Università Federico II, elezioni rettore senza vincitori: Lorito e Califano a caccia dei pochi indecisi

Università Federico II, elezioni rettore senza vincitori: Lorito e Califano a caccia dei pochi indecisi
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 18 Settembre 2020, 09:00
4 Minuti di Lettura

Il risultato sperato non c'è stato e ora c'è solo una manciata di giorni per spostare almeno 200 voti. Il testa a testa tra Luigi Califano e Matteo Lorito entrerà nella storia dell'Università Federico II: è la prima volta che una tornata finisce in parità. Un duello avvincente come una finale di Champions, sebbene i più scaramantici avevano fatto notare che quel 17 sul calendario non era di buon auspicio. Nessuno dei due ha partecipato allo spoglio, ma dopo il risultato di parità, l'unico che ha fatto capolino nei corridoi dell'edificio centrale di corso Umberto I è stato il direttore del dipartimento di Agraria.

LEGGI ANCHE Federico II, elezioni rettore senza vincitori

«È una stata una gara bellissima, e continuerà a esserlo, ne sono certo. Siamo contenti» esordisce Lorito, aggiungendo un sorriso appagato. «Ho seguito lo spoglio prosegue prima nel mio ufficio in dipartimento e poi spostandomi nell'hotel di fronte l'ateneo, dove solitamente pernotto se ho da lavorare a Napoli, poiché vivo a Salerno. Con me tanti amici e la famiglia, coloro con cui volevo vivere questa esperienza così importante». Lorito considera il pareggio «un grande risultato perché rappresentiamo l'Università del futuro. Un ateneo fatto di merito, programmi concreti e densi. Quindi siamo confidenti che le persone capiranno sempre più che sono questi i contenuti che meritano il voto. L'Ateneo ha bisogno di almeno una tornata in più per prendere la sua decisione e per noi questo va bene perché siamo in crescita: invito tutti ad andare a votare e confermare il voto tenendo ben presente che il nostro è un programma che parte dalle esigenze degli studenti, del personale amministrativo e socio sanitario, dei ricercatori e dei docenti che si impegnano a fondo nella didattica, nella ricerca e hanno bisogno di strutture, servizi e opportunità».

Come convincerà chi ha votato per Califano a spostare il proprio voto? «Gli dico di pensare con la propria testa, non fatevi influenzare da promesse». Invitato a evidenziare le differenze tra lui e l'avversario, Lorito ha sottolineato che «sono tutte nel nostro percorso professionale: io mi sono fatto da solo», evidenziando le tre generazioni di federiciani di Califano.



Luigi Califano ha seguito lo spoglio nel suo ufficio al Policlinico con alcuni fidati colleghi. Ha preferito non raggiungere la sede centrale della Federico II, né di rilasciare dichiarazioni ma chi era con lui parla di candidato pronto a rimettersi in gara per convincere chi nella prima tornata ha votato per Lorito. Stanco per le tre ore trascorse davanti al computer a guardare le operazioni di spoglio ma anche di tre giorni intensi di votazioni, Califano dopo un breve breefing ha salutato i sostenitori per rientrare a casa, fissando incontri e appuntamenti già per la mattinata.

«È molto contento per la vitalità straordinaria dimostrata dalla comunità federiciana: il 97 per cento dei votanti è un segno di maturità, espressione collettiva di democrazia» dice un sostenitore del presidente della scuola di Medicina aggiungendo: «L'elezione ha dimostrato due fatti: Medicina è molto più compatta per Califano di quello che gli avversari credessero, e invece a Ingegneria ci sono meno persone convinte che la scelta giusta sia Lorito. Convinceremo chi ha votato per lui che Califano è il rettore giusto».



Per il rettore Arturo de Vivo «il 97 per cento di votanti è stato tale da rendere già straordinarie queste elezioni. Il pareggio le ha rese singolari, neanche lo sceneggiatore di un thriller avrebbe mai potuto creare per un film un colpo di scena così incredibile». Dal 22 al 24 ci sarà la seconda tornata con una manciata di giorni di campagna elettorale che per de Vivo devono essere all'insegna della sobrietà: «Mi auguro che non ci siano interventi fuori luogo.

Credo che i candidati possono far sentire le loro idee attraverso i programmi e non con sgrammaticature». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA