Sardine, la voce di Jasmine Cristallo, portavoce al Sud: «Troppo presto per parlare di alleanze»

Sardine, la voce di Jasmine Cristallo, portavoce al Sud: «Troppo presto per parlare di alleanze»
di Carlo Porcaro
Giovedì 16 Gennaio 2020, 16:00
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Spaccatura al vertice delle Sardine napoletane sulla posizione da tenere in merito alle elezioni suppletive per il Senato. Il gruppo facebook, riconducibile all'attivista Bruno Martirani, aveva auspicato un accordo tra M5S e centrosinistra, ma tre organizzatori del movimento - Antonella Cerciello, Luca Delgado e Paco Amendola - hanno smentito seccamente. «Si tratta dell'iniziativa personale di chi amministra Sardine napoletane, che in questo momento ha deciso di non rispettare il sano principio democratico del confronto e della condivisione delle idee e delle progettualità. In questa fase scegliamo di rispettare il piano delle sardine dell'Emilia Romagna e del coordinamento nazionale: riteniamo che le sardine debbano nuotare unite in banchi e soprattutto debbano relazionarsi con gli altri», la nota diffusa insieme a Jasmine Cristallo, calabrese ma referente delle Sardine al Sud. Quest'ultima respinge anche gli ammiccamenti del governatore campano Vincenzo De Luca: «È un amministratore locale, non possiamo rispondere a tutti: parliamo con i capi politici come Zingaretti, in ogni caso vediamo dopo il 26 che succede. Se si perde in Emilia, è la fine». Tutti e quattro insieme scrivono: «Siamo tra i promotori delle iniziative delle Sardine a Napoli e ci vediamo costretti a dissociarci».
 

Cristallo, c'è una spaccatura tra le Sardine napoletane?
«Non mi piace parlare di spaccatura. Le Sardine comprendono più modi di sentire come è naturale che sia, ma a Napoli c'è stata la volontà di protagonismo di un singolo che non condivide con gli altri le scelte. Così si danneggia il nostro progetto che invece va tutelato vista la grande attenzione mediatica».

Chi sono adesso le Sardine dopo settimane di sovraesposizione contro il segretario della Lega Salvini?
«Siamo una forza di soccorso in un clima invivibile e irrespirabile, nata per bonificare una narrazione insostenibile. Il punto è che sono ingestibili i protagonismi, a Napoli c'è solo la volontà di un singolo di primeggiare. Una singola persona che ha una pagina, prende iniziative non condivise, mentre noi siamo orizzontali, promuoviamo la convivenza tra posizioni diverse purché antifasciste e legate ai valori della Costituzione. Abbiamo dovuto per forza prendere una posizione per chiarire la nostra distanza».

Insomma parlate con una voce collettiva?
«Abbiamo i portavoce, ma soltanto per evitare distorsioni che si possono abbattere su tutti noi».

Quindi alle suppletive non prendete alcuna posizione?
«Siamo stati molto chiari, abbiamo invitato i territori a darci appuntamento a dopo le elezioni. Se cade l'Emilia Romagna è finita...».

Addirittura?
«Beh sì, la Lega se vincesse le regionali in Emilia-Romagna avrebbe uno scalpo da portare al Quirinale. Lo sanno tutti. Noi siamo una forza di soccorso, ribadisco, per gestire un'emergenza. Poi si vedrà».

Se qualcuno di voi lavora ad un accordo Pd-M5S, si alimenta il sospetto che dietro ci sia il Pd.
«Se il Pd avesse la forza delle Sardine non sarebbe nelle condizioni in cui si trova né aprirebbe a noi. Io per esempio non ho mai votato Pd».

Anche De Luca ha aperto alle Sardine: come replica?
«È un amministratore locale, ma noi rispondiamo solo ai capi politici come Zingaretti. Non siamo lo strumento di nessuno. Prendiamo atto dell'interesse, significa che abbiamo inciso sulla scena politica nazionale, ma i tempi non sono maturi per fare alcuna valutazione. Non possiamo stabilire oggi che cosa faremo. C'è una sinistra sommersa, ci sono orfani di rappresentanza, questa è la verità».

Intanto il gruppo facebook Sardine Napoletane ha dato appuntamento per un altro evento contro la guerra: non ha il vostro bollino?
«Se non sta sulla nostra pagina non è ufficiale».

Tocca prendere provvedimenti per tutelare il brand altrimenti chiunque potrebbe presentarsi come Sardina?
«Vedremo il da farsi. Dopo il 26 saremo tutti più calmi e gestiremo le crisi locali».
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