Napoli, troppo poco per essere vero

di Francesco De Luca
Sabato 24 Luglio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 25 Luglio, 07:00
3 Minuti di Lettura

L’Europeo ha spaccato in due le squadre, Napoli compreso. I tre campioni Insigne, Di Lorenzo e Meret - oltre a Ospina, Fabian e agli infortunati Lozano e Mertens - hanno saltato la prima fase del ritiro a Dimaro, da cui Spalletti ha tratto pochi spunti e positivi. È entrato subito in sintonia con il gruppo, curando particolari che a certi livelli potrebbero sembrare dettagli: e invece, secondo il tecnico che torna in pista dopo due anni trascorsi nella sua tenuta in Toscana, non sono tali né le lezioni alla lavagna né il lavoro sui fondamentali. L’obiettivo è chiaro. In attesa di capire chi (e se) partirà per ragioni di bilancio e verificare gli sviluppi della trattativa con capitan Lorenzo per il rinnovo, Spalletti cerca di migliorare individualmente gli azzurri, compresi quelli che hanno offerto un rendimento modesto nella scorsa stagione anche per problemi fisici: Rui, Elmas e Lobotka ad esempio. Senza dimenticare Ounas, rientrato alla base con l’intenzione di convincere i dirigenti a riconfermarlo: e cerca di ottenere questa chance allenandosi con estremo scrupolo.

Osservando il secondo test in Trentino, quello vinto con la Pro Vercelli, oltre ad affiorare preoccupazione per l’infortunio di Demme al ginocchio destro (si teme un’indisponibilità superiore a due mesi per il prezioso centrocampista e questo avrà un effetto anche sul mercato), è da apprezzare la buona condizione fisica della squadra, in particolare di Osimhen, scattante e aggressivo, sempre a caccia del gol (lo ha trovato anche ieri di testa), con una personalità che sembra cresciuta rispetto al primo anno, reso complicato da infortuni e Covid. Gioco in velocità e verticalizzazioni, il Napoli che vuole Spalletti deve provare a mettere alle corde l’avversario con il 4-2-3-1, in cui un ruolo centrale lo avrà Zielinski, piazzato alle spalle di Osimhen, con compiti simili a quelli di Nainggolan nella Roma allenata di Luciano, quindi con maggiore libertà di inserimento in area.

La prima importante verifica - con questo stesso gruppo - tra sei giorni a Monaco di Baviera contro il Bayern. Il tecnico fin dal primo giorno lavora sulla testa e sui muscoli degli azzurri, affiancato da Sinatti, il preparatore che faceva correre la squadra di Sarri. Lui si è messo volentieri al centro del progetto, non solo cantando il coro che piace ai tifosi o firmando le t-shirt con lo slogan “Sarò con te” che il club ha messo in vendita. Ha chiarito, non solo a parole, su quali giocatori punta. Si farebbe «incatenare» per trattenere Koulibaly che è infatti al centro di tutte le esercitazioni della difesa. E su Insigne si è pronunciato, davanti a De Laurentiis, quando ha messo piede a Castel Volturno: lo vuole nel suo Napoli, d’altra parte sarebbe difficile rinunciare al migliore azzurro dello scorso campionato, fresco campione d’Europa.

Sono le prime battute della fase di preparazione, seguita minuto per minuto da De Laurentiis, che è presente ma non invadente: le ultime esternazioni nella conferenza stampa del 30 giugno, quando annunciò il piano austerity, con taglio di stipendi e possibili cessioni. Ma servono anche acquisti per completare, ad esempio, la lacuna che esiste da anni sulla fascia sinistra, dove il solo Rui non può più bastare. Convince l’intelligente linea aziendalista di Spalletti, che prova ad accendere l’entusiasmo ma non con roboanti dichiarazioni, come invece fece Ancelotti, arrivato due anni fa a indicare l’obiettivo scudetto. Il tecnico ha rispetto dei tifosi azzurri, li considera i veri rinforzi per la sua squadra, e i napoletani hanno apprezzato il suo discorso sulla rosa che deve essere complessivamente forte perché ci sono almeno sette squadre con l’ambizione di conquistare il posto in Champions League e nella prossima primavera il Napoli non potrebbe restarne ancora fuori. Giusto per attribuire importanza a questo concetto, Luciano lo ha ripetuto nell’ultimo giorno di lavoro in Trentino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA