Il Napoli si butta via. La crisi di identità, gioco e risultati non s’era dissolta a Cagliari nella prima partita del 2021 vinta con 4 gol.
La squadra ha perso contro lo Spezia, che ha saputo ribaltare la partita - Petagna, a dieci minuti dall’ingresso in campo, aveva segnato il gol dell’illusione - in inferiorità numerica (espulso Ismajli) grazie al rigore di Nzola e alla rete di Pobega, ventunenne centrocampista scuola Milan. Infruttuosa la notevole mole di palle gol creata anche stavolta degli azzurri, che hanno compiuto un bruttissimo passo indietro dopo l’ingannevole vittoria in Sardegna. Gattuso era stato tra i primi a non fidarsi di quanto aveva visto domenica scorsa e infatti già negli spogliatoi di Cagliari aveva chiesto più “veleno” ai suoi uomini, cioè una maggiore concretizzazione delle occasioni create. Il veleno, quello vero, lo hanno ingoiato lui, i tifosi, i dirigenti che continuano a pensare che questa squadra non vada migliorata aspettando i rientri di Osimhen, Mertens e Koulibaly e che cominciano probabilmente a ritenere che il prolungamento del contratto dell’allenatore non sia il primo dei problemi. Anzi.
Adesso c’è una squadra da ritrovare, troppo contraddittoria, incapace di dare continuità alle prestazioni e ai risultati e la responsabilità è anzitutto da ascrivere all’allenatore. È stata fallita l’ennesima occasione di avanzare in classifica approfittando del passo falso dell’Inter. Certo, anche i nerazzurri si sono fermati a Marassi ma dopo otto vittorie consecutive. Il Napoli no. Il Napoli fa una vittoria e poi si ferma. Secondo Gattuso, va troppo facilmente in confusione e ha «atteggiamenti schizofrenici»: ma se una squadra va in tilt chi deve rassicurarla o resettarla? Rino si è attribuito la responsabilità di non farsi capire bene dalla squadra e non è la prima volta che lo dice: è preoccupante se niente cambia. «Stiamo buttando un campionato», il suo allarme è suonato dopo la sconfitta contro lo Spezia, che aveva conquistato un punto nelle ultime sei partite, e con i due allenatori Gattuso e Italiano che hanno concordato sul fatto che i liguri abbiano vinto dopo aver giocato la peggiore gara, loro che cercano sempre il risultato attraverso il gioco. Ma non sono stati la sfortuna e il bravo portiere di turno (Provedel) a condannare il Napoli: questo sia chiaro.
Eppure, l’inizio era stato incoraggiante, con uno strappo di Lozano - prima punta fino all’ingresso di Petagna - dopo un minuto e la palla non sfruttata da Insigne.
L’attacco sbaglia tanto, la difesa balla paurosamente. L’azione del raddoppio dello Spezia è esattamente ciò che una squadra in superiorità numerica non deve fare, con gli errori di posizione e tecnici di Maksimovic, Rui e Di Lorenzo. Complimenti ai ragazzi di Italiano, la Campania ha portato bene ai suoi uomini, sei punti tra Benevento e Napoli in due mesi.
Questo ko ha consentito al Sassuolo di salire al quarto posto, gli azzurri scivolano momentaneamente fuori dalla zona Champions, che è il traguardo fissato da Gattuso e soprattutto dalla società, perché una seconda stagione senza il milionario contributo che assicura la partecipazione alla più importante coppa obbligherebbe a un ridimensionamento tecnico, che peraltro rischia di esserci già in questo campionato considerando che sono state già perse 5 partite, un terzo di quelle giocate. La possibilità di un filotto di successi, offerta dal calendario, è sfumata. Gattuso cercherà il “veleno” e la precisione sotto porta già a partire dalla trasferta a Udine. Contro lo Spezia si sono visti nelle due aree errori imbarazzanti degli azzurri e la fotografia della squadra è quella palla che galleggiava tra Llorente ed Elmas nel confuso finale. Tiro io? Tiri tu? Nessuno dei due ha tirato e lo Spezia ha fatto festa grande mentre il Napoli faceva il conto dei suoi tiri, dei suoi errori e dei suoi limiti.