Universiadi, Bonavitacola tra gli indagati:
corruzione, blitz nel Grand Hotel Salerno

Universiadi, Bonavitacola tra gli indagati: corruzione, blitz nel Grand Hotel Salerno
di Leandro Del Gaudio
Giovedì 14 Novembre 2019, 08:00 - Ultimo agg. 15 Novembre, 07:23
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È uno degli alberghi che ha ospitato staff ed atleti durante le Universiadi, il grande evento sportivo organizzato in Campania la scorsa estate. Ed è anche uno degli alberghi interessati dalle indagini condotte dalla Procura di Napoli, nel tentativo di fare chiarezza sulla gestione dell'evento, sui rapporti che si sono creati tra pubblico e privato, tra esponenti dello staff organizzativo regionale e imprenditori in campo nella grande opera di ricezione e di ospitalità offerta durante la gestione della kermesse. Ed è in questo scenario che si scopre che ad essere coinvolti dalle indagini, nel corso di un'inchiesta per corruzione, ci sono l'imprenditore alberghiero Rocco Chechile, amministratore unico della Immobiliare panoramica srl, proprietario del grande hotel di Salerno, la grande struttura di via Lungomare Tafuri che ha ospitato alcuni protagonisti delle Universiadi (facendo registrare circa 900 ospiti nel clou dell'evento) e Fulvio Bonavitacola, avvocato di riconosciuto spessore professionale e vicepresidente della giunta regionale. Una svolta improvvisa nel corso del fascicolo condotto dalla Procura di Giovanni Melillo, che vede impegnati i pm Francesco Raffaele e Henry John Woodcock, che punta a verificare eventuali accordi sospetti - sempre in relazione ai rapporti tra imprenditori privati e staff pubblico dell'evento - nella realizzazione di gare e nella gestione delle manifestazioni sportive a Napoli e nelle altre città interessate dai giochi olimpici.

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Fatto sta che nelle ultime settimane la Procura di Napoli ha notificato un decreto di perquisizione a carico di Rocco Chechile, mentre è stato notificato un avviso di garanzia allo stesso Bonavitacola. Ma cosa cercano gli inquirenti napoletani in un albergo salernitano? Si punta a verificare quante volte il parlamentare abbia pernottato nell'hotel di via Lungomare Tafuri e quali sono state le condizioni di pagamento riservate al braccio destro del governatore; poi si punta a sciogliere gli stessi nodi per quanto riguarda la presenza di una parente di Bonavitacola, probabilmente con l'obiettivo di fugare l'ipotesi di un trattamento di privilegio riservato al parlamentare da parte dell'entourage dell'immobiliare impegnata nella ricezione delle Universiadi. Ipotesi al vaglio, al momento priva di riscontri definitivi, su cui è logico pensare che i diretti interessati sapranno fornire i dovuti chiarimenti. Doverosa una precisazione: Chechile e Bonavitacola sono grandi amici, si conoscono e frequentano da tempo, ovviamente al di là di interessi politici e imprenditoriali, al punto tale che potrebbero aver intrecciato rapporti e conversazioni finite in modo incidentale nella inchiesta sulle Universiadi.

Ma restiamo al blitz dello scorso ottobre. Stando a quanto emerso dagli atti, sono stati acquisiti il registro dei pagamenti comprensivi di pernottamenti di Bonavitacola inerenti l'anno solare del 2019; ma anche il registro dei pagamenti riferiti alla camera di albergo utilizzata in alcuni giorni di giugno e luglio da una serata congiunta dello stesso parlamentare. Stando a quanto emerso fino a questo momento, nel corso dello stesso blitz sono state sequestrate anche alcune ricevute di pagamento, sia per quello che riguarda la presenza di Bonavitacola, sia per quanto riguarda quella della sua stretta congiunta: si tratta di almeno tre ricevute per i tre pernottamenti intestati alla parente del parlamentare (quelli tra giugno e luglio), che recano in tutti e tre i casi la dicitura ospite casa, che ovviamente rappresenta una formula neutra, su cui sia i gestori dell'hotel sia lo stesso Bonavitacola potranno fornire chiarimenti nel prosieguo delle indagini.
Poi c'è stata una mossa a sorpresa, con la richiesta di acquisire le liste spedite in Questura dall'hotel, sempre in riferimento ai tre giorni (tra giugno e luglio) in cui la parente di Bonavitacola è rimasta a dormire in quella struttura: si tratta dei nominativi che ogni giorno un albergo è tenuto a spedire alle forze dell'ordine, per informare delle presenze che vengono registrate all'interno della propria struttura ricettiva. Possibile che - per eliminare dubbi o suggestioni negative - la Procura voglia verificare se tutte le presenze in hotel da parte di Bonavitacola sono state puntualmente segnalate in Questura.

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«Ho appreso di un'indagine volta a verificare mie responsabilità in ordine alla scelta di utilizzare una struttura alberghiera salernitana per ospitare una parte degli atleti partecipanti alle recenti Universiadi - commenta a tal proposito Bonavitacola - Le struttura commissariale si è avvalsa di accordi quadro affidati dalla Consip ad agenzie specializzate del settore.

Successivamente l'agenzia aggiudicataria della Consip ha individuato con proprie procedure le strutture alberghiere più idonee ad ospitare gli atleti, d'intesa con il Comitato organizzatore dei Giochi. Smentisco in modo categorico alcun nesso fra rapporti personali con il gestore della struttura alberghiera e la scelta di ospitare presso tale struttura gli atleti delle Universiadi. Esprimo piena fiducia negli organi inquirenti, convinto che si potrà accertare in tempi anche rapidi la mia assoluta estraneità a qualsiasi condotta illecita».

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