Napoli, la nipote 13enne del sindaco de Magistris scrive alla ministra Azzolina: «Esame di terza media a distanza? Negati i nostri diritti»

Napoli, la nipote 13enne del sindaco de Magistris scrive alla ministra Azzolina: «Esame di terza media a distanza? Negati i nostri diritti»
di Valerio Esca
Venerdì 12 Giugno 2020, 20:35 - Ultimo agg. 13 Giugno, 07:35
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NAPOLI - «Gentile Ministra, mi chiamo Marzia de Magistris e frequento la terza media in una scuola di Napoli». Questo l’incipit della lettera che la nipote del sindaco di Napoli, Marzia, figlia del fratello del primo cittadino Claudio, ha inviato alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. La tredicenne, alle prese con l’esame di terza media, ha provato a spiegare alla ministra la difficoltà della didattica a distanza. Marzia, tra le altre cose, è anche membro del consiglio junior della quinta Municipalità. «Mi sono candidata – scrive la nipote d’arte - perché penso fermamente che sia importante far sentire le nostre voci, che spesso, anche se siamo i diretti interessati, sono dimenticate. Per esempio non ci avete chiesto cosa ne pensavamo della didattica a distanza, e allora provo a dirglielo qui, nella speranza che lei legga la mia lettera».

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Poi la critica sulla didattica online: «Se dovessi definire la didattica a distanza con una parola – scrive la giovane -, probabilmente sceglierei "tossica", perché tra problemi di rete, audio, video, interferenze, piattaforme sovraffollate, "accendete le telecamere" "prof mi sente?" "ragazzi ci siete?" e via dicendo, è diventato uno stress, sia per noi studenti che per i professori e sono state estremamente rare le occasioni in cui siamo riusciti a fare una lezione come si deve. Nonostante tutto però, abbiamo accettato la dad come necessaria, date le circostanze, e ragazzi e insegnanti si sono impegnati a partecipare alle lezioni online, acconsentendo a trascorrere anche più di 6 ore al giorno davanti ad uno schermo, un tempo allucinante. Tra l'altro io mi reputo molto fortunata, perché ho un buon computer dove studiare, una connessione internet stabile e una stanza mia, ma so benissimo che non per tutti è così».

La figlia di Dema jr poi incalza: «Volevo chiederle – rivolgendosi alla ministra Azzolina - per quale motivo, dopo tre mesi di video lezioni in cui ho sempre fatto la mia parte, dovrò sostenere un esame a distanza, un esame di 15 minuti in cui dovrei far emergere tre anni di scuola e argomentare 13 materie diverse dietro un computer, senza poter nemmeno girare personalmente le slide del mio ppt perché se facessi io la condivisione schermo non sarei più visibile ai miei professori. Questo quando però è tutto aperto. Ma proprio tutto, persino palestre, ristoranti e centri commerciali, cioè luoghi dove garantire che non ci siano assembramenti è quasi impossibile. Il numero dei contagi inoltre, qui a Napoli come in altre parti d'Italia, è già da diversi giorni molto, molto basso, se non nullo. Qual è allora il senso di quest'esame a distanza? Io, come tutti i miei coetanei, non avrò l'opportunità di concludere in maniera normale un ciclo scolastico già di per sé danneggiato, come non ho potuto salutare compagni e professori e trascorrere il mio ultimo giorno di terza media a scuola; in questi giorni ho concluso un importante capitolo della mia vita e della mia formazione, ma è stato un distacco profondamente contorto e incompleto, mi è stato tolto un pezzo di vita, mi sono stati tolti dei ricordi, a me e ad altre centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze. Se la situazione fosse uguale a qualche mese fa, avrei potuto comprendere la necessità di negarmi questo diritto, ma considerato come stanno adesso le cose non riesco proprio a capacitarmene».
 
L’affondo finale di Marzia de Magistris riguarda la distinzione con i maturandi che potranno sostenere l’esame a scuola: «Sa cosa state dicendo alla mia generazione con questa vostra decisione? Che noi non siamo poi così importanti, che siamo sacrificabili. E poi a settembre? Scuola nuova, insegnanti nuovi, compagni nuovi, materie nuove, il tutto, nel migliore dei casi dietro un pannello di plexiglas, ma anche qua, certezze zero. È giugno e io vorrei sapere come comincerà a breve questo mio primo liceo che aspettavo con ansia ed entusiasmo. Le sarei grata se potesse rispondere a queste mie domande, perché mi sembra ovvio ormai che la sicurezza c’entri ben poco».

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