Il ministro Carfagna al Mattino: «Bagnoli non più causa persa, abbiamo i fondi per ripartire»

Il ministro Carfagna al Mattino: «Bagnoli non più causa persa, abbiamo i fondi per ripartire»
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 6 Aprile 2022, 23:57 - Ultimo agg. 7 Aprile, 16:49
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Mara Carfagna, ministro del Sud, manager e dirigenti di Bagnoli sono stati tutti assolti perché «il fatto non sussiste». Ma tra inchieste, perizie e processi si sono persi 14 anni che hanno bloccato lo sviluppo di Bagnoli e della città.
«Non entro nel merito delle vicende giudiziarie, la mia linea d’azione come ministro è quella di guardare avanti, alla risoluzione dei problemi. L’inizio del travagliato processo di riqualificazione di Bagnoli risale addirittura al 1994, ventotto anni fa, e si trascina da allora con risultati sempre deludenti. Anche per questo con il decreto attuativo del Pnrr abbiamo radicalmente riformato la governance della bonifica, attribuendo il ruolo di commissario al sindaco della città e dotandolo di una struttura di supporto. Il messaggio che abbiamo voluto mandare a ciascun soggetto coinvolto nella bonifica, ben prima di questa sentenza, è: Bagnoli da oggi non è più la “causa persa” della città ma il progetto numero uno della sua rinascita».  

Eppure in questi anni tutti davano per assodato che a Bagnoli fosse stato compiuto un disastro ambientale con una bonifica fasulla. La politica, come ha detto l’ex manager di Bagnolifutura Hubler in un’intervista al Mattino, è stata subalterna alla magistratura?
«Quindici anni di inchieste e otto anni di processi sono tempi incompatibili con le necessità di un Paese moderno: la lentezza della macchina giudiziaria non è solo un problema di Bagnoli ma di tutta Italia, e di sicuro la bonifica dell’ex Italsider non è l’unico intervento pubblico che si è arenato in attesa di una sentenza.

La Commissione per la Giustizia al Sud, che abbiamo attivato insieme con la ministra Cartabia, ha fatto chiarezza su questo tema, individuando i punti critici ma anche le buone pratiche della macchina giudiziaria nel Mezzogiorno. Ne sono emerse alcune specifiche proposte normative ed è stata messa al lavoro una task force di supporto organizzativo».

Se non c’è stata truffa allora la bonifica è stata eseguita correttamente? Significa che su quei suoli già risanati si può iniziare subito a costruire?
«Non dobbiamo dimenticare che la bonifica oggetto dell’inchiesta era comunque un intervento parziale, non completato. Da lì bisogna ripartire. Ho la massima fiducia nelle decisioni che prenderà Gaetano Manfredi nella sua veste di commissario». 

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C’è il nodo della destinazione d’uso dei suoli. Alla luce della sentenza va modificato il piano?
«Distinguiamo la sentenza, che seppur tardiva va rispettata, dalla necessaria verifica sullo stato attuale dei luoghi, che deve essere svolta con rigore. Il commissario ha tutti gli strumenti per farlo, e sono certa che agirà rapidamente. Il principio che ha guidato il governo in questa vicenda è semplice: scelga Napoli cosa vuol fare per Bagnoli, e quindi per se stessa. Rispetteremo questa linea d’azione, la sola che può dare risultati».

Il conto di questa maxi inchiesta flop è di almeno cento milioni di euro sprecati. Opere completate, come il polo congressi, il centro benessere e gli impianti sportivi, sono state abbandonate e vandalizzate, ora per rimetterle in funzione bisognerà spendere altri soldi pubblici. Come e quando pensate di recuperarle?
«Il piano di interventi che Invitalia sta attuando già prevede la rifunzionalizzazione delle opere e il recupero degli edifici. Questa azione si è rivelata necessaria non solo per gli attacchi dei vandali ma anche perché alcuni degli impianti, penso ai campi sportivi, non risultavano a norma. Dobbiamo restituire Bagnoli ai cittadini ma dobbiamo farlo bene: dando loro strutture efficienti e in linea con gli standard di un Paese civile». 

Città della Scienza: il presidente della Fondazione Villari ha lanciato la proposta di ricostruire subito il museo distrutto da un rogo nel 2013 al posto del parcheggio liberando così la linea di costa. I fondi ci sono e l’area è già bonificata. È una strada praticabile? E quali sono i tempi?
«Assolutamente sì, gli interventi sono già cantierabili e quindi sono possibili tempi brevi. Toccherà al commissario evitare le contrapposizioni del passato e trovare condivisione tra i diversi soggetti per accelerare la realizzazione del progetto».

Il tormentone della colmata a mare, la piattaforma di cemento di cui si discute da trent’anni. La legge ne prevede la rimozione ma ci sono tante incognite (la demolizione potrebbe produrre altri veleni e non c’è ancora certezza su dove portare i materiali una volta smantellata): può dirci con certezza qual è il destino della colmata? E sarà possibile rendere il mare di Bagnoli nuovamente balneabile?
«Ripristino della balneabilità e rispetto della norma, cioè delle disposizioni che riguardano la colmata, sono le due “gambe” su cui deve camminare la resurrezione di Bagnoli. La promessa di un mare dove i napoletani possano tornare a fare il bagno è stata a lungo disattesa dallo Stato, e so che ogni parola in proposito rischia di risultare già sentita, ma voglio dirlo lo stesso: ora ci sono gli strumenti, le risorse, la governance giusta per riuscirci, e sono fiduciosa sulla possibilità di farcela».

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