Il Napoli è tornato bello, ​che non torni sprecone

di Francesco De Luca
Lunedì 12 Aprile 2021, 00:00 - Ultimo agg. 07:10
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Per cinque ore il Napoli è stato in zona Champions, poi la (sofferta) vittoria dell’Atalanta a Firenze lo ha riportato al quinto posto. Ma in questo week end hanno vinto tutte le aspiranti alla élite della classifica, dal Milan alla Roma, e alte restano le chance per Gattuso, a due punti da Gasperini quando mancano 8 partite.

Quella di Genova è stata una gara dominata dagli azzurri, che però sono stati in apprensione non tanto fino al gol di Osimhen che ha chiuso i giochi ma sicuramente fino alla rete annullata alla Samp, su indicazione del Var, per il fallo di Keita su Ospina. A un quarto dalla fine, rimasti sullo 0-1, i doriani hanno smesso di attaccare ed è poi arrivato il colpo di grazia di Victor, lanciato da Mertens, una di quelle azioni che doveva aver immaginato Gattuso un anno fa, quando decise di puntare sul bomber del Lille. Questo dominio certificato dai 20 tiri (9 nello specchio della porta) avrebbe dovuto consentire di mettere al tappeto gli uomini di Ranieri molto prima, anche perché hanno concesso tanto campo al Napoli già nel primo tempo. Ma vi è stata troppa imprecisione, oltre a qualche significativa parata di Audero nella ripresa. È sul piano della concretezza che il Napoli deve migliorare perché sotto l’aspetto della costruzione e della qualità c’è e infatti le reti di Fabian e Osimhen sono state conclusioni raffinate di azioni magistralmente impostate.

La difesa ha chiuso la gara di Marassi senza incassare reti, però ha corso rischi oltre il consentito considerando lo spessore dell’avversario: Quagliarella non ha regalato alcuna magia, fiacco Gabbiadini, Keita l’ombra dell’attaccante ammirato ai tempi della Lazio. Eppure, nella ripresa la Samp ha creato ansie perché qualche azzurro ha cominciato ad accusare stanchezza - non Koulibaly, che ha tenuto la barra dritta quando la difesa è andata sotto pressione - e le maglie si sono improvvisamente allargate e anche perché sull’altro fronte vi è stata molta imprecisione da parte dei cecchini azzurri. Il Napoli arriva spesso al tiro ma ci arriva male ed è un limite che riaffiora puntualmente, rischiando di rendere vano il lavoro della squadra. Peraltro, il tecnico ha atteso il minuto 73 per effettuare i primi due cambi e fare rifiatare alcuni giocatori stanchi: sarebbero stati tre se Ospina non avesse deciso di continuare a giocare, obbligando il collega Meret a rivestirsi.

Un segnale di personalità e di attaccamento alla maglia, oltre che alla porta condivisa con il giovane collega.

Tra le scelte di formazione operate da Gattuso è stata azzeccata quella di schierare Osimhen dal primo minuto, concedendo a Mertens un quarto d’ora, nel quale Dries si è segnalato per l’assist al nigeriano. Politano, ad esempio, non ha funzionato. Il primo tempo era stato impostato sul lancio lungo per lui e sulla sovrapposizione con Di Lorenzo, però l’ex Inter è stato poco aggressivo e lucido (tra i gol sprecati anche uno suo alla fine del primo tempo) ed è stato sostituito da Lozano, così nervoso da prendersi subito un’ammonizione che farà scattare la squalifica per la prossima partita con la capolista Inter. Osimhen ci ha messo carattere e corsa, anche se Colley, dotato di buon passo, ha fatto un’attenta copertura. Victor deve migliorare sul tiro e cercare di farsi sorprendere meno in fuorigioco: crescerà. Va utilizzato con frequenza e atteso con fiducia perché ha vissuto una stagione davvero sofferta. Vi è stato chi lo ha già bocciato, mettendo a confronto i gol e il costo del cartellino, ma i giudizi della seconda stagione calcistica al tempo del Covid sono davvero relativi e occorre maggiore pazienza, quella che doveva esservi anche nei confronti di Gattuso. Peccato che si sia appiccato il fuoco e creato un clima di tensione intorno a Ringhio, peraltro non condiviso dalla piazza che ha invece apprezzato l’ex campione del mondo per come ha saputo gestire il momento più difficile e tenere unito il gruppo.

La vittoria sulla Samp è stata storica perché numero 1000 per gli azzurri in Serie A e non potevano che celebrarla indossando le maglie biancocelesti create nel ricordo di Maradona. Ripresa la strada del successo dopo la sconfitta in casa della Juve, il Napoli si prepara per due sfide a Fuorigrotta. Domenica arriva la capolista Inter che ha piazzato contro il Cagliari l’undicesima vittoria consecutiva: si giocherà conoscendo il risultato dello scontro diretto Atalanta-Juventus, appuntamento chiave della lotta Champions. Quattro giorni dopo ci sarà la Lazio che rispetto agli azzurri ha 4 punti in meno e una partita da recuperare.
 

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