Violenza negli ospedali, lo scudo del Viminale: telecamere e agenti in corsia

Violenza negli ospedali, lo scudo del Viminale: telecamere e agenti in corsia
di Leandro Del Gaudio
Sabato 9 Novembre 2019, 09:00 - Ultimo agg. 11:55
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Telecamere della Questura puntate sugli ospedali napoletani. È la risposta del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese alle 87 aggressioni al personale medico e sanitario registrate nell'anno in corso, tra cui vale la pena ricordare gli spari esplosi la scorsa primavera al Vecchio Pellegrini. Parla da amante di Napoli («città nella quale ho studiato e ho iniziato la mia carriera, di cui conosco la bellezza e le enormi potenzialità») e si sofferma in primo luogo sulla storia delle aggressioni nei presidi ospedalieri: «C'è una sala operativa nuova, molto avanzata da un punto di vista tecnologico, che ci consentirà con un occhio elettronico di entrare nelle strutture ospedaliere così che, dalla sala operativa, si potranno fare dei controlli mirati nei singoli ospedali». E - sempre a proposito di attacchi agli ospedali -, il ministro ricorda il caso San Giovanni Bosco, per il quale «ci sarà attenzione sempre maggiore», in riferimento alle indagini del pool anticamorra sulle infiltrazioni del clan Contini nella struttura di via Briganti.

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Ad un anno dalla prima visita del suo predecessore - l'ex ministro Matteo Salvini - il capo del Viminale ha indicato numeri dei rinforzi da spalmare sull'intera area metropolitana: «Nel 2020 arriveranno a Napoli 400 uomini in divisa in più e ciò consentirà un ulteriore controllo. Statisticamente, il dato su reati e delitti è in diminuzione, però noi ci dobbiamo scontrare anche con il problema della sicurezza percepita, che è quello che i cittadini sentono», ha aggiunto il ministro. «Non possiamo rispondere ai cittadini che il trend è in diminuzione. Dobbiamo operare perché il cittadino si senta sicuro e possa vivere in sicurezza la sua città».



Ma basteranno 400 uomini in più su tutta l'area metropolitana per contrastare l'avanzata della camorra nell'economia legale? Basteranno 400 uomini in più a fermare lo scontro («a bassa intensità», per usare le parole del procuratore Giovanni Melillo in commissione antimafia) tra l'Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella? «Come ministro dell'Interno - ha spiegato - ho il dovere di usare tutte le risorse a disposizione, ma qui a Napoli ho trovato un clima di cooperazione istituzionale che renderà efficace la nostra azione di contrasto al crimine». Poi un appello alla società civile: «Oggi ci siamo dati degli obiettivi e verificheremo di volta in volta. La città può essere resa sicura da noi ma serve anche un cambio di passo culturale, per combattere tutti gli aspetti della criminalità, che ci sono non solo a Napoli, servirebbe una squadra immensa. Ci farebbe piacere averla ma è irrealistico. Per questo parlo di senso civico perché la sicurezza è un insieme di cose, sia forze di polizia ma anche senso sociale, di condivisione con le istituzioni».

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Risposte concrete - insiste il ministro - come emerge dalla decisione di allestire un presidio di forze di polizia a Palazzo Fienga a Torre Annunziata, nell'ex fortino dei Gionta, che ha rappresentato l'oggetto delle inchieste giornalistiche del giornalista del Mattino Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985. Tocca al sindaco Luigi de Magistris (dopo aver incassato i complimenti del ministro, sulla gestione della movida notturna e del boom turistico negli ultimi anni): «Il primo punto che ho posto è il rafforzamento delle forze di polizia sul territorio, è una esigenza che ci viene rappresentata dai cittadini e che verifichiamo anche noi: in alcuni luoghi, orari e giorni, le forze dell'ordine vanno in affanno», ha spiegato il sindaco. Ed è ancora il primo cittadino a reclamare maggiore controllo sui motorini usati per le «stese» (vista l'annosa questione della mancanza di custodia dei mezzi sequestrati, ndr), oltre a porre in evidenza l'emergenza camorra all'interno dei cimiteri napoletani: «Non possiamo tollerare infiltrazioni criminali nei nostri cimiteri», ha spiegato de Magistris.
 
 

Ed è stato ancora il sindaco a ricordare - in sede di comitato - della necessità di un intervento del ministro dell'Interno (oltre che delle Infrastrutture) sulla tangenziale: «È una questione di ordine pubblico, credo che una telefonata del ministero al presidente della Tangenziale spa non sia sbagliata...».
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