boccata di ossigeno. Gli «avvisi di accertamento» inviati nei mesi scorsi riguardano gli omessi versamenti per gli anni 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017. Bisogna però fare attenzione, perché non si tratta di 540mila famiglie, ma di 540mila cartelle, che corrispondono a circa 130mila codici fiscali e dunque utenti. «Stiamo già lavorando 5mila pratiche di rateizzo e sulle istanze di mediazione avanzate dagli utenti - ha poi evidenziato la dirigente del servizio Tari - Nei prossimi giorni avremo comunque dati più certi anche sulle notifiche effettuate, in modo tale da poter notificare nuovamente gli avvisi».

Spulciando i profili degli utenti morosi, si scopre che in otto casi su dieci non si tratta di evasori totali (ovvero coloro che non si sono mai denunciati all'ufficio Tributi), ma di utenti iscritti nella banca dati, che però non pagano, o pagano parzialmente (omesso versamento), la Tari. In questa montagna di cartelle ce ne sono poi 100mila arretrate, ovvero in corso di lavorazione, che dovranno poi essere notificate correttamente agli utenti. Una strada non semplice da seguire quella indicata dal Comune, relativa alla lotta all'evasione. La Tari conta infatti un indice di mancati pagamenti del 50%, vale a dire che solo un napoletano su due paga la gabella sui rifiuti. Rispetto invece alle 15mila cartelle da notificare ad aziende private, soltanto il 65% è andato a buon fine, per un problema legato alle pec (posta certificata).

Altro capitolo affrontato ieri durante la commissione Bilancio, quello che riguarda il nuovo sistema della gestione delle sanzioni amministrative derivanti dalle violazioni al Codice della Strada. Tutti i procedimenti, rispetto al passato, sono sicuramente tracciabili, dal momento del verbale elevato dai vigili con il tablet fino alla notifica. Il numero delle notifiche ha raggiunto il 70 per cento, ancora lontano da risultati che possano essere considerati positivi. Basti pensare alla differenza che intercorre tra gli accertamenti e le riscossioni effettive: nel 2018, su 127 milioni di accertamenti, gli incassi sono pari a 19 milioni (poco meno del 15%). La speranza è di vedere presto in strada i 22 messi notificatori, che faranno direttamente capo alla Leonardo Soes (raggruppamento temporaneo di imprese), che si è aggiudicato l'appalto per la gestione delle sanzioni amministrative. L'obiettivo è raggiungere l'82% di notifiche, un obiettivo che determinerebbe per l'impresa una premialità, come previsto nel bando.
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