Buche e parcheggi, le prime sfide del nuovo sindaco

di Antonio Coppola
Giovedì 5 Agosto 2021, 23:57 - Ultimo agg. 6 Agosto, 06:00
2 Minuti di Lettura

Il problema della mobilità a Napoli è, paradossalmente e prima di tutto, un problema di sosta. Nella nostra città circolano poco più di 750mila veicoli di cui oltre 550mila sono automobili, per un tasso di motorizzazione pari a 57 vetture ogni 100 abitanti, decisamente più basso rispetto alla media nazionale (65 su 100). I posti auto pubblici sono appena 32mila, di questi circa 26mila insistono sulla carreggiata che, invece, il codice della strada destina alla circolazione. Ne consegue che il traffico spesso risulta paralizzato da strozzature e restringimenti dovuti ai veicoli in sosta, regolare e non, e a quelli che procedono a rilento nella vana ricerca di un parcheggio.

Alla notevole carenza di sosta, che peraltro alimenta l’assillante e irritante fenomeno dei posteggiatori abusivi, avrebbe dovuto dare risposta il piano parcheggi del 1999, ma non è stato così. Ed oggi, nonostante alcuni aggiornamenti (l’ultimo del 2012), risulta decisamente superato dai tempi e, pertanto, da riscrivere interamente senza pregiudizi ideologici.

I parcheggi servono e vanno vincolati alla loro destinazione d’uso, privilegiando quella stanziale e d’interscambio, rispetto a quella di relazione. Solo riducendo il numero delle auto in sosta sulla strada, riusciremo a migliorare sensibilmente la fluidità della circolazione e la stessa velocità commerciale degli autobus. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA