Il ministro Bonisoli torna a Napoli: «Ora musei in rete e gare contro il degrado»

Il ministro Bonisoli torna a Napoli: «Ora musei in rete e gare contro il degrado»
di Maria Pirro
Martedì 16 Luglio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:51
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Dribbla le polemiche politiche, guarda oltre lo scontro nel governo sul caso Savoini-Lega e arriva questa mattina in prefettura, al Plebiscito, per centrare l'obiettivo: la firma del Cis, il Contratto istituzionale di sviluppo centro storico di Napoli. Novanta milioni a disposizione, stanziati nel Fondo di sviluppo e coesione. Già annunciati i progetti che riguardano prevalentemente il rione Sanità, e poi i collegamenti tra il bosco di Capodimonte e il Mann, la sistemazione dell'area d'ingresso del museo archeologico, ma anche l'apertura di uno studentato. «E il recupero di edifici abbandonati e chiese chiuse», spiega il ministro per i beni culturali Albero Bonisoli.

Il protocollo con il sindaco De Magistris, il governatore De Luca e il ministro al Sud Lezzi avrebbe dovuto essere siglato il 31 maggio scorso: qual è il motivo dei ritardi e qual è il nuovo cronoprogramma?
«Il rinvio è stato necessario per risolvere alcune questioni burocratiche ma, nel frattempo, sono quasi tutti definiti i progetti da realizzare: il Cis parte bene. Manca solo un ultimo check-up con il Comune per iniziare, subito dopo l'estate, a pubblicare i primi bandi di gara per i lavori».
 
Il premier Conte ha fissato per venerdì un altro vertice sull'autonomia differenziata nelle regioni: in che modo la riforma va a incidere sulle sue competenze?
«Non si tratta di una vera riforma e, per i beni culturali, non cambia granché: i siti nazionali restano tali, ma ci sono alcune funzioni che è meglio gestire direttamente a livello locale».

Al contrario, la riforma del suo ministero va verso una centralizzazione nella gestione. In particolare, quale impatto avrà in Campania?
«Non è una centralizzazione, solo una revisione necessaria per mettere la macchina in condizione di essere più efficace: ci sono fondi disponibili e cantieri mai aperti per l'assenza di un responsabile nel posto giusto, questa finora la principale debolezza del sistema. Serve il sostegno di Roma soprattutto per i grandi interventi, lasciando ovviamente ai musei autonomi svolgere la propria attività culturale, come deve essere, ad esempio, a Caserta e Pompei».

A Pompei si sono riaccese le polemiche sul decoro (che non c'è) all'ingresso del parco archeologico. Che ne pensa?
«Gli enti locali devono essere più sensibili e lavorare in sinergia perché lo Stato non può fare tutto e non è neanche giusto che faccia tutto. È giusto, invece, che i cittadini possano dire la loro sulle questioni che li riguardano e, quindi, a Pompei per la Buffer zone, il piano di rilancio dei siti Unesco».

A proposito di siti Unesco. C'è un movimento con Renzo Arbore in testa che punta dritto a far dichiarare la canzone napoletana patrimonio dell'umanità. È d'accordo?
«È un'idea fantastica, che sposo in pieno: tra l'altro, ho visto Arbore due giorni fa e abbiamo parlato proprio di questo. È una battaglia da fare insieme».

E i musei a Napoli e in Campania? Fanno rete o no?
«È uno degli aspetti su cui lavorare di più, l'opportunità mettere in comunicazione i diversi siti. Nella regione c'è una forte asimmetria, come dimostra l'affluenza record a Pompei, mentre altri siti, a distanza di pochi chilometri, sono molti interessanti ma non conosciuti e poco valorizzati».

Cosa propone?
«Come ministero, siamo già al lavoro per cambiare la suddivisione dei fondi, creando maggiore solidarietà tra musei: è giusto che quelli che hanno più risorse le condividano con chi ha meno successo. E poi, occorre fare in modo che sia possibile visitare i siti in sequenza, senza problemi legati a confini territoriali e intoppi burocratici».

In occasione della mostra su Caravaggio è stato impossibile, però, fare un biglietto unico per il museo di Capodimonte e il Pio Monte in modo da consentire di vedere il suggestivo allestimento dei dipinti e anche le Sette Opere.
«Lì abbiamo perso una occasione, non si è riusciti a fare quel che avevo sognato: mi avrebbe fatto piacere una maggiore visione e impegno per un sistema integrato. Sarà per la prossima volta».

Quando la firma del masterplan per Capodimonte?
«Ci sono idee interessanti nel progetto e alcuni aspetti da approfondire relativi alla parte educativa ma, al momento, il piano non è una priorità perché ci siamo resi conto che anche lì ci sono fondi, complessivamente 74 milioni, disponibili ma che non sono stati spesi per la mancanza di competenze amministrative specifiche. È urgente ragionare innanzitutto su questo».

Quale segno vorrebbe lasciare in questa regione?
«Risolvere il forte contrasto che c'è, ad esempio nel centro storico di Napoli, tra grande bellezza e profondo degrado: ne abbiamo discusso anche per il Cis, decidendo di dare priorità proprio a questo tipo di interventi, cioè al recupero di palazzi, chiese e conventi abbandonati addirittura da decenni che, nel contesto, rappresentano un elemento di incuria».

E il teatro più bello del mondo, il San Carlo, cerca in queste settimane l'erede del soprintendente Rosanna Purchia. Quale profilo suggerisce?
«Ritengo positivo che la ricerca sia stata avviata con un metodo nuovo, che permette di proporre la propria candidatura: la lirica italiana ha bisogno di aprirsi e interventi di sostegno sono previsti anche con il decreto legge in discussione in Parlamento che consente di rivedere le dotazioni organiche».

C'è poi la proposta di legge sui libri e l'editoria, e lei arriva oggi nella città con primato negativo.
«È una grande opportunità per far riscoprire il piacere della lettura e quindi per rafforzare la cultura nel paese. Biblioteche come quella dei Girolamini sono centrali e vanno dotate anche di centinaia di migliaia di libri non solo antichi e vanno aperte sempre più al pubblico, anche per evitare che scandali e saccheggi non si ripetano. Per farlo, presto è in arrivo altro personale in via Duomo ed è fondamentale realizzare i lavori».

C'è poi lo straordinario patrimonio della farmacia degli Incurabili, a rischio crollo. Quando il trasloco?
«In questi giorni è fissato l'ultimo sopralluogo per procedere nel giro di qualche settimana».

Quali sono, invece, i tempi per la conferma o la sostituzione dei direttori dei Musei in scadenza come Capodimonte, Mann e Paestum?
«Tutte le scelte entro fine mese».
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