Noemi, la promessa di Salvini al Santobono: «Spero prendano quel delinquente»

Noemi, la promessa di Salvini al Santobono: «Spero prendano quel delinquente»
di Maria Pirro
Martedì 7 Maggio 2019, 11:00
3 Minuti di Lettura
«Spero che arrestino presto quel delinquente che ha sparato alla bimba di 4 anni. Per le mafie non c'è presente e futuro». L'impegno è che «queste scene non si vedano più». Il ministro dell'interno Matteo Salvini interrompe il tour elettorale per andare, da Aversa, in ospedale dalla piccola Noemi, venerdì scorso ferita da una pallottola vagante in piazza Nazionale. E si commuove, quando ascolta il racconto della sparatoria e guarda negli occhi la mamma della vittima innocente, così giovane e visibilmente sotto choc, assieme al marito accolta nella stanza del primario, Massimo Cardone. «Stava mangiando le patatine, è finita in coma... Ora vogliamo solo riportarla a casa», chiedono i genitori. E il colloquio prosegue, in forma privata, accanto al lettino della bambina che respira grazie a una macchina.
 
Le condizioni sono stabili ma critiche, il dialogo dura quasi un'ora. Salvini ascolta, saluta anche gli altri piccoli pazienti, una decina nella rianimazione al primo piano. Poi, stringe la mano al manager del Santobono, Annamaria Minicucci, al prefetto, al questore. Va via poco dopo alle 9 di sera, senza dire una parola. Interviene sul palco, a San Giuseppe Vesuviano, rivolgendosi agli iscritti e ai simpatizzanti della Lega: «Scusate il ritardo, ma ho ritenuto un dovere portare l'abbraccio mio e penso vostro alla mamma e al papà di Noemi, che sta combattendo in ospedale. Spero che le preghiere servano e aiutino». Aggiunge: «Ho trovato medici, infermieri e volontari eccezionali, dei genitori eccezionali, e lo dico da papà. Con l'impegno che non si vedano più scene come queste alle 5 del pomeriggio a Napoli e in nessun'altra città, però per chi crede vi invito a pregare», ripete Salvini, «perché quella mamma e quel papà possano riabbracciare la loro bimba a casa il prima possibile». Nel «derby della solidarietà», il ministro della salute Giulia Grillo s'informa al telefono. «In questi giorni siamo stati contattati più volte», afferma Minicucci, spiegando che Grillo «ha chiesto di essere tenuta informata sull'evoluzione e ha fatto sentire la sua vicinanza»; mentre da Napoli il ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno chiede processi più rapidi e sanzioni congrue, il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho invoca misure straordinarie contro la camorra: «Se gli investimenti fossero adeguati, questi fatti non si verificherebbero». Il guardasigilli Alfonso Bonafede è categorico: «Il governo deve assicurare i nostri cittadini per le strade. Ci sono situazioni come Napoli in cui chiaramente la difficoltà non è soltanto nel combattere quel tipo di criminalità, ma quel tipo di criminalità attinge le proprie risorse nelle nuove generazioni, parliamo di minori». Ecco perché «l'impegno deve essere un impegno di carattere culturale e sociale». «Napoli come l'Afghanistan», è la provocazione del presidente della Regione, Vincenzo De Luca che, dopo la visita in mattinata in ospedale, sottolinea: «Sono rimasto molto colpito dal papà di Noemi e dalla mamma. È la Napoli bella, che mi piace e che intendo rappresentare. Le persone perbene che vivono con rabbia questa condizione di insicurezza, questo sentire la vita come precaria». De Luca parla in particolare del padre della bimba: «Una figura che, senza eccessi, con grande misura, con grande sobrietà, perfino mi ha incoraggiato lui ad andare avanti nel lavoro che stiamo facendo per imporre rigore, comportamenti seri e per creare lavoro». «Persone splendide che, con forza, dignità e coraggio, stanno vivendo giorni terribili», le definisce Luigi de Magistris, già due volte al Santobono, e il sindaco attacca Salvini. E oggi in ospedale è atteso Sergio Mattarella: al capo dello Stato il sindaco chiede di fare di Napoli una priorità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA