«Espulsioni illegittime a Napoli», il giudice reintegra due grillini

«Espulsioni illegittime a Napoli», il giudice reintegra due grillini
di Davide Cerbone
Giovedì 19 Aprile 2018, 08:46 - Ultimo agg. 09:52
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Quattordici meditatissime pagine per mettere fine all'intricato contenzioso tra gli «espulsi di Napoli» e il Movimento 5 Stelle. Un braccio di ferro iniziato nell'aprile 2016, giusto due anni fa, quando 23 dei 36 attivisti messi alla porta nel fuoco della campagna elettorale per le Comunali con l'accusa di aver costituito su Facebook il gruppo privato «Napoli Libera» avevano interpellato il Tribunale di Napoli, affidandosi alla difesa dell'avvocato romano Lorenzo Borrè.

Ci ha pensato e ripensato, il giudice della settima sezione civile del Tribunale Nicola Graziano, prima di mettere nero su bianco le sue conclusioni. Alla fine, con la sentenza definitiva 3773/2018, depositata ieri, ha dichiarato illegittime le espulsioni di Roberto Ionta (con Capriello, uno dei due avvocati con ambizioni da sindaco) e Salvatore Cinque, gli unici tra iricorrenti a non essere stati in qualche modo reintegrati, e ne ha disposto la riammissione nel M5S.
 
Dopo i cinque reintegri del 13 luglio 2016 con il provvedimento che in sede di reclamo aveva sospeso in via cautelare le espulsioni di Massimo Acciaro, Anna Caparro, Antonio Ciccotti, Marco Sacco e Paolo Staffieri, e dopo l'accordo siglato a febbraio dai rappresentanti del MoVimento con altri sedici dissidenti (Mimmo Capasso, Luca Capriello, Alfonso Ciardiello, Pasquale Ciuccio, Angela Daidone, Elio D'Angelo, Vincenzo Del Duca, Mariano Fergola, Vincenzo Galizia, Romeo Genovino, Luca Iadanza, Rita Mondello, Gaetano Musella, Vittorio Ranzo, Vincenzo Russo e Sara Scia), anche gli altri due sospettati di aver cospirato per inquinare la scelta dei candidati a Napoli tornano così nella famiglia a Cinquestelle.

Oltre ad aver reintegrato Ionta e Cinque - gli unici che non avevano opposto reclamo al primo giudizio di rigetto - il giudice Graziano ha riconosciuto a Massimo Acciaro, Antonio Ciccotti, Marco Sacco, Paola Staffieri e agli stessi Ionta e Cinque di essere stati lesi nel loro diritto a partecipare alle «Comunarie» del 2016 (la selezione delle candidature per le cariche di consigliere comunale e sindaco). Non ha invece accolto la tesi sulla illegittimità del Regolamento del MoVimento fondato da Grillo e Casaleggio: la questione - argomenta Graziano - non si pone, in quanto il testo impugnato dagli espulsi è stato sostituito da quello approvato nel 2016. Peraltro, fa notare ancora il giudice, lo stesso regolamento che i ricorrenti avevano accettato entrando a far parte del M5S, prevedeva le espulsioni e assegnava tale potere al capo politico, «garante del rispetto delle finalità fondamentali» del Movimento. Alla fine, tuttavia, un fatto resta: per una via o per l'altra, i 23 ricorrenti dell'aprile 2016 sono tutti rientrati nei ranghi grillini. In molti casi, però, non proprio come pecorelle all'ovile. Stabilite le questioni di diritto, bisognerà vedere alla prova dei fatti quale accoglienza troveranno.
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