Arrestato il sindaco di Marigliano, la consigliera: «Il bar si svuotò all’improvviso e rimasi sola contro il boss»

Arrestato il sindaco di Marigliano, la consigliera: «Il bar si svuotò all’improvviso e rimasi sola contro il boss»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 21 Luglio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 22 Luglio, 17:24
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Definisce «cattivissima» la campagna elettorale di Antonio Carpino, sempre improntata a pesanti allusioni personali dei leader degli schieramenti opposti. Poi conferma ai carabinieri un dato su tutti: «Sono stata messa a conoscenza del fatto che Antonio Carpino camminava con Luigi Esposito, ‘o sciamarro, entrava e usciva dalle case, per ottenere i voti...». A questo punto gli inquirenti la interrompono e le chiedono cosa la spinga a pensare che al fianco di Carpino ci fosse un boss del calibro di Esposito. E lei - parliamo della ex candidata sindaco Filomena Iovine - non ha dubbi. Mi venne indicato quel nome, quello di «’o sciamarro» dal mio comitato elettorale, anche in relazione a un episodio. Quale? La Iovine ricorda di essere entrata in un bar del corso principale, assieme a una ventina di sostenitori e di essere stata affrontata da due soggetti: «Uno di questi era Luigi Esposito e mi disse, “con quale testa potevo pensare di andarmi a sedere su quella scrivania”; poi - aggiunge la consigliera - mi disse anche che pootevo diventare sindaco solo se gli davo posti di lavoro. Gli risposi di farseli dare da quelli che già gliel’avevano promesso...». Ma non è tutto. A quel punto, la donna si sentì isolata: «Mi voltai e vidi che il bar era diventato vuoto. Erano scappati tutti fuori, quando ritornai da quelli del mio comitato elettorale, mi dissero che avevano avuto paura di affrontare lo sciamarro». 

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PD E MUSICA
Candidata forzista selezionata dal parlamentare Paolo Russo, la Iovine aggiunge anche altri particolari. Come le minacce ai suoi rappresentanti di lista nel giorno delle elezioni, che costrinsero lo stesso Paolo Russo a fare segnalazioni alle forze dell’ordine e ai media e come il raduno elettorale organizzato nel rione di case post terremoto di Pontecitra. Spiega la Iovine: «Il Pd portò un camioncino a Pontecitra con le bandiere del partito, distribuendo gratuitamente panini e hot dog e diffondendo musica neomelodica, quella legata al malaffare, tipica di una certa cultura delinquenziale. E in quel raduno era presente anche Carpino».

I CHARTER
Ma torniamo alla campagna elettorale di cinque anni fa. Parla Aurelio Raffaele, che sostiene di essere stato presente all’accordo chiuso da Carpino al cospetto di soggetti del calibro di Cristiano Piezzo (boss dei «paesani» o «cafoni» di Marigliano, all’epoca non in guerra con quelli provenienti da Ponticelli). A suo dire erano presenti anche Luigi Esposito, Massimo Pelliccia, Ciro Taglialatela e Fortunato Piezza». E il sindaco, al cospetto di Piezzo, avrebbe profferito queste parole: «So che a Pontecitra comandate voi, la gente fa quello che voi decidete». In alcuni casi - ha aggiunto il pentito - Carpino entrava nel rione popolare grazie al suo mandato di penalista che assisteva alcuni affiliati ai domiciliari, senza attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, in altri casi avrebbe ricevuto pregiudicati al suo studio. 

SOLDI E VOTI
Inizia la campagna elettorale. Carpino si aggiudica le primarie contro il collega avvocato Iossa, poi punta al Municipio. Per il pentito Aurelio Raffaele versa fino 30-40mila euro. In sintesi, 50 euro a voto, ma anche 100 per amici e parenti dei boss locali. «Vidi Esposito versare soldi alla gente, gli chiesi se fossero suoi (conoscendone la tirchieria), lui mi confermò che erano soldi di Carpino. Ho assistito almeno a una dozzina di dazioni di denaro». Ma il clou si registra nel giorno delle elezioni, quando vengono noleggiati due pullman che fanno la spola da Pontecitra alle urne, per consentire a tutti di andare a votare, ovviamente sempre e solo per Carpino. E il boss Piezzo, una volta diventato collaboratore aggiunge: «Diedi a Carpino la lista di imprenditori che dovevano avere appalti o subappalti, nella zona ero una sorta di Robin Hood, la gente mi temeva ma ero anche in grado di evitare che si spacciasse davanti ai bambini o si andasse troppo veloci per strada». 

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