Torre Annunziata, Ascione: «Da Diana accuse ingiuste, tante scelte fatte insieme»

Torre Annunziata, Ascione: «Da Diana accuse ingiuste, tante scelte fatte insieme»
di Raffaele Perrotta
Domenica 6 Giugno 2021, 11:28
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Un mandato iniziato con il crollo di via Rampa Nunziante e la morte di otto cittadini. Le frizioni politiche con il suo stesso partito, il Pd, la cittadinanza onoraria a Giancarlo Siani e all'arma dei carabinieri; di contro, lo scandalo corruzione che ha coinvolto l'ex capo dell'ufficio tecnico Nunzio Ariano e l'ex vicesindaco Luigi Ammendola. Una sintesi estrema del mandato di Vincenzo Ascione, sindaco di Torre Annunziata dal 2017.


Sindaco, cosa pensa di questa vicenda giudiziaria?
«Penso che le indagini debbano andare avanti fino in fondo, provando a scoprire tutto il marcio che c'è. Dobbiamo dire basta alla corruzione che per tanti anni ha bloccato e indebolito la vita amministrativa. Ho piena fiducia nella magistratura».


A dicembre Ariano, pochi giorni fa Ammendola. Che errori ha commesso in questi anni?
«Non tanto sulla questione del vice, individuato nell'ambito dell'equilibrio tra le forze politiche. Su Ariano non mi sono fatto guidare fino in fondo dalla mia intuizione.

Avevo delle perplessità sull'ingegnere soprattutto per la tenuta dell'ufficio, per le frizioni con alcuni dipendenti».


Frizioni?
«Ariano mi diceva che aveva messo da parte persone dedite alla corruttela. Però alla fine si è dimostrato lui il vero corrotto, almeno per il momento».


Diversi, tra cui il suo partito, il Pd, la invitano a dimettersi.
«Ci sto riflettendo molto, soprattutto da venerdì, ma non sono convinto. Sembra che venga meno a un impegno verso i cittadini e la città, lasciandola allo sbando».


L'altro giorno, però, si è dimesso Lorenzo Diana.
«Da un punto di vista umano comprendo benissimo, per cinque anni si è dovuto difendere da accuse infamanti. Ma leggendo l'intervista al Mattino ritengo ingenerose le sue accuse. Insieme avevamo individuato una road map di scelte che stiamo già facendo».


Diana sostiene il contrario, l'ha tacciata di immobilismo.
«È l'ultima delle accuse che mi sarei sentito di ricevere. La scelta del dirigente l'abbiamo fatta insieme, per il comando dei vigili aspettiamo di trovarne un profilo esterno e stiamo lavorando su nuove assunzioni. Non ho ostacolato nessuna sua decisione. Al Comune abbiamo dirigenti eccellenti, ma gli uffici che governano sono quasi vuoti. Per fare le cose ci vogliono risorse umane».


L'altra accusa è proprio la mancata nomina degli altri dirigenti.
«È indetto un concorso per tre dirigenti che si dovrà tenere a fine luglio. La mia volontà è assumere dirigenti che non dipendano dai politici di turno ma siano risorse per la pubblica amministrazione».


Però ci sono anche le gare anomale, i mancati controlli dei vigili sui beni confiscati o il bilancio non ancora approvato.
«Sulle gare, il dirigente ha motivato il perché non ha utilizzato la piattaforma informatica, prevista dalla legge. Ma erano fatte con la pubblicità e la trasparenza necessarie. Adesso, su mia richiesta le stanno verificando. La questione dei beni confiscati mi giunge nuova. Il ragioniere capo, la dipendente Gargiulo e l'ex assessore Cirillo hanno lavorato con meticolosità sul tema. Mentre sul bilancio il problema è che il dirigente è solo all'interno dell'ufficio».


Non teme la commissione d'accesso?
«No. Ho impostato l'azione amministrativa sulla trasparenza. Se ci sono atti non pubblicati è perché non c'è una macchina burocratica efficiente in termini numerici».


La riconversione di Palazzo Fienga, ex roccaforte del clan Gionta, per la quale si è impegnata la ministra dell'interno Lamorgese, a che sta?
«In questi giorni l'Agenzia per la coesione sociale ha girato la bozza di programma che prevede l'intervento da fare».


Lei ha chiesto scusa per Giancarlo Siani, conferendogli la cittadinanza onoraria post mortem.
«È uno dei tanti motivi di orgoglio, tra i momenti più belli. Abbiamo inaugurato anche la panchina della libertà di stampa dove proprio il direttore de Il Mattino ha intervistato il procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho. Penso che con quell'evento si siano chiusi i rapporti difficili tra la famiglia Siani con Torre Annunziata».


Sulla riqualificazione urbana c'è un percorso di recupero dello Spolettificio?
«Vogliamo che Torre possa fondare il suo sviluppo sul turismo e l'abbiamo anche scritto nel Puc. Sullo Spolettificio prima del Covid avevo molta più speranza che potesse essere riconvertito, ma adesso il mio ottimismo è diminuito perché in alcuni spazi si stanno producendo le mascherine».
Tra gli altri progetti in itinere c'è la riqualificazione della fascia di costa.
«Sarà divisa in più fasi. L'idea è quella della bonifica della spiaggia di Rovigliano, poi la realizzazione di un lungomare da foce Sarno ai cantieri Aprea, quindi la riqualificazione del waterfront e del porto».

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