Maratona di parole e il rave diventa un gioco letterario

Il party per nulla clandestino domani da Foqus sotto il claim di «Una notte, un rigo ancora», 48 scrittori coinvolti

Gli scrittori coinvolti
Gli scrittori coinvolti
di Giovanni Chianelli
Venerdì 18 Novembre 2022, 14:14 - Ultimo agg. 17:58
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Il 3 novembre, nei giorni in cui il nuovo esecutivo varava il decreto volto a reprimere i rave party (e, meno apertamente, sostengono i critici, anche altri tipi di assembramento), Annamaria Pianese dell'associazione I Colori della Poesia lanciò sulla sua pagina Facebook un post: «Organizziamo un rave party letterario? Praticamente stiamo fino alle 6 del mattino a leggere! Mi servono 48 persone». Poi riferì l'esito: «Non prendete impegni il 19 novembre, sarà un evento imperdibile. No spoiler».

Ora il decreto ha iniziato il suo iter parlamentare, primo vero banco di tenuta del centrodestra sulla giustizia, con la maggioranza concorde sulla «tipizzazione» del reato, diviso su pene. E il party per nulla clandestino può iniziare: domani da Foqus, sotto il claim di «Una notte, un rigo ancora», 48 scrittori - che è il limite di persone finora imposto dal decreto - si raduneranno dalle 19 fino al mattino: «Leggeranno pagine a loro scelta, di loro produzione o di altri autori, a tema libero.

Non voglio troppo insistere sul decreto, ma solo ricordare che la lettura può essere davvero molto sovversiva» dice la Pianese: «Resta un reading». 

Il numero chiuso è stato raggiunto in poco tempo, hanno aderito vari scrittori: Paolo Di Paolo, Diego De Silva, Titti Marrone, Viola Ardone, Peppe Lanzetta, Wanda Marasco, Sara Bilotti, Maurizio Braucci, Diego Lama, Silvio Perrella, Angelo Petrella, Enrico Ianniello, Andrej Longo, Gianni Solla, Piero Sorrentino, Pierluigi Razzano e altri, la maggior parte in presenza mentre gli altri invieranno video; tra i lettori ci sono anche Francesco de Core, direttore de «Il Mattino», che legge l'incipit di Fontamara di Ignazio Silone, Ottavio Ragone, caporedattore di «Repubblica Napoli», Enzo D'Errico, direttore del «Corriere del Mezzogiorno» e Antonello Perillo, già caporedattore del Tgr Campania.

«L'idea della Pianese mi è sembrata molto bella e ho pensato di dare il mio contributo chiedendo a Foqus di ospitarci e ad altri autori di partecipare», dice la Marrone, che leggerà un brano dal suo Se solo il mio cuore fosse pietra (Feltrinelli). Non sa ancora se scegliere un testo di Albert Camus o di Italo Calvino Rachele Furfaro, presente nella doppia veste di padrona di casa - è tra i responsabili di Foqus - e autrice di La buona scuola. Cambiare le regole per costruire l'uguaglianza (Feltrinelli): «Oltre al valore politico l'iniziativa ci ha subito conquistato perché coinvolge la lettura. Le ultime statistiche sono drammatiche, oltre metà degli italiani non legge e al Sud sono ancora peggiori. Perciò questo reading, il suo creare comunità attorno a scrittori e libri, è un'idea in controtendenza».

Petrella, che sceglie per le letture Cormac McCarthy, parla di «presidio culturale, un'occupazione di spazio in più di cinquanta persone per testimoniare il bisogno di ingaggiare altre, vere, battaglie, anziché portare avanti scriteriate e inutili riforme liberticide». La Ardone commenta: «Idea eccellente, rave significa tante cose, anche riunirsi per una passione in comune e questa passione può essere la letteratura: è una provocazione letteraria». L'autrice propone il suo ultimo libro Oliva Denaro (Einaudi) e proprio una pagina in cui si parla del cosiddetto femminile singolare, altro tema caldo da quando Giorgia Meloni è stata eletta premier: «In un momento storico come questo la riflessione che calavo negli anni 60 può rivelarsi attuale». La Ardone spera che venga tanta gente, Lama è convinto che «Storie e racconti sono i migliori stupefacenti possibili anche se creano davvero dipendenza». Il giallista sarà presente a distanza con un suo brano, vincitore di un premio a un concorso bandito da Einaudi; in alcuni tratti sembra evocare l'atmosfera dei rave party: «Giro alla larga da quel vicolo cieco. Frequento altre vie. In una via ho trovato una villa. Nella villa c'era una soffitta, nella soffitta c'era un tappeto, sotto il tappeto c'era una botola». La notte delle parole che ballano, insomma.

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