Regione Campania, 173 vitalizi d'oro: il caso dei doppi assegni

Regione Campania, 173 vitalizi d'oro: il caso dei doppi assegni
di Carlo Porcaro
Giovedì 18 Aprile 2019, 07:00
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Non ci sarà un caso Cicciolina in Campania, che prenderà 800 euro di vitalizio al mese e non più 2mila, ma la sforbiciata in arrivo riguarderà nomi altisonanti che hanno ricoperto ruoli rilevanti in seno al Consiglio regionale: in primis l'ex presidente di Regione Antonio Bassolino (circa 7mila euro), l'ex presidente del Consiglio regionale e numero uno della Provincia di Caserta Domenico Zinzi (5.100), l'attuale Garante dei detenuti Samuele Ciambriello (5mila) ma anche l'assessore comunale al Turismo, Nino Daniele. Quest'ultimo, in passato capogruppo Ds e poi vicepresidente della giunta regionale guidata da Andrea Losco, percepisce un vitalizio pari a cinquemila euro che vanno sommati ai compensi da assessore a Palazzo San Giacomo (54mila euro lordi l'anno come pubblicato sul sito del Comune). «Non è un segreto, è tutto pubblico», il commento di Daniele.
 
In totale, gli ex consiglieri regionali che ogni mese dal conto corrente della ragioneria regionale ricevono il vitalizio sono 173. Di questi, però, 60 sono di reversibilità: sono cioè destinati al coniuge perché il politico che lo percepiva è morto. Che cosa è dunque il vitalizio? Una forma di pensione che matura al termine del mandato politico e scatta al compimento del 60esimo anno di età. Dall'istituzione delle Regioni nel 1970 sono quindi tanti i campani che usufruiscono di questa pensione. Di quanto si tratta? Oltre 10 milioni di euro all'anno: la somma varia a seconda della durata del proprio mandato e dei contributi versati.

Si va dalla vetta raggiunta appunto da Bassolino tre volte consigliere regionale, pari merito con l'ex Udc Giovanni Pianese 6.993, l'attuale candidato al Parlamento europeo con Fdi Salvatore Ronghi, l'ex An Luciano Schifone, l'ex capogruppo Margherita/Pd Mario Sena, il diessino Angelo Giusto fino a tanti politici come Armando De Rosa, Antonio Iervolino, Nicola Imbriaco e Gaspare Russo. I grillini hanno presentato una proposta di riduzione del vitalizio con innalzamento dell'età a 66 e senza possibilità di cumularli con altri vitalizi, cosa che invece accade per esempio per Ortensio Zecchino che percepisce una somma da Regione, Camera dei Deputati ed Europarlamento. Poi c'è il caso limite di Sergio Cola, consigliere regionale per un solo anno ma che avendo versato tutti i contributi di tasca sua, riceve un vitalizio pieno come se avesse svolto una legislatura intera.

Il taglio dei vitalizi ai consiglieri regionali è stato comunque deciso nella conferenza Stato-Regioni: prevede che venga utilizzato il meccanismo contributivo per il ricalcolo dei vitalizi di 3.300 ex consiglieri regionali (comprese le reversibilità): si riceverà in base a quanto è stato versato, sul modello di quanto già deciso dalla Camera e dal Senato per gli ex parlamentari. Circa 400 ex consiglieri regionali, che in base al ricalcolo contributivo avrebbero preso un vitalizio più alto, non vedranno crescere l'assegno in base al divieto introdotto di incassare una somma maggiore di quella attualmente erogata. E il risparmio complessivo, grazie al ricalcolo contributivo, dovrebbe ammontare ad almeno 22 milioni annui. Secondo i calcoli del Movimento Cinquestelle, il risparmio totale col passaggio al sistema contributivo sarà di 5 milioni di euro. Alcuni esempi sulla base delle erogazioni ufficiali fino al febbraio 2017: Bassolino passerebbe da 7mila euro a 1.900, Marcello Chessa da 6mila alla metà, Mario Santangelo da oltre 6mila a circa 3mila, Pasquale Marrazzo da 4mila a soli 737, Gennaro Nocera da 3mila a 800. Un taglio drastico per molti di loro, simile appunto a quello subito da Cicciolina che su tutte le tv nazionale si sta lamentando per la nuova normativa applicata a Camera e Senato. La gran parte dei percettori di un vitalizio continua a fare politica in forma diretta, quindi vive sempre del mestiere della politica. Legittimo riconoscimento per chi ha lavorato a favore della collettività o odioso privilegio che crea disparità con le altre categorie? Un dilemma che pervade la pubblica opinione ormai da 20 anni e che ha portato non a caso alla vittoria dei populisti.
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